La baracca dei tristi piaceri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La baracca dei tristi piaceri
AutoreHelga Schneider
1ª ed. originale2009
Genereromanzo
Sottogenerestorico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneCampo di concentramento di Buchenwald

La baracca dei tristi piaceri è un romanzo storico della scrittrice Helga Schneider, tedesca naturalizzata italiana.

«La violenza sulle donne è antica come il mondo, ma nel 2009 avremmo voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri.
Ma come si sarebbe potuta arginare questa deriva durante il nazismo, quando si raccomandava alla gioventù la brutalità come dimostrazione di forza e coraggio, e la prostituzione forzata, ovvero una micidiale forma di violenza, faceva addirittura parte delle strategie politiche del governo di Hitler?[1]»

«Volevo dare testimonianza di fatti storici poco conosciuti, che forse costituiscono tuttora imbarazzo per la Germania, ma che non si discostasse dal piano delle persone, dalla dimensione umana di quelle vicende.[2]»

Il romanzo racconta la storia di una donna nel campo di concentramento di Buchenwald; colpevole di aver “mischiato” il suo sangue, ariano, con quello di un ebreo, viene selezionata per servire nel bordello del campo a disposizione delle guardie SS e di prigionieri maschi disposti a pagare con cibo il piacere. Dopo la guerra queste donne non vennero considerate come vittime ma dovettero nascondere il loro passato come se fossero colpevoli. L'autrice, abbandonata dalla madre membro delle SS e guardiana nei campi di sterminio nel 1941, si ricollega al suo passato. La protagonista, Frau Kiesel, racconta a Sveva, una scrittrice, la sua vita nel campo.