Nadežda Udal'cova

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Nadežda Andreevna Udal'cova

Nadežda Andreevna Udal'cova (in russo Наде́жда Андре́евна Удальцо́ва?) (Orël, 29 dicembre 1885Mosca, 25 gennaio 1961) è stata un'artista sovietica, esponente del cubismo e del suprematismo[1].

Primi anni e formazione

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Nadežda Udal'cova nacque ad Orël, in Russia, nel 1885. Quando aveva sei anni la sua famiglia si trasferì a Mosca, dove si laureò e iniziò la sua carriera artistica.[2] Nel 1905 si iscrisse alla scuola d'arte gestita da Konstantin Yuon e Ivan Dudin, dove studiò per due anni e conobbe Vera Muchina, Ljubov' Popova e Aleksandr Vesnin. Nella primavera del 1908 si recò in Germania e, al suo ritorno in Russia, fece domanda senza successo per l'ammissione all'Istituto di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca. Tra il 1910 e il 1911 studiò in diversi studi privati, tra cui quello di Tatlin. Nel 1912 si recò a Parigi insieme a Popova per proseguire gli studi sotto la guida di Henri Le Fauconnier, Jean Metzinger e André Segonzac all'Académie de La Palette.[3] Tornò a Mosca nel 1913 e lavorò nello studio di Vladimir Tatlin insieme a Popova, Vesnin e altri artisti.[4]

Cubismo e cubo-futurismo

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Esordì professionalmente ad una mostra di Jack of Diamonds a Mosca nell'inverno del 1914,[5] e l'anno seguente partecipò a tre importanti mostre quali Tram V, la Mostra delle tendenze di sinistra e l'Ultima esposizione futurista: 0,10.[6] I suoi dipinti furono successivamente raccolti ed esibiti negli anni '20 alla Galleria Tret'jakov, al Museo russo e in altri luoghi come esempi di cubo-futurismo.[7]

Sotto l'influenza di Tatlin Udal'cova sperimentò il costruttivismo, ma alla fine abbracciò l'approccio più pittorico del movimento suprematista.[8] Nel 1916 partecipò con altri artisti suprematisti a una mostra di Jack of Diamonds, e nello stesso periodo si unì al gruppo Supremus di Kazimir Malevič. Tra il 1915 e il 1916, insieme ad altri artisti suprematisti come Kazimir Malevič, Aleksandra Ekster, Ljubov' Popova, Nina Genke, Olga Rozanova, Ivan Kljun, Ivan Puni e Ksenja Boguslavskaja, lavorò al Centro popolare del villaggio di Verbovka.[9]

Come molti suoi contemporanei all'avanguardia, Udal'cova abbracciò la rivoluzione d'ottobre. Nel 1917 fu eletta nel Club della Federazione dei giovani di sinistra dell'Unione professionale degli artisti e dei pittori e iniziò a lavorare in varie istituzioni culturali statali, tra cui la Proletkult di Mosca. Inoltre collaborò con Aleksej Gan, Aleksej Morgunov, Aleksandr Rodčenko e Malevič a un giornale intitolato Anarchija.[4] Nel 1919 contribuì con undici opere alla Quinta Mostra di Stato. Alla fondazione della Vchutemas, la scuola d'arte e tecnica statale russa, fu nominata docente.[8] Nel 1920 divenne anche membro dell'Istituto per la cultura artistica (InKhuK) e partecipò attivamente alle discussioni sul destino della pittura. Tuttavia, quando l'Istituto approvò il costruttivismo e dichiarò la fine della pittura a cavalletto, si dimise dalla sua adesione per protesta nel 1921.[10]

Fauvismo e ritorno all'arte figurativa

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All'inizio degli anni 1920 il lavoro di Udal'cova iniziò ad allontanarsi dall'avanguardia radicale per avvicinarsi agli artisti associati al Jack of Diamonds, tra cui Ilya Maškov, Petr Končalovskij e Aristarch Lentulov, esponendo i suoi ritratti e paesaggi fauvisti accanto a loro alla Mostra dei dipinti del Vchutemas del 1923 e alla Biennale di Venezia del 1924.[11]

Sotto l'influenza di Drevin, Udal'cova tornò alla natura e iniziò a dipingere paesaggi. Tra il 1926 e il 1934 viaggiarono ampiamente, dipingendo gli Urali e i monti Altaj, nonché paesaggi dell'Armenia e dell'Asia centrale.[11] Dal 1927 al 1935 contribuì a mostre nazionali e internazionali e partecipò con Drevin a mostre congiunte al Museo russo (1928) e ad Erevan (1934).[12]

Repressione e riabilitazione

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Tra il 1932 e il 1933 i suoi contributi alla mostra Artisti della RSFSR negli ultimi quindici anni furono criticati pubblicamente per le cosiddette "tendenze formaliste".[12] Nel 1938 Alexander Drevin fu arrestato e giustiziato dall'NKVD e Udal'cova divenne una persona non grata nel mondo dell'arte sovietica. Le fu concessa una mostra personale presso l'Unione degli artisti sovietici di Mosca nel 1945, e dopo la morte di Stalin contribuì a una mostra collettiva alla Casa dell'Artista di Mosca nell'ottobre 1958.[12]

Morì nel 1961 a Mosca.[13]

  1. ^ rusartnet.com, http://www.rusartnet.com/biographies/russian-artists/20th-century/avant-garde/cubo-futurist/nadezhda-udaltsova. URL consultato il 3 August 2015.
  2. ^ M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 157, ISBN 0-8478-1090-9.
  3. ^ M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 158, ISBN 0-8478-1090-9.
  4. ^ a b Rakitin,Vasilii, Nadezhda Udaltsova, in Bowlt (a cura di), Amazons of the avant-garde : Alexandra Exter, Natalia Goncharova, Liubov Popova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, and Nadezhda Udaltsova, New York, Guggenheim Museum, 2000, p. 278, ISBN 0-8109-6924-6.
  5. ^ Rakitin,Vasilii, Nadezhda Udaltsova, in Bowlt (a cura di), Amazons of the avant-garde : Alexandra Exter, Natalia Goncharova, Liubov Popova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, and Nadezhda Udaltsova, New York, Guggenheim Museum, 2000, p. 271, ISBN 0-8109-6924-6.
  6. ^ M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 159, ISBN 0-8478-1090-9.
  7. ^ Rakitin,Vasilii, Nadezhda Udaltsova, in Bowlt (a cura di), Amazons of the avant-garde : Alexandra Exter, Natalia Goncharova, Liubov Popova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, and Nadezhda Udaltsova, New York, Guggenheim Museum, 2000, p. 272, ISBN 0-8109-6924-6.
  8. ^ a b M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 169, ISBN 0-8478-1090-9.
  9. ^ Malevich, by Gerry Souter, page 176
  10. ^ M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 169-70, ISBN 0-8478-1090-9.
  11. ^ a b M.N.; edited [and translated from the Russian] by Anthony Parton Yablonskaya, Women artists of Russia's new age, 1900-1935, 1ª ed., New York, Rizzoli, 1990, p. 170, ISBN 0-8478-1090-9.
  12. ^ a b c Rakitin,Vasilii, Nadezhda Udaltsova, in Bowlt (a cura di), Amazons of the avant-garde : Alexandra Exter, Natalia Goncharova, Liubov Popova, Olga Rozanova, Varvara Stepanova, and Nadezhda Udaltsova, New York, Guggenheim Museum, 2000, p. 279, ISBN 0-8109-6924-6.
  13. ^ The Magical Chorus: A History of Russian Culture from Tolstoy to Solzhenitsyn, by Solomon Volkov, page 70

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