Miele (film)

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Miele
Jasmine Trinca in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno2013
Durata96 min
Generedrammatico
RegiaValeria Golino
SoggettoFrancesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino
SceneggiaturaFrancesca Marciano, Valia Santella, Valeria Golino
ProduttoreRiccardo Scamarcio, Viola Prestieri, Anne-Dominique Toussaint (co-produttrice), Raphael Berdugo (co-produttore)
Casa di produzioneBuena Onda in collaborazione con Rai Cinema, Les Films des Tournelles, Cité Films
Distribuzione in italianoBiM Distribuzione
FotografiaGergely Poharnok
MontaggioGiogiò Franchini
MusicheCaribou, Christian Rainer, Georges Brassens, Johann Sebastian Bach, Marino Marini, Shearwater, Talking Heads, The Shins
ScenografiaPaolo Bonfini
CostumiMaria Rita Barbera
TruccoMaurizio Fazzini
Interpreti e personaggi

Miele è un film del 2013 diretto da Valeria Golino, alla sua opera prima.

Il film è liberamente ispirato al romanzo Vi perdono di Angela Del Fabbro (pseudonimo di Mauro Covacich), successivamente ripubblicato con il titolo A nome tuo.[1] È stato poi presentato al Festival di Cannes 2013 nella sezione Un Certain Regard.[2]

«Nessuno vuole morire veramente. Nessuno di quelli che ho visto in questi tre anni si voleva ammazzare.»

Il film racconta la storia di Irene, che viene chiamata Miele in codice, una trentenne che aiuta segretamente i malati terminali con l'eutanasia offrendo loro sempre la scelta di poter interrompere il processo.

Irene, dietro una personalità di facciata in cui è studentessa di medicina a Padova, in realtà viaggia molto per questa sua attività segreta e non ha nessuna relazione stabile e duratura a parte quella con il suo amico Rocco, che è anche quello che le fornisce i contatti, ma che difatti è solo una relazione che lei vuole tenere limitata al rapporto fisico perché non trova in tutte queste relazioni niente di veramente profondo in cui poter essere quella che veramente è.

Tra le varie persone che la contattano, Irene arriva all'incontro con l'ingegner Grimaldi che, malato di depressione, decide di morire, ma Irene si rifiuta perché non si considera un sicario[3]. Tra i due nasce un'amicizia strana in cui Irene inizia a indagare le reali motivazioni della scelta dell'ingegnere ma trova in lui anche l'unica persona a cui raccontare la vera Irene e non il suo alias Miele.

La svolta si ha quando Irene corre a casa dell'ingegnere temendo che si sia suicidato senza il suo aiuto e qui il Grimaldi inizia a sua volta a raccontarsi ad Irene.

Irene così inizia a scendere più a fondo nei temi etici e a non rimanere fredda e distaccata su quello che fa superando la superficialità della sua gioventù.

Critica italiana

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In generale è stato elogiato il modo in cui Valeria Golino ha affrontato il tema dell'eutanasia. «Un film attuale, quasi di cronaca, che evita con intelligenza ogni presa di posizione di parte, religiosa o di convenienza politica» scrive Natalia Aspesi su la Repubblica, ritenendo positive le prestazioni degli attori.[4] Il tema è trattato in modo «molto più semplice e insieme molto più complicato, disturbante»; scrive Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera, ponendo «allo spettatore una domanda […] semplice e diretta nella sua crudezza: come si guarda in faccia la morte?»[5]

«Convince davvero, senza se e senza ma» la performance di Jasmine Trinca afferma su La Stampa Alessandra Levantesi Kezich, apprezzando il coraggio di Valeria Golino di costringere «lo spettatore ad aprire gli occhi» sul tabù della morte.[6]

Valerio Caprara su Il Mattino critica invece dei difetti del film, come quello di «sovradimensionare l'interesse del ritratto femminile, sacrificando di conseguenza la vividezza e la dialettica drammaturgiche in nome e per conto di annotazioni psicologistiche alquanto sbrigative e autoreferenziali».[7] Mariarosa Mancuso su Il Foglio critica la sceneggiatura che non dà motivazioni al comportamento di Irene e la recitazione di Carlo Cecchi che «in ogni gesto si porta dietro il peso di tutto il Samuel Beckett che ha recitato». Apprezza tuttavia il film di debutto di Valeria Golino «girato in maniera professionale».[8]

Critica estera

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Il film è stato accolto positivamente dalla stampa estera. Debora Young scrive su The Hollywood Reporter che «non si può negare il fascino morboso di guardar[e] in azione» Miele ed apprezza anche il lavoro di Carlo Cecchi che «non affonda nel prevedibile ma sorprende sempre» nel rapporto che il suo personaggio instaura con la protagonista.[9]

Sul The New York Times, Stephen Holden definisce il film il «debutto impressionante» alla regia di Valeria Golino.[10] Sheri Linden su Los Angeles Times definisce Miele «una figura affascinante e complessa» che Jasmine Trinca interpreta in maniera «completamente convincente».[11]

Il film è piaciuto anche all'attore Sean Penn che ha poi voluto Jasmine Trinca nel film The Gunman.

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 1º maggio 2013, a cura di BiM Distribuzione. Nel primo weekend di programmazione ha guadagnato 145000 €. L'incasso totale è di 642000 €.[12]

Riconoscimenti

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  1. ^ Libro/film - MIELE, tra Mauro Covacich a Valeria Golino, su cinemaitaliano.info. URL consultato l'8 maggio 2013.
  2. ^ (EN) Official Selection 2013: Un Certain Regard, su festival-cannes.fr. URL consultato il 10 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  3. ^ Suicidio assistito: Miele, l'ammirevole esordio di Valeria Golino da il Fatto Quotidiano
  4. ^ Natalia Aspesi - Miele, su trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
  5. ^ MEREGHETTI SU MIELE DI VALERIA GOLINO, su stanzedicinema.com, 3 maggio 2013. URL consultato il 19 settembre 2014.
  6. ^ Alessandra Levantesi Kezich - Miele, su trovacinema.repubblica.it. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
  7. ^ Miele, su valeriocaprara.com, 30 aprile 2013. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2015).
  8. ^ MIELE, su ilfoglio.it, 3 maggio 2013. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2014).
  9. ^ (EN) Miele: Film Review, su hollywoodreporter.com, 2 maggio 2014. URL consultato il 19 settembre 2014.
  10. ^ (EN) "Angel of Mercy, Angel of Death": In ‘Honey,’ a Woman Offers the Dying a Sweeter Departure, su nytimes.com, 6 marzo 2014. URL consultato il 19 settembre 2014.
  11. ^ (EN) Review: Bittersweet 'Honey' takes nuanced approach to euthanasia, su latimes.com, q3 marzo 2014. URL consultato il 19 settembre 2014.
  12. ^ Scheda del film su MyMovies.
  13. ^ (EN) Miele, in IMDb, 2014. URL consultato il 18 settembre 2014.
  14. ^ (EN) Honey, in Metacritic, 2014. URL consultato il 18 settembre 2014.
  15. ^ (EN) Miele (2014), in Rotten Tomatoes, 2013. URL consultato il 18 settembre 2014.
  16. ^ Ciak d’oro 2014, a La Grande Bellezza otto premi. Paolo Virzì miglior regista, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 04/06/14.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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