Torre Pretoria

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Disambiguazione – Se stai cercando la torre costiera di avvistamento di Cesenatico, vedi Torre Pretoria (Cesenatico).
Torre Pretoria
Torre Pretoria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCrema
IndirizzoPiazza Duomo
Coordinate45°21′48.46″N 9°41′12.12″E / 45.36346°N 9.6867°E45.36346; 9.6867
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1286
Stileromanico
UsoUffici comunali
Realizzazione
CommittenteComune di Crema

La Torre Pretoria, o Torre Guelfa[1], o Torre del Capitano[2] è una costruzione civile di origine medievale stretta tra i rinascimentali Palazzo comunale e Palazzo pretorio a Crema.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Pretorio e torre in una cartolina degli anni trenta del XX secolo

Si tratta di un fabbricato risalente almeno a tre secoli prima dell'edificazione del Palazzo comunale avviata a partire dal 1524[3] e si rifà ai caratteri stilistici del Duomo[3]; alcuni storici ne datano con precisione l'edificazione all'anno 1286[4].

Nel corso dei secoli subiva alcune modifiche quali l'apertura delle finestre quadrate al primo piano inquadrate in un'alta fascia a bugnato[5], oltre alle finestre balconate del secondo piano[5]. Nelle stampe, così come nelle foto d'epoca della prima metà del XX secolo, la torre appariva intonacata con fasce angolari in bugnato per tutta l'altezza; inoltre, sulla parte superiore era disegnata un'ampia meridiana con relativo gnomone[6].

La torre fu interessata dai lavori restauro degli anni 1959-1962 avvenuti su Palazzo comunale e Palazzo pretorio con il consolidamento delle fondazioni[2], rifacimento delle scale interne e del tetto[7].

Nell'occasione fu rimosso l'intonaco lasciando la torre interamente in mattone a vista - eccetto la fascia a bugnato del primo piano - e furono riaperte le monofore a tutto sesto sulla parte superiore[8].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La torre si colloca tra il Palazzo comunale ed il Palazzo pretorio, sopraelevandosi dagli edifici laterali. Il primo piano è in bugnato con due finestre quadrate[5], mentre al secondo piano si trovano due aperture balconate con ringhiere in ferro battuto[5] affiancate sui lati esterni e su livelli sfalsati da due stemmi marmorei di podestà veneti,

A mezza altezza vi è murato un Leone di San Marco collocato sopra due epigrafi; sopra il leone si apre una piccola monofora. Completano la parte superiore le tre monofore riaperte anche sui lati durante i restauri novecenteschi, in linea con le finestre ad oculo collocate nel sottogronda.

Il Leone di San Marco[modifica | modifica wikitesto]

Il Leone di San Marco

L'altorilievo che raffigura il leone collocato al centro della torre era originariamente issato sulla Porta Ripalta[9]. Durante le prime fasi dell'occupazione francese (1509-1512), avvenuta dopo la Battaglia di Agnadello, la scultura fu trasferita a Milano, probabilmente per inviarla in Francia. Fu riportata a Crema per interessamento del podestà Costantino Priuli nel 1558 e murato sulla torre[9]. Nei primi giorni dell'occupazione francese del 1797 fu ricoperto con cemento, rimosso nel 1881[9].

Sotto il Leone vi si trovano due epigrafi. La prima ricorda la sua collocazione nel 1558:

(LA)

«ABDUCTUS A GALLIS ASTAE OBSCVRVS
IACVI NVNC RESTITVTS PATRIAE
INSIGNIS MANEO
CONST. PRIVLI PR. OPERA
M.D.LVIII»

(IT)

«Portato via dai francesi giacqui negletto ad Asti
ora reso alla Patria
rimango in posto d'onore
per opera del podestà Costantino Priuli
1558»

La seconda scritta del 1881 ne rievoca il ripristino alle condizioni originarie:

(LA)

«PREVALENTE GALLIA PROPE DIRITVS
MDCCXCVII
VOTO CIVIVM INSTAVRATVS
MDCCCLXXXI»

(IT)

«Quasi distrutto durante il predominio francese
1797
restaurato per voto dei cittadini
1881»

Gli stemmi dei podestà veneti[modifica | modifica wikitesto]

Sulla torre, in continuità con quelli collocati sul Palazzo comunale, si trovano due stemmi di podestà veneti. A sinistra è murato tra il primo ed il secondo piano lo stemma della famiglia Martinengo; Silvio Martinengo fu Podestà e Capitano tra il mese di luglio 1750 ed il mese di dicembre 1752. Quello più a destra è parzialmente sovrapposto all'apparato murario di Palazzo pretorio; gli autori Marco Ermentini e Lidia Ceserani lo attribuiscono al podestà Pietro Bondumier, datandolo all'anno 1613[10]; ma l'affermazione non trova conferma nelle fonti antiche: nell'elenco dei podestà veneti pubblicati sul volume Storia di Crema raccolta per Alemanio Fino, dagli annali di M. Pietro Terni, ristampata a cura di Giovanni Solera nessun componente di tale famiglia ha svolto l'incarico di podestà di Crema e nel 1613 viene citato il mandato del podestà Pietro Cappello (agosto 1612 – luglio 1614)[11], così come confermato dal Canobio[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La storia, su comunecrema.it. URL consultato l'11 gennaio 2018.
  2. ^ a b La Torre del Capitano ed un'illusione collettiva, in La Provincia, giovedì 28 gennaio 1960.
  3. ^ a b Ermentini-Ceserani, p. 34.
  4. ^ Perolini, p. 101.
  5. ^ a b c d Palazzo comunale, su smartcrema.it (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2018).
  6. ^ Si confronti il disegno ottocentesco e le foto d'epoca pubblicate sul libro di Ermentini/Ceserani citato in bibliografia
  7. ^ Il restauro del Palazzo Municipale, in La Provincia, mercoledì 27 luglio 1960.
  8. ^ Ermentini-Ceserani, p. 57.
  9. ^ a b c Ermentini-Ceserani, p. 43.
  10. ^ Ermentini-Ceserani, p. 66.
  11. ^ Solera, p. 101.
  12. ^ Canobio, p. 66.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Solera, Storia di Crema raccolta per Alemanio Fino dagli Annali di Pietro M. Terni ristampata per cura di Giovanni Solera, volume secondo, Milano, Luigi Bajnoni libraio, 1845.
  • Lodovico Canobio, Proseguimento della storia di Crema, fascicolo n. IV, 1849.
  • Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema – Volume Primo, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1859.
  • Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema – Volume Secondo, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1859.
  • Mario Perolini, Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema, 2ª parte in Insula Fulcheria VIII, Crema, 1969.
  • Ermentini/Ceserani, Crema, Piazza Duomo e le porte della città, Crema, Leva Artigrafiche, 1993.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]