Mindo

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Mindo
Isola del Coniglio a Mindo, moderna Gümüşlük
Nome originale Μύνδος
Territorio e popolazione
Nome abitanti mindi
Localizzazione
Stato attuale Bandiera della Turchia Turchia
Località Gümüşlük, Provincia di Muğla, regione di Caria
Coordinate 37°18′39.6″N 27°08′24″E / 37.311°N 27.14°E37.311; 27.14
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Mindo
Mindo

Mindo (in greco antico: Μύνδος?, Mýndos) era un'antica colonia dorica di Trezene, sulla costa della Caria in Asia Minore (Turchia), situata sulla penisola di Bodrum, a pochi chilometri a nordovest di Alicarnasso. Il sito è oggi occupato dal villaggio di Gümüşlük.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Mindo era protetta da forti mura e aveva un buon porto.[1][2][3] Plinio e Stefano di Bisanzio citano entrambi un antico insediamento cario chiamato Palaemyndus vicino a Mindo,[4] che sembra sia stato abbandonato dopo la fondazione della Mindo dorica.[5] Pomponio Mela e Plinio citano inoltre una località chiamata Neapolis nella stessa penisola; poiché nessun altro autore fa menzione di una località con questo nome in questa parte del paese, si suppone che la Mindo dorica e Neapolis fossero la stessa località.[6] Plinio, tuttavia, cita Mindo e Neapolis come due località diverse.

Il filosofo cinico Diogene di Sinope visitò Mindo e notò le grandi dimensioni delle porte della città rispetto alla città stessa e commentò: "Uomini di Mindo, vi esorto a chiudere le porte, perché la città potrebbe scappare!".

La presenza di navi di Mindo è citata da Erodoto nella spedizione di Anassagora contro Nasso.[7] In seguito a tale spedizione, Alessandro Magno, mentre assediava Alicarnasso, tentò di occupare di sorpresa Mindo ma fu respinto dai suoi abitanti aiutati da rinforzi giunti da Alicarnasso.

Ateneo afferma che il vino della zona di Mindo aveva virtù digestive.[8]

La Diocesi di Mindo è tuttora sede titolare della Chiesa cattolica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pausania, II, 30, 8.
  2. ^ Strabone, XIV, p. 658.
  3. ^ Arriano, Anabasi, I, 20 e II, 5.
  4. ^ Plinio, v. 29.
  5. ^ Strabone, XIII, p. 611.
  6. ^ Pomponio, I, 16.
  7. ^ Erodoto, Storie, V, 33.
  8. ^ Ateneo, I, 32.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
  • Vedi note
Fonti secondarie

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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