Lissotriton italicus

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Tritone italiano
Lissotriton italicus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseAmphibia
SottoclasseLissamphibia
OrdineCaudata
FamigliaSalamandridae
SottofamigliaPleurodelinae
GenereLissotriton
SpecieL. italicus
Nomenclatura binomiale
Lissotriton italicus
(Peracca, 1898)
Sinonimi

Molge italica
Peracca, 1898
Triton italicus
Wolterstorff, 1912
Triturus italicus
Mertens and Müller, 1928

Areale

Il tritone italiano o italico (Lissotriton italicus (Peracca, 1898)) è un anfibio caudato della famiglia Salamandridae, endemico dell'Italia[2].

È un tritone di aspetto esile, lungo non oltre 8 cm, con testa piccola e squadrata ed una cresta ghiandolare su entrambi i lati della schiena. Ha una coda sottile, lunga circa quanto il resto del corpo. Nella fase acquatica presenta una cresta dorsale poco sviluppata. La livrea è generalmente brunastra o verde oliva sul dorso, con grandi macchie scure nei maschi. Il ventre è di colore dall'arancio brillante al giallo pallido con macchie più o meno scure.

Distribuzione e habitat

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È una specie endemica dell'Italia centrale (Marche, Lazio, Abruzzo e raramente in Umbria) e meridionale (Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), diffuso dal livello del mare sino a 2000 m d'altitudine.[3] Vive in acque stagnanti o poco mosse.[4]

Sono animali prevalentemente notturni, che nelle parti più settentrionali del loro areale possono andare incontro ad ibernazione nel periodo invernale.

Alimentazione

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Si nutrono di piccole prede planctoniche e altri invertebrati.[5]

L'accoppiamento avviene in acqua e le uova, con un diametro di 1,5 mm e avvolte in un involucro gelatinoso, vengono singolarmente attaccate a piante acquatiche. Dopo appena 2-4 giorni ne fuoriesce una larva di 5–7 mm, che negli habitat più caldi completa il suo sviluppo in 4-6 settimane, mentre in quelli più freddi può impiegare anche parecchi mesi; in alcune circostanze può osservarsi anche il fenomeno della neotenia, ovvero il persistere di caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche delle forme giovanili.

Conservazione

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Lissotriton italicus è classificata dalla IUCN Red List come specie a basso rischio (Least Concern). La specie è inserita nell'Appendice II della Convenzione di Berna e nell'Allegato IV della "Direttiva Habitat".[1]

  1. ^ a b (EN) Jan Willem Arntzen, Franco Andreone, Claudia Corti, Roberto Sindaco, Antonio Romano 2008, Lissotriton italicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Frost D.R. et al., Lissotriton italicus, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato il 14 ottobre 2014.
  3. ^ Lissotriton italicus range map, su iucnredlist.org. URL consultato il 15 dicembre 2010.
  4. ^ (EN) Matilde Ragghianti e David B. Wake, Genic Variation and Its Evolutionary Implications in the Italian Newt, Triturus italicus (PDF), in Herpetologica, vol. 42, n. 2, giugno 1986, pp. 206-214. URL consultato il 22 marzo 2023.
  5. ^ Griffiths R.A., Newts and Salamanders of Europe, London, Academic Press, 1996, ISBN 978-0-12-303955-2.
  • Peracca, Descrizione di una nuova specie di tritone italiano, in Bollettino dei Musei di Zoologia e Anatomia Comparata della R. Università di Torino 1898; 13(317): 1-6.
  • Sindaco R., Atlante degli anfibi e dei rettili d'Italia, Polistampa, 2006, ISBN 978-88-8304-941-5.

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