Carlo Bottiglioni
Carlo Bottiglioni | |
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Nascita | Carrara, 1906 |
Morte | Malipaci, 6 gennaio 1941 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Corpo | Alpini |
Specialità | Artiglieria da montagna |
Grado | Capitano |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Carlo Bottiglioni (Carrara, 1906 – Malipaci, 6 gennaio 1941) è stato un militare italiano. Capitano del Corpo degli alpini, fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento durante la Campagna italiana di Grecia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nel 1906 a Carrara Apuania,[2] figlio di Giuseppe e Amalia Placido. Dopo essersi iscritto presso la Facoltà di Fisica dell'Università di Pisa, fu ammesso a frequentare il corso straordinario per Allievi Ufficiali di complemento presso la Scuola di Applicazione d'artiglieria e genio a Torino, da cui uscì con il grado di sottotenente.[2] Nel luglio 1929 ebbe la nomina a tenente ed entrò in servizio permanente effettivo (SPE) nel Regio Esercito.[2] Prestò servizio nel 3º Reggimento artiglieria alpina fino all’ottobre 1936, passando poi al 60º Reggimento artiglieria della 65ª Divisione fanteria "Granatieri di Savoia" operante in Africa Orientale Italiana. Promosso capitano, dal luglio 1937 passò in servizio presso il II Gruppo someggiato indigeno[2] equipaggiato con gli obici da 65/17 Rimpatriato alla fine dello stesso anno, entrò in servizio presso il 5º Reggimento artiglieria alpina e nel luglio 1938 partì volontario per la Spagna, al comando dell’11ª batteria del X Gruppo da 75/27 mm. Durante il conflitto si distinse nella battaglia di Catalogna venendo decorato con una Croce di guerra al valor militare.[2]
Rientrato in Italia nel corso del 1939, ritornò in servizio nel 3º Reggimento artiglieria alpina e il 4 dicembre 1940 partì per il fronte greco-albanese al comando della 43ª batteria del Gruppo "Val Tagliamento"[2] di Tolmezzo.[N 1] Nella piana di Malipaci il 6 gennaio 1941,[1] insieme ad un gruppo di bersaglieri, partì all'attacco di una postazione greca allo scopo di conquistare la posizione al fine di piazzarvi i suoi cannoni. Rimasto ferito venne preso prigioniero, ma poco dopo fu trucidato da alcuni soldati greci che lo pugnalarono barbaramente, e poi gettarono il suo corpo in un burrone. Successivamente recuperata la salma venne inviata in Italia, e fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 29 novembre 1941[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il Gruppo artiglieria alpina "Val Tagliamento" era composto da tre batterie, 41ª 42ª,43ª, un reparto che insieme a tre battaglioni alpini ("Val Tagliamento", "Val Fella", "Val Natisone") formava il 1º Gruppo Alpini "Valle", costituito nell’ottobre 1939 sui resti del Gruppo "Conegliano" del 3º Reggimento artiglieria alpina.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Andrea Bianchi, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
- Mario Cervi, Storia della guerra di Grecia, Milano, Rizzoli, 2005, ISBN 88-17-86640-7.
- Andrea Lombardi (a cura di), L'ultima Blitzkrieg - Le campagne della Wehrmacht nei Balcani: Jugoslavia, Grecia e Creta, Genova, Effepi, 2008, SBN IT\ICCU\RAV\1713660.