Maryse Alberti

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Maryse Alberti (Langon, 10 marzo 1954) è una direttrice della fotografia francese naturalizzata statunitense.

Attiva principalmente in ambito documentaristico, ha lavorato anche con registi quali Todd Haynes, Todd Solondz e Darren Aronofsky.

Ha vinto due volte il premio per la miglior fotografia al Sundance Film Festival (nel 1990 per H-2 Worker e nel 1995 per Crumb) e altrettante l'Independent Spirit Award per la miglior fotografia (nel 1999 per Velvet Goldmine e nel 2009 per The Wrestler).[1]

Cresciuta in Francia, a diciannove anni si trasferisce a New York, dove frequenta i corsi dell'American Film Institute.[2] Compie il proprio apprendistato come assistente operatrice di macchina nel corso degli anni ottanta, accanto a Steven Fierberg e Stefan Zapasnik sui set dei film di Paul Morrissey (Forty Deuce, Sangue misto) e a Larry Revene per le commedie a basso costo dirette da Chuck Vincent (Sex Appeal, Wimps).[2]

Si afferma come direttrice della fotografia fin dalle sue prime prove, all'inizio degli anni novanta: due fortunate opere prime, il mélo Poison di Todd Haynes e la commedia romantica interrazziale Zebrahead di Anthony Drazan, in cui si mette in evidenza per «l'uso semi-documentaristico del colore e la capacità di risolvere con mezzi d'illuminazione leggeri situazioni fotografiche ambiziose»,[2] e soprattutto il documentario sull'industria della canna da zucchero in Florida H-2 Worker di Stephanie Black, vincitore del Gran premio della giuria al Sundance Film Festival, che le vale il premio per la fotografia alla stessa manifestazione.[3]

Il documentario sulle riserve indiane Incidente a Oglala (Incident at Oglala) (1992) segna l'inizio della collaborazione con il regista Michael Apted, insieme al quale lavorerà più volte nel corso degli anni successivi. Nel 1995 ottiene per la seconda volta il premio per la fotografia al Sundace Film Festival con Crumb di Terry Zwigoff, sul fumettista Robert Crumb, vincitore del Gran premio della giuria.[4]

Nel 1996 partecipa alla realizzazione di Quando eravamo re di Leon Gast, sullo storico incontro Foreman-Ali del 1974, che vince l'Oscar al miglior documentario.

Il 1998 è l'anno di due dei film più importanti della sua carriera, la commedia nera Happiness - Felicità di Todd Solondz e soprattutto Velvet Goldmine di Todd Haynes, che permette alla Alberti di cimentarsi con una «meticolosa ricostruzione degli stereotipi visuali degli Anni Settanta» e di far rivivere «il linguaggio cinematografico di quell'epoca [...] nonché il gusto luministico vistoso delle coloratissime luci dei concerti»,[2] grazie al quale ottiene il suo primo Independent Spirit Award.

A metà degli anni duemila inaugura il sodalizio professionale con il regista Alex Gibney, a partire da Enron - L'economia della truffa, sullo scandalo Enron, candidato all'Oscar e vincitore dell'Independent Spirit Award per il miglior documentario, cui segue Taxi to the Dark Side (2007), vincitore dell'Oscar al miglior documentario. Tra le collaborazioni successive, documentari sullo scrittore Hunter S. Thompson (Gonzo: The Life and Work of Dr. Hunter S. Thompson), sul lobbysta di Washington Jack Abramoff (Casino Jack and the United States of Money) e sul governatore di New York Eliot Spitzer (Client 9: The Rise and Fall of Eliot Spitzer).

Nel 2009 conquista il suo secondo Independent Spirit Award per The Wrestler di Darren Aronofsky, Leone d'oro al 65º Festival di Venezia.

  1. ^ (EN) Awards for Maryse Alberti, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 16 luglio 2011.
  2. ^ a b c d Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Vol. A-K p. 24
  3. ^ (EN) Awards for H-2 Worker (1990), su imdb.com, IMDb. URL consultato il 16 luglio 2011.
  4. ^ (EN) Awards for Crumb (1994), su imdb.com, IMDb. URL consultato il 16 luglio 2011.
  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K pp. 23-25

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