Carlo Marin
Carlo Marin (Muggia, 1º marzo 1773 – Mantova, 16 giugno 1852) è stato un funzionario e poeta italiano È stato un protagonista degli eventi del 1797 ed ha esercitato una profonda influenza sul nipote Ippolito Nievo[1][2], tanto da ispirargli il personaggio di Carlino Altoviti nelle Confessioni[3][4].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Carlo Marin, figlio di Girolamo e di Chiara Belluna Bragadin, è nato il 1º marzo 1773 a Muggia (Istria), dove il padre era podestà della Repubblica di Venezia. Apparteneva a una delle famiglie patrizie che avevano fondato Venezia. Fu educato dai padri Somaschi alla lettura dei testi classici italiani e latini e studiò Gaetano Filangieri e Montesquieu. Divenne amico dei fratelli Giovanni e Ippolito Pindemonte. In prime nozze sposò nel 1793 Regina Morosini, da cui ebbe una figlia. Rimasto vedovo, il 7 agosto 1808 si unì in seconde nozze con Ippolita di Colloredo (Mantova il 12 dicembre 1785 - 1816), la cui famiglia possedeva il castello di Colloredo di Monte Albano. Da Ippolita ebbe due figli: Augusto (Ancona, 25 luglio 1810 - Teglio, 7 febbraio 1883) e Adele (Verona, 9 maggio 1809 - Mantova, 18 agosto 1888), che sposò Antonio Nievo (Mantova 12 ottobre 1802 - 30 ottobre 1884): sono i genitori di Ippolito Nievo che dalla nonna materna Ippolita, morta giovane, ha preso il nome.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a0/Paolo_Monti_-_Servizio_fotografico_%28Colloredo_di_Monte_Albano%2C_1967%29_-_BEIC_6355817.jpg/220px-Paolo_Monti_-_Servizio_fotografico_%28Colloredo_di_Monte_Albano%2C_1967%29_-_BEIC_6355817.jpg)
Funzionario amministrativo della Repubblica di Venezia, al tempo dell'Impero austriaco Carlo Marin mantenne le sue cariche. Fu castellano a Chioggia, tesoriere a Udine, segretario camerale a Verona, Vicenza e Ancona, intendente a Ferrara e a Verona e, come ultimo incarico, fu ciambellano a Verona. Nel 1846, dopo 53 anni di attività al servizio dello Stato, si ritirò in pensione e visse tra Sabbioneta e Mantova, insieme alla famiglia di sua figlia Adele. A Sabbioneta, dove il nipote Ippolito si recò spesso in visita, Carlo Marin abitò con il genero Antonio fino al 1849, quando Antonio Nievo fu allontanato da Mantova, per motivi politici, e mandato in Friuli. Quando Ippolito Nievo era a Palermo, con l'incarico di vice-intendente dell'esercito meridionale garibaldino, scrisse alla madre che il nonno Carlo sarebbe stato fiero di un nipote, così preciso e attento come amministratore.
Carlo Marin ha scritto versi che pubblicava talvolta in opuscoli, come quello per le nozze Adriana Balbi - Giuseppe D'Ezdorf. Ha pubblicato anche saggi di storia dell'arte. Manoscritti originali, con sonetti, aforismi, odi anacreontiche ed epigrammi - materiale in parte ancora inedito - sono di proprietà della Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo. In queste liriche esprimeva il rimpianto per la Repubblica di Venezia, dolore per la sua fine, desiderio di tornare a Venezia, da cui si sentiva esiliato. La critica letteraria ha visto in Carlo Marin un riferimento alla figura di Carlo anziano ne Le confessioni d'un italiano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ https://www.treccani.it/enciclopedia/ippolito-nievo_%28Dizionario-Biografico%29/
- ^ Paolo Ruffilli, introduzione a Ippolito Nievo, Il barone di Nicastro, 1987. [1]
- ^ https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/05/17/ippolito-indiavolato.html
- ^ Giovanni Cappello, Invito alla lettura di Ippolito Nievo, p. 92, Mursia, 1988
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Domenico De Stefano, Gli studi su Ippolito Nievo in Friuli negli ultimi trent'anni. Un capitolo fondamentale della storia della critica nieviana, Padova, CLEUP, 1996, SBN IT\ICCU\PUV\0350556.
- Fausta Samaritani (a cura di), Ippolito Nievo, i giorni sommersi, Venezia, Marsilio, 1996, SBN IT\ICCU\RML\0060651.
- AA VV, Ippolito Nievo e il Mantovano. Atti del Convegno nazionale, Venezia, Marsilio, 2001, p. 553, SBN IT\ICCU\LO1\0560445.