Flavia Claudia Crispina

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Gemma Constantiniana: Claudia sarebbe da identificarsi nel terzo personaggio da sinistra, ovvero nella donna che indica il bambino davanti a sé

Flavia Claudia Crispina (... – ...; fl. II sec.) è stata una nobildonna romana, presunta parente dei fratelli imperatori Claudio Gotico e Quintillo e madre dell'imperatore Costanzo Cloro, il che la renderebbe la nonna paterna di Costantino I.

La Historia Augusta, una fonte antica ma di comprovata inaffidabilità, dichiara che Claudia era figlia di Crispo, fratello minore degli imperatori Claudio Gotico e Quintillo, e che poteva quindi far risalire la sua ascendenza alle famose famiglie dei Claudi e dei Flavi, fondatori, rispettivamente delle dinastie giulio-claudia e flavia[1]. Secondo Zosimo e Zonara, Claudia era invece figlia dello stesso Gotico[2]. Eutropio invece la definisce semplicemente sua parente, senza prendere posizione sul fatto che fosse una figlia o una nipote[3]. In ogni caso, le fonti dichiarano che sposò Flavio Tito Eutropio, un nobile dardano, e gli diede un figlio, Costanzo Cloro, futuro padre di Costantino I[1][2][3].

Valutazione storica

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La quasi totalità degli storici moderni valuta con sospetto le parentele affermate e persino l'esistenza di Claudia, ritenendo invece che la sua ascendenza sia stata creata a tavolino da Costantino, figlio di Costanzo Cloro, desideroso di nobilitare se stesso e la propria famiglia, separandola, come immagine pubblica, da quelle di Massimiano e degli altri membri della Tetrarchia[4]. Infatti, Claudio Gotico era stato un imperatore apprezzato e rispettato, che non era né morto in guerra né era stato assassinato, pagano ma non considerato un persecutore dei cristiani, e che a sua volta rivendicava parentele, pure se anche queste con tutta probabilità false, con gli imperatori Gordiano II e Probo[2][5], inoltre, il suo massimo risultato fu la vittoria di Naisso, vicino al luogo di nascita dello stesso Costantino, tutti motivi che lo rendevano una buona scelta come personalità dinastica a cui associarsi[6]. Vale inoltre la pena ricordare che il figlio maggiore di Costantino si chiamava Crispo, nome che sarebbe a sua volta nobilitato dichiarando di averlo chiamato in onore del presunto Crispo padre di Claudia[6].

Un'ipotesi alternativa sulla madre di Cloro teorizza che si chiamasse invece Giulia Costanza o Giulia Costantina (e secondo Eutropio, Claudio il Gotico aveva una sorella chiamata proprio Costantina[1]), e che fosse la concubina, piuttosto che la moglie, di Flavio Tito Eutropio, il che spiegherebbe come mai lo stesso Cloro scelse come erede Costantino, nato dal concubinato con Elena[7][8].

Vero o falso che sia, il desiderio di Costantino di essere associato al Gotico fu ripreso dai contemporanei e dagli autori successivi, che glorificarono tale relazione nei loro scritti[9]. Anche i figli di Costantino vennero spesso nominati in onore di Claudio, Crispo e Claudia e questi a sua volta non mancarono, una volta adulti, di sottolineare la loro presunta ascendenza[10]. La strategia di Costantino fu replicata da suo cognato, e collega imperatore, Licinio, che commissionò scritti in cui veniva fatto discendere dall'imperatore Filippo l'Arabo[11].

Possibili raffigurazioni

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Diversi storici ritengono che la donna in piedi dietro Costantino e che ne indica il figlio Crispo incisa sulla Gemma Constantiniana sia una raffigurazione di Claudia[12][13][14].

  1. ^ a b c Ronald Syme, Historia Augusta papers, Clarendon Pr. [u.a.], 1983, p. 71, ISBN 978-0-19-814853-1.
  2. ^ a b c (EN) Olivier Hekster, Emperors and Ancestors: Roman Rulers and the Constraints of Tradition, Oxford University Press, 2015, pp. 225, ISBN 978-0-19-873682-0.
  3. ^ a b Aleksandar Jovanović, Tlo Srbije - zavičaj Rimskih careva: = Serbia - homeland of the Roman emperors, Princip Bonart Pres, 2006, p. 126, ISBN 978-86-85215-10-0.
  4. ^ (EN) Eusebius, Eusebius' Life of Constantine, Clarendon Press, 10 settembre 1999, p. 201, ISBN 978-0-19-158847-1.
  5. ^ (EN) Patricia Southern, The Roman Empire from Severus to Constantine, Routledge, 15 maggio 2015, ISBN 978-1-317-49694-6.
  6. ^ a b (EN) Samuel Lieu e Dominic Montserrat, From Constantine to Julian: Pagan and Byzantine Views: A Source History, Routledge, 1º novembre 2002, pp. 68-69, ISBN 978-1-134-87118-6.
  7. ^ (EN) Stanislav Doležal, Two of Constantine's "official lies", in Graeco-Latina Brunensia, n. 2, 2020, pp. 61–71, DOI:10.5817/GLB2020-2-5.
  8. ^ (EN) Vern L. Bullough e Bonnie Bullough, Prostitution: An Illustrated Social History, Crown Publishers, 1978, p. 51, ISBN 978-0-517-52957-7.
  9. ^ John Frederick Drinkwater, The Gallic empire: separatism and continuity in the north-western provinces of the Roman Empire A.D. 260 - 274, collana Historia Einzelschriften, Steiner-Verl. Wiesbaden, 1987, p. 64, ISBN 978-3-515-04806-4.
  10. ^ Jill Harries, Imperial Rome AD 284 to 363: the new empire, collana The Edinburgh history of ancient Rome, Edinburgh Univ. Press, 2012, ISBN 978-0-7486-5395-9.
  11. ^ Irfan Shahîd, Rome and the Arabs: a prolegomenon to the study of Byzantium and the Arabs, Dumbarton Oaks Research Library and Collection, 1984, p. 84, ISBN 978-0-88402-115-5.
  12. ^ A house of art: Rubens as collector ; [Exhibition "A House of Art: Rubens as Collector", Rubenshuis, Antwerp, 6 march - 13 june 2004], 1. publ, Rubenshuis & Rubenianum, 2004, p. 282, ISBN 978-90-76704-69-2.
  13. ^ Jan Willem Drijvers e Jan Willem Drijvers, Helena Augusta: the mother of Constantine the Great and the legend of her finding of the true cross, collana Brill's studies in intellectual history, Brill, 1992, p. 193, ISBN 978-90-04-09435-2.
  14. ^ (EN) R. R. R. Smith, Maiestas Serena: Roman Court Cameos and Early Imperial Poetry and Panegyric, in The Journal of Roman Studies, vol. 111, 2021-11, pp. 75–152, DOI:10.1017/S0075435821000459.