Piccoli omicidi (film)

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Piccoli omicidi
Una scena del film
Titolo originaleLittle Murders
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1971
Durata110 min
Generecommedia
RegiaAlan Arkin
SoggettoJules Feiffer (da un testo per il teatro)
SceneggiaturaJules Feiffer
ProduttoreJack Brodsky
Casa di produzione20th Century Fox
Distribuzione in italiano20th Century Fox (1972)
FotografiaGordon Willis
MontaggioHoward Kuperman
MusicheFred Kaz
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Piccoli omicidi (Little Murders) è un film del 1971 diretto da Alan Arkin, che ha anche un piccolo ruolo.

Il film nasce da una commedia nera presentata da Jules Feiffer nel 1967 a New York, dove però ebbe soltanto sette repliche. Molto più successo ebbe a Londra, dove fu rappresentata all'Aldwych Theatre. Feiffer la ripresentò allora a New York, due anni dopo, con un cast che comprendeva Linda Lavin, Vincent Gardenia, Elliott Gould, Donald Sutherland e David Steinberg, e in seguito Gould ne acquistò i diritti coproducendo il film con Jack Brodsky. Feiffer ne scrisse la sceneggiatura, con qualche integrazione.

Patsy, giovane arredatrice "normale" (e normalmente autoritaria) si innamora di Alfred, fotografo pacifista e apparentemente apatico, decide di farsi sposare e ci riesce. Il matrimonio tra i due - caratterialmente ed esistenzialmente agli antipodi - dopo un inizio confusissimo sembra avviato a funzionare, ma la ragazza viene uccisa da uno sconosciuto e senza alcun movente, tra le braccia del neomarito.

Dopo l'iniziale sconvolgimento (memorabile la scena in cui Alfred, sconvolto e tutto coperto di sangue, si infila nella metropolitana e nessuno lo degna di uno sguardo), il giovanotto constata l'indifferenza del mondo alle proprie disgrazie, e anche la propria indifferenza ai suoi precedenti interessi, compra un fucile e va a casa dei genitori di Patsy, la cui famiglia (padre, madre e figlio di incerta identità, ognuno stranito a suo modo) dà almeno segno di riconoscerlo.

Il fucile desta l'entusiasmo di tutti i maschi presenti, che sembrano finalmente trovare una dimensione collettiva e un rapporto con la realtà, e si mettono allegramente a sparare ai passanti dalla finestra.

Paolo Mereghetti (1993): **½

«L'umorismo assurdo e pungente appare un po' costretto dall'impianto teatrale [...] un valido tentativo di rinnovare la commedia hollywoodiana.»

Collegamenti esterni

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