Museo di Roma in Trastevere

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Museo di Roma in Trastevere
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàRoma
IndirizzoPiazza Sant'Egidio, 1/b - Ex convento carmelitano - Trastevere
Coordinate41°53′23.5″N 12°28′08.29″E / 41.88986°N 12.46897°E41.88986; 12.46897
Caratteristiche
TipoArte
Istituzione1977
Apertura1977
Visitatori58 776 (2022)
Sito web

Il Museo di Roma in Trastevere ha sede in Piazza Sant’Egidio, in una sezione del complesso che fu il Monastero delle Carmelitane Scalze.

Il primo nucleo del Monastero fu fondato nei primi decenni del XVII secolo presso la chiesa di San Lorenzo in Ianiculo, poi restaurata e dedicata a Sant’Egidio, e ospitò l'ordine religioso delle Carmelitane che, nel Rione Trastevere, dalla canonizzazione di Santa Teresa d’Avila, la mistica del monte Carmelo (1622), imposero il loro ordine con l’edificazione di numerosi edifici come quello di Santa Maria della Scala, l’altro più imponente del Regina Coeli in via della Lungara e infine di Santa Maria dei Sette dolori alle pendici del Gianicolo.

Nel tempo le monache devote alla Madonna del Carmelo acquisirono in prossimità di Piazza Santa Maria in Trastevere un ampio spazio urbano nel Rione trasformando gli edifici di loro proprietà in un unico monastero di clausura, al quale si aggiunse la 'chiesa di Santi Crispino e Crispiniano', ex San Biagio in Trastevere.

Alcuni reperti delle chiese medievali demolite sono conservati nel 'Chiostro' dell’attuale museo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l’unità d’Italia e vigente la liquidazione dell’Asse ecclesiastico, il Monastero venne espropriato dallo Stato Italiano e dal 1875 il complesso architettonico fu diviso in diversi immobili con destinazioni diverse; una prima porzione venne concessa al Comune di Roma che adibì i locali prima in Caserma delle guardie municipali, poi a Pretura del V Mandamento con annessa residenza del Pretore; nei primi anni del Novecento si trasformò in Casa di Contumacia per diventare poi Lazzaretto per i profughi del terremoto marsicano e infine divenne ricovero per i soldati malati e infetti della Grande Guerra. Solo nel secondo decennio del Novecento, per volontà del Governatorato di Roma, il complesso edilizio consolidò la funzione pubblica di Sanatorio antimalarico infantile e nel 1921 fu intitolato a Ettore Marchiafava, medico illustre e senatore del Regno, esperto di malaria e Assessore per l’Igiene, come ricorda la targa all’ingresso del Museo.

Negli anni Sessanta il Comune di Roma, che nel frattempo aveva acquisito le altre due ali dell’edificio che si affacciava sul chiostro, si impegnò per trasformare la struttura fatiscente mettendo in opera un progetto di recupero architettonico firmato da Attilio Spaccarelli con la collaborazione di Fabrizio Bruno: l’intervento fu sostanziale e radicale sul complesso monumentale riportando alla luce l’architettura commissionata dalle monache nel 1723 a Francesco De Sanctis.

Nasce così nella primavera del 1976 un nuovo Museo del Comune di Roma con l’intento di tracciare le tradizioni popolari di Roma Sette-Ottocentesca e ospitare alcune opere d’arte della collezione del Museo Roma.

Tra la fine degli anni Novanta del secolo scorso e l’inizio del secondo millennio, l’Amministrazione di Roma decide di aggiornare i contenuti del Museo e, per rispondere alla nuova realtà cittadina, ne modifica la missione, ampliando gli spazi per le esposizioni permanenti al fine di raccontare in modo più esaustivo la cultura italiana che incontra quella internazionale nella più ampia visione di reciprocità.

Nella società che sta cambiando il Museo di Roma in Trastevere oggi si distingue nelle grandi mostre fotografiche tematiche, riconoscendone il ruolo non istituzionalmente e tradizionalmente "statico", ma adattabile e mobile, interattivo e concentrato sul pubblico: un hub culturale al centro della città teso a stabilire un dialogo tra culture.

il Museo di Roma in Trastevere e la collezione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000, per confermare la sua vocazione e il suo legame con il Museo di Roma, l’Amministrazione Comunale ne ha modificato la missione denominandolo Museo di Roma in Trastevere e mettendo a disposizione dei cittadini un luogo dove Roma incontra la cultura internazionale attraverso nuovi linguaggi della ricerca artistica, con mostre temporanee, soprattutto di fotografia, e attività culturali.

Proponendo al pubblico tutta una serie di attività temporanee di eccellenza sia per la qualità dei progetti scientifici sia per la varietà delle proposte su Roma e il suo territorio, dal 2000 il Museo di Roma in Trastevere può definirsi un ampio laboratorio espositivo e culturale su e di Roma: un lavoro premiato anche dal pubblico per numero di visitatori.

Le mostre prodotte grazie a importanti relazioni e partnership e curate da autorevoli firme della storia dell’arte e della fotografia italiana e straniera si distinguono per essere vere e proprie mostre “d’autore” dove gli ambienti allestiti si presentano in affascinanti scenografie.

Il Museo offre una programmazione espositiva di alto livello, centrata sui grandi movimenti e i personaggi che hanno fatto la storia dell’arte e della fotografia contemporanea: una riflessione per capitoli sui grandi protagonisti e indispensabile per comprendere il tempo presente.

Il museo non trascura l’attività didattica per scuole, adulti e famiglie e per i possessori della MiC card con un calendario di visite con i curatori lungo il percorso della collezione permanente e delle mostre temporanee.

Parallelamente il Museo di Roma in Trastevere è un luogo di cultura e d’incontro dove promuovere progetti di approfondimento attraverso incontri e seminari nella 'Sala Multimediale', cine-documentari artistici nella 'Sala Video', momenti di musica e arte nella 'Sala Pianoforte', non trascurando l’affascinante e polifunzionale spazio esterno del 'Chiostro'.

Con la missione di raccontare Roma attraverso gli occhi degli artisti, la collezione permanente del museo comprende opere dal Settecento a oggi. Particolare attenzione è stata prestata ai luoghi, della trasformazione della città rappresentati nel tardo Ottocento dai 119 acquerelli della Roma pittoresca di Ettore Roesler Franz (Roma 1845 - 1907). Maestro della tecnica dell’acquerello, le sue opere sono una documentazione storica senza precedenti di scorci urbani ed extraurbani che stavano scomparendo, da tramandare ai posteri.

Il Museo conserva anche 76 piccoli dipinti a olio di un altro intellettuale profondamente legato alla capitale e conosciuto per le Cronache del Caffè Greco: Diego Angeli (Firenze 1869 - Roma 1937).

La Roma che si trasforma nel XX secolo è testimoniata quindi da tre dipinti giovanili di Gino Severini (Cortona 1883 - Parigi 1966) e, soprattutto, dagli scatti di Mario Carbone, Emilio Gentilini, e Gianni Turillazzi, che colgono non più la Roma protagonista della drammatica storia contemporanea, ma nel particolare Trastevere con i suoi abitanti.

La visita al museo comprende anche un Presepe; sei ricostruzioni d'ambiente, le cosiddette Scene romane; l’allestimento di alcuni oggetti d’arte e di artigianato appartenuti al poeta 'Trilussa' (Carlo Alberto Salustri, Roma 1871 - 1950) nella 'Stanza' a lui dedicata. In questa sezione del museo 'Studio Azzurro' ha creato una videoinstallazione dedicata al poeta romano: si tratta di un’opera ricca di suggestioni visive e sonore, nel quale oggetti veri tornano a vivere accostati a oggetti videoproiettati con l’intento di restituire un’atmosfera evocativa del personaggio Trilussa nelle sue diverse sfaccettature: l’uomo pubblico e quello privato, il poeta, le amicizie, il disegnatore dilettante. Momentaneamente la videoinstallazione non è in funzione.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Corsi, Appunti per una cronologia delle Scene romane al Museo di Roma in Trastevere, da "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", Vol. XV, Roma, Gangemi, 2001 e Vol. XVII, Roma, Gangemi, 2003.
  • M. Corsi, Cose brutte di un certo valore. Appunti per una cronologia delle Scene romane al Museo di Roma in Trastevere, in: Lares, Firenze, Casa Editrice Leo S. Olschki, 2004.
  • D. Occhiuzzi, La lavandaia, un mestiere femminile nella Roma dell'Ottocento. Lettura antropologica dell'opera "Il lavatoio pubblico" da "Mostra al Museo di Roma in Trastevere", Roma, 2004, (dattiloscritto, biblioteca M.R.T.).
  • D. Occhiuzzi, L'abito popolare di Roma e dintorni nella collezione del Museo di Roma in Trastevere, in Bollettino dei Musei comunali di Roma, Vol. XIX, Roma, Gangemi, 2005.
  • C. Pietrangeli, Il Museo di Roma. Documenti ed iconografia, Bologna 1971.
  • A. Portelli, Roma, città tanto cara, in Il manifesto del 30 maggio 2001.
  • M.E. Tittoni, Per la riapertura del Museo di Roma, in Aa.Vv., Il Museo di Roma racconta la città, Gangemi, Roma 2002.
  • L. Gigli, Guide rionali di Roma. Rione XIII - Trastevere, parte quarta, Roma, Fratelli Palombi Editori, 1977.
  • Aa.Vv., Museo del Folklore restauri e nuove acquisizioni, cat. Mostra, Roma 1989.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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