Stadio di Domiziano

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Stadio di Domiziano
Resti dello stadio di Domiziano
CiviltàCiviltà romana
UtilizzoStadio
EpocaI secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Dimensioni
Larghezza106 m
Lunghezza265 m
Scavi
Data scoperta1511
Date scavi1868, 1936
Amministrazione
PatrimonioCentro storico di Roma
EnteSovrintendenza capitolina ai beni culturali
Visitabile
Sito webwww.stadiodomiziano.com
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°53′56.04″N 12°28′23.16″E / 41.8989°N 12.4731°E41.8989; 12.4731

Lo Stadio di Domiziano (Circus Agonalis) è il primo esempio di stadio in muratura dell'antichità greco-romana, riservato a competizioni atletiche (corsa, lotta, pugilato) ed era situato nell'attuale Parione. Dopo la rovina nel medioevo, lo spazio su cui sorgeva non fu mai occupato stabilmente, ed è oggi Piazza Navona. Il suo piano di calpestìo, come si vede dall'affaccio alle arcate su Tor Sanguigna, era più basso di circa 5 metri rispetto al piano attuale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu fatto costruire nel Campo Marzio tra l'85-86 d.C. da Domiziano, sia per offrire al popolo un'ulteriore sede di festa (e di lode dell'imperatore), sia per soddisfare l'imperiale passione per l'atletica.[1]

La localizzazione presso il Tevere ripete quella di uno stadio di legno, provvisorio, fatto costruire da Augusto negli ultimi anni del I secolo a.C. e ricordato da Dione Cassio (Storia romana, LIII, 1).[2]

Lo stadio aveva una forma rettilinea allungata con uno dei lati corti semicircolare, era lungo 276 metri e largo 106; l'arena aveva le dimensioni di 193 x 54 metri e si differenzia dal circo soprattutto per le dimensioni più ridotte e per l’assenza della spina, dell’obelisco e delle carceres e aveva una capienza di circa 30.000 spettatori. La sua forma si ispirava agli stadi di Olimpia e di Atene e fu fatto costruire per lo svolgimento dei giochi atletici greci, molto apprezzati dall'imperatore, che sperava di coinvolgere i Romani a praticare più atletica. Le gradinate erano in pietra ed erano presenti eleganti elementi architettonici di decoro di ispirazione greca. Nella storia dell'antica Roma, quello di Domiziano fu l'unico esempio di stadio in muratura (insieme a quello di Pozzuoli, lo Stadio di Antonino Pio). Vi si svolgevano principalmente gare di atletica: atletica leggera, atletica pesante, lotta a corpo libero, salti (per questo lo stadio prese il nome di Campus agonis. Purtroppo i giochi greci, tanto amati dall'imperatore, non divertivano molto gli antichi romani, i quali li consideravano poco virili, poco duri e poco violenti[3].

Fu restaurato nel III secolo da Alessandro Severo - e da questo gli derivò il nome di Circus Alexandrinus, che mantenne per tutto il medioevo - e restò in uso fino al V secolo.

Durante il medioevo sulle strutture del circo crebbero prima costruzioni povere e successivamente palazzi e chiese che ne utilizzarono i materiali e ne seguirono il perimetro; lo spazio dell'arena tuttavia, benché si andasse lentamente interrando per effetto dei crolli ma anche delle alluvioni del Tevere, non fu mai occupato stabilmente, ed è oggi Piazza Navona. Il piano di calpestìo antico, come si vede dall'affaccio alle arcate su Tor Sanguigna, è più basso di circa 5 metri rispetto a quello moderno, e tuttavia le murature imperiali rimasero sempre parzialmente note, seppur considerate grotte, e con esse la memoria del circo: la chiesa di Sant'Agnese in Agone, ad esempio, era denominata S. Agnese de cryptis Agonis.

Dopo i primi scavi delle cripte nel 1511, che produssero basi e fregi scolpiti, anche il Circo agonale divenne una cava di materiali edili di pregio: Pio IV fece demolire un settore della fiancata su Corso del Rinascimento verso Palazzo Madama per costruire il suo casino nei giardini vaticani; materiali dell'altra fiancata servirono man mano per la costruzione di S. Nicola dei Lorenesi, del Palazzo Pamphilj di piazza Navona, del Palazzo Braschi.

Nel 1936, demolendo le costruzioni sul lato nord della piazza, fu infine riportato alla luce un ampio spicchio della curva nord al piano terreno dello stadio, comprendente murature, pilastri, scale alle gradinate superiori. Sopra lo spazio liberato fu costruito un unico ampio immobile dell'INA, ma le murature antiche vennero salvate e rimasero parzialmente visibili dall'esterno e accessibili alle visite. Dal 2014 la valorizzazione e l'uso dello spazio archeologico sono stati affidati a privati; il sito è normalmente visitabile e sede di mostre.

Il resto dell'impianto imperiale giace ancora nelle cantine dei palazzi sovrastanti.

Planimetria del Campo Marzio centrale



Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tre sono, infatti, gli stadi voluti da Domiziano - oltre a questo nel Campo Marzio, lo Stadio palatino, come parte delle residenza imperiale, e un altro nella sua villa Albana.
  2. ^ Così il Lanciani in Rovine e scavi citato:
    Un ricordo di quest'ultimo fu scoperto nel 1547 in piazza S. Apollinare, di fronte al palazzo del card. Ridolfi; erano due basi di marmo che commemoravano i giuochi votivi degli anni 13 e 7 a.C. per il ritorno di Augusto dalle campagne ispanica e gallica. Vi si trovarono anche cinque maschere teatrali di marmo, dello stile di quelle che vediamo nel teatro di Ostia.
  3. ^ stadiodidomiziano.com, https://web.archive.org/web/20161008205838/http://stadiodidomiziano.com/. URL consultato il 7 maggio 2020 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rodolfo Lanciani, Rovine e scavi di Roma antica, Roma, Quasar, 1985, pp. 429-431.

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