Hortus Eystettensis (erbario)
Hortus Eystettensis | |
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Autore | Basilius Besler |
1ª ed. originale | 1613 |
Genere | erbario |
Lingua originale | latino |
Lo Hortus Eystettensis è un erbario realizzato da Basilius Besler nel 1613. Prende il nome dall'omonimo orto botanico di Eichstätt, in Baviera, e consiste di centinaia di tavole in cui, incise su rame ed acquarellate a mano, sono descritte alcune delle specie vegetali ospitate in questo.
Il progetto dell'erbario
[modifica | modifica wikitesto]Johann Konrad von Gemmingen, principe vescovo, proprietario del giardino in cui era stato impiantato l'orto, aveva affidato a Besler la supervisione del suo orto botanico; in seguito commissionò al medesimo un inventario delle piante che vi crescevano (ma secondo il Deutsches Museum l'idea fu proprio del farmacista[1])
Il compito Besler lo completò in sedici anni, ma il vescovo morì poco prima che il lavoro fosse pubblicato. Lo aveva composto con l'aiuto di suo fratello Hieronimus e di un gruppo di esperti disegnatori e incisori tedeschi, tra cui Sebastian Schedel, pittore, e Wolfgang Kilian, abile incisore di Augusta. Kilian ed il suo staff incisero le prime lastre di rame, ma dopo la morte del vescovo, le operazioni si trasferirono a Norimberga e se ne occupò un nuovo gruppo di incisori, tra i quali Johannes Leypold, Georg Gärtner, Levin e Friedrich van Hulsen, Peter Isselburg, Heinrich Ulrich, Dominicus Custos e Servatius Raeven. Un nipote di Camerarius, Ludwig Jungermann (1572-1653), anch'egli botanico, scrisse la parte principale del testo descrittivo[2].
Divulgazione in botanica
[modifica | modifica wikitesto]Nei secoli precedenti la principale attenzione della botanica era rivolta verso erbe medicinali e spezie, e queste erano generalmente raffigurate in maniera rudimentale. Le immagini erano spesso inadeguate per l'identificazione, e non avevano molto senso estetico. Lo Hortus Eystettensis modificò radicalmente l'arte botanica al suo solo apparire[2]. Le raffigurazioni riproducevano giardini di fiori, erbe e verdure, piante esotiche come il ricino e le calle.
I soggetti erano raffigurati quasi a grandezza naturale, con ricchezza di dettagli. Il modello grafico era artisticamente piacevole e di abbastanza moderna concezione, mentre la colorazione a mano arricchiva notevolmente l'effetto finale.
Le descrizioni delle piante erano in latino e mostrarono una notevole anticipazione del sistema binomiale, in quanto le didascalie spesso consistevano delle prime due o tre parole della descrizione. Besler è ritratto sul frontespizio con in mano un ciuffo di erbe, forse basilico (eventualmente un richiamo al suo nome proprio).
L'erbario genericamente riguarda le quattro stagioni, mostrando prima la fioritura e le fasi di fruttificazione. L'inverno fu scarsamente rappresentato, con solo 7 tavole, mentre alla primavera erano dedicate 134 tavole riguardanti 454 piante. Per l'estate c'erano 505 piante in 184 tavole, mentre per l'autunno le tavole erano 42 e 98 erano le specie.
Edizioni
[modifica | modifica wikitesto]Il lavoro fu pubblicato per la prima volta nel 1613 e consisteva di 367 incisioni in rame, con una media di tre piante per pagina, raffigurando in totale 1084 specie. La prima edizione a stampa fu tirata in 300 copie, che furono vendute in quattro anni. Il libro era stampato su fogli di grandi dimensioni, misurava infatti 57 x 45 x 13 cm e pesava 14 kg[1]. Se ne realizzarono due versioni, una economica in bianco e nero per uso come manuale, l'altra, di lusso: senza testo, stampata su carta di qualità e riccamente colorata a mano. La versione di lusso era venduta per un prezzo allora esorbitante, 500 fiorini, mentre quella economica, incolore, costava 35 fiorini a copia. Con il ricavato delle vendite, Besler poté finalmente acquistare una casa confortevole in una zona alla moda di Norimberga, al prezzo di 2.500 fiorini (il prezzo di cinque copie a colori).
La moderna versione in francese dell'erbario è intitolata [Le] Herbier des Quatre Saisons, titolo ripetuto nella versione del 1998 dell'italiano L'Erbario delle quattro stagioni.
Il lavoro è stato ripubblicato altre due volte a Norimberga, nel 1640 e nel 1713, utilizzando le stesse tavole, le cui matrici sono state distrutte dalla Zecca Reale di Monaco di Baviera nel 1817.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (DE) Deutsches Museum
- ^ a b (EN) AA.VV., The General biographical dictionary, London, 1817
Altri progetti
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