Periodo cavallino

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Il periodo storico chiamato cavallino[1] parte circa dal 1500 a.C. al 1000 a.C.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le popolazioni di questo periodo frequentarono la regione africana[non chiaro] molto più dei pastori di bovidi, infatti lasciarono 420 incisioni e innumerevoli pitture di piccole dimensioni. Queste zone, a causa della desertificazione, stavano diventando inospitali e le popolazioni si concentravano nelle zone dove ancora era possibile vivere.

Tale periodo viene diviso in due sottoperiodi: il primo, analfabetico[quando?], caratterizzato dai "carri al galoppo volante", dai guerrieri armati, figure itifalliche e scene di caccia, ed il secondo, alfabetico[quando?], con l'apparizione dei caratteri libico-berberi. Nelle incisioni la fauna rappresentata comprende giraffe, leoni, bovidi, mufloni, struzzi e cani. L'attuale deserto era fertile a quell'epoca sino a che non sopravvenne una stagione d'importanti mutamenti climatici, forse causati da eventi celesti come un impatto o un passaggio vicino all'orbita terrestre di grandi meteoriti. I dipinti rupestri rappresentano animali ormai scomparsi nel deserto del Sahara, scene di caccia, una popolazione di pastori dalla pelle nera. Sia le donne che gli uomini vestono tuniche e sono rappresentati schematicamente; la testa molte volte è rappresentata con una forma allungata (a bastoncino).

Le incisioni di Illizzi[modifica | modifica wikitesto]

L'archeologo Henri Lhote in Mauritania nel 1967

La zona di Illizi è famosa per le migliaia di incisioni di età neolitica presenti nel percorso all'interno di un canyon, che furono inventariate nel 1959 da Henri Lhote, massimo esperto del settore[2], su richiesta dal Museo nazionale del Bardo di Algeri.[3]

A Nafeg, una località all'interno della valle c'è un piccolo rifugio decorato con pitture in ocra dette del periodo cavallino. Le raffigurazioni mostrano palme da dattero, ben curate e accanto un dipinto dello stesso periodo, 1000 a.C.[4]: che evidenzia un carro nello stile del “galoppo volante”.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Attilio Mastino, L'Africa romana: atti del VIII Convegno di studio, Cagliari, 14-16 dicembre 1990, Gallizzi, 1991, p. 314. URL consultato l'11 maggio 2024.
  2. ^ Silvia Ferrara, Il salto: Segni, figure, parole: viaggio all’origine dell’immaginazione, Feltrinelli Editore, 25 novembre 2021, ISBN 978-88-588-4504-2. URL consultato l'11 maggio 2024.
  3. ^ Cfr. Henri Lhote, Les gravures rupestres de l'Oued Djerat, SNED, Alger, 1976
  4. ^ Cfr. Henri Lhote, ibid.
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