Roccaprebalza

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Roccaprebalza
frazione
Roccaprebalza – Veduta
Roccaprebalza – Veduta
Casetorri nel borgo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Berceto
Territorio
Coordinate44°31′28″N 9°57′35.9″E / 44.524444°N 9.959972°E44.524444; 9.959972 (Roccaprebalza)
Altitudine560 m s.l.m.
Abitanti32[2]
Altre informazioni
Cod. postale43042
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Patronosan Biagio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Roccaprebalza
Roccaprebalza

Roccaprebalza è una piccola frazione del comune di Berceto, in provincia di Parma.

La località dista 2,85 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Roccaprebalza sorge alla quota di 560 m s.l.m. a fianco di uno sperone di roccia ofiolitica che si erge a picco sulla val Manubiola[3] e sulla valle del suo affluente rio di Roccaprebalza,[4] valicato in prossimità del borgo dal viadotto omonimo dell'autostrada A15.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La località, nota all'epoca come Pietrabarza,[6] sorse in epoca medievale accanto al castello, edificato per volere dell'autorità episcopale di Parma a presidio della vallata; la rocca fu menzionata per la prima volta nel 1220, nell'atto di conferma dei diritti feudali ai vescovi cittadini per volere dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.[7]

Nel 1355 il vescovo Ugolino de' Rossi cedette per debiti i domini episcopali di Roccaprebalza, Corniglio, Roccaferrara e Corniana al nipote Giacomo e al pronipote Bertrando,[8] ma l'effettiva consegna avvenne solo quindici anni dopo.[9]

Nel 1400 i fratelli Giacomo, Pietro e Giovanni de' Rossi ricevettero conferma dell'investitura dal papa Bonifacio IX,[10] dal quel momento il feudo di Roccaprebalza seguì le vicende della vicina Berceto.[11]

Nel 1464 Pier Maria II de' Rossi destinò nel testamento numerosi feudi appenninici, tra cui la contea di Berceto con Roccaprebalza e altre terre, al figlio Bernardo, che tuttavia premorì al padre;[6] nel 1480 Pier Maria modificò quindi l'atto, destinando tali castellanie al figlio legittimato Bertrando.[12] Alla morte di quest'ultimo, privo di eredi diretti, nel 1502, i suoi beni passarono al nipote Troilo I, che annetté i feudi alla contea di San Secondo.[13]

Nel 1635 Troilo IV de' Rossi fu dichiarato reo di ribellione dal duca di Parma Odoardo I Farnese, che confiscò tutte le sue terre, comprendenti i feudi di San Secondo, Berceto, Roccaprebalza, Roccalanzona e Corniana.[14] Il fratello Scipione I, che servì a lungo il regno di Spagna, nel 1657 riuscì con l'aiuto del re Filippo IV a convincere il duca Ranuccio II ad annullare il decreto del 1635, a fronte tuttavia di un elevatissimo esborso di denaro;[15] la disastrosa situazione finanziaria nel 1666 lo costrinse a cedere tutti i feudi appenninici alla Camera ducale di Parma.[16]

Nel 1707 il duca Francesco Farnese assegnò Berceto con Roccaprebalza ai marchesi Boscoli, che lo permutarono con Ravarano;[17] nel 1736 subentrarono i conti Tarasconi Smeraldi,[16] che ne mantennero il possesso fino all'abolizione dei diritti feudali decretata da Napoleone nel 1805.[7]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Biagio[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Biagio
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Biagio (Berceto).

Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa medievale fu dotata del campanile nel 1865; abbattuta nel 1926, fu ricostruita in stile neoromanico e consacrata nel 1932; arricchita della cappella del battistero nel 1951, fu restaurata e consolidata strutturalmente tra il 2012 e il 2013; il luogo di culto si sviluppa su un impianto a tre navate con presbiterio absidato e coperto da cupola.[18]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Ruderi del castello
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Roccaprebalza.

Edificato in epoca medievale per volere dei vescovi di Parma, lo strategico castello passò nel 1355 ai Rossi, che lo mantennero fino al 1666; assorbito dalla Camera ducale di Parma, fu assegnato nel 1707 ai marchesi Boscoli e nel 1736 ai conti Tarasconi Smeraldi, che ne conservarono i diritti fino al 1805, quando il maniero, abbandonato da tempo, si presentava già in profondo degrado; ne rimangono soltanto pochi ruderi sulla cima dello sperone roccioso a picco sulla vallata e, stretto tra le case addossate del borgo, il rivellino con la volta d'accesso all'antica area fortificata.[7][19][20]

Casatorre Camisani[modifica | modifica wikitesto]

Edificata nel XVIII secolo, la casatorre in pietra sorge in continuità col rivellino d'accesso all'antico castello; sviluppata su tre livelli, è caratterizzata dalla presenza di cinque mensole per stendardi che aggettano dalla facciata; sormontata da un frontone triangolare al cui interno è collocata la colombaia, è coperta da un tetto a due falde in lose.[21]

Casatorre delle fate[modifica | modifica wikitesto]

Costruita forse già nel XV secolo oppure tra il XVI e i primi anni del XVII secolo, la stretta casatorre in pietra si erge tra le case adiacenti a margine della strada centrale; sviluppata su tre livelli, è caratterizzata dalla presenza di una finestra con cornice in arenaria decorata con un motivo a losanghe; sormontata da un piccolo frontone triangolare al cui interno è collocata la colombaia, è coperta da un tetto a due falde in lose.[22]

Casatorre capitozzata[modifica | modifica wikitesto]

Edificata tra il XV e il XVI secolo, la struttura in pietra sorge accanto alla casatorre Camisani, a margine della strada che conduceva al castello; sviluppata su due livelli, è caratterizzata dalla presenza di due portali con cornice in arenaria, di cui uno sormontato da un architrave a lunetta decorato con alcune incisioni simboliche e datato 28 maggio 1489; probabilmente ribassata in epoca imprecisata, è coperta da un tetto a due falde in lose.[23]

Bottega medievale[modifica | modifica wikitesto]

Costruita nel XVIII secolo, la struttura in pietra sorge lungo la strada centrale in prossimità del rivellino d'accesso all'antico castello; sviluppata su due livelli, è caratterizzata dalla presenza in facciata del portale d'ingresso affiancato da un'apertura per la vendita di merci, dalla tipica forma delle botteghe medievali; è coperta da un tetto a due falde in lose.[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Frazione di Roccaprebalza, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 23 novembre 2017.
  2. ^ [1]
  3. ^ Touring Club Italiano, p. 96.
  4. ^ Rio di Roccaprebalza, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 23 novembre 2017.
  5. ^ Valicare. Da Napoleone a Portobello, su wsimag.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  6. ^ a b Pezzana, 1852, p. 308.
  7. ^ a b c Rocca di Roccaprebalza, su caiparma.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  8. ^ Arcangeli, Gentile, p. 28.
  9. ^ Pezzana, 1837, p. 44.
  10. ^ Pezzana, 1842, p. 278.
  11. ^ Capacchi, p. 75.
  12. ^ Pezzana, 1852, p. 312.
  13. ^ Arcangeli, Gentile, p. 275.
  14. ^ Cherbi, pp. 173-174.
  15. ^ Approfondimento storico, su webalice.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2016).
  16. ^ a b Comune di Berceto, su archivioberceto.altervista.org. URL consultato il 23 novembre 2017.
  17. ^ Calestano, su calestano.com. URL consultato il 23 novembre 2017.
  18. ^ Chiesa di San Biagio "Roccaprebalza, Berceto", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 10 settembre 2018.
  19. ^ Le frazioni: Roccaprebalza, su bercetocomunitaospitale.it. URL consultato il 23 novembre 2017.
  20. ^ Roccaprebalza, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  21. ^ Casa torre Camisani (Roccaprebalza), su caiparma.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  22. ^ Casa torre "delle fate" (Roccaprebalza), su caiparma.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  23. ^ Casa torre “capitozzata” (Roccaprebalza), su caiparma.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  24. ^ Bottega medievale a Roccaprebalza, su caiparma.it. URL consultato il 23 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Letizia Arcangeli, Marco Gentile, Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo, Firenze, Firenze University Press, 2007, ISBN 978-88-8453- 683-9.
  • Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Volume II, Parma, Artegrafica Silva, 1979.
  • Francesco Cherbi, Le grandi epoche sacre, diplomatiche, cronologiche, critiche della chiesa vescovile di Parma, Tomo III, Parma, Tipografia Ferrari, 1839.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Ducale Tipografia, 1852.
  • Touring Club Italiano, Parma e provincia: Le città d'arte, l'Appennino, le terme, i castelli, il Po, Milano, Touring Editore, 1996, ISBN 978-88-365-0952-2.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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