Avanà

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Avanà
Dettagli
SinonimiAvenà, Avenai, Vermaglio(nel Saluzzese)
Paese di origineBandiera dell'Italia Italia
Colorenera
Bandiera dell'Italia Italia
Ampelografia
Degustazione
[senza fonte]

L'Avanà è un vitigno a bacca nera. È raro e viene coltivato in Val di Susa e nel Pinerolese, nella città metropolitana di Torino. In Savoia, dove è stato coltivato fino al XX secolo, veniva chiamato Hibou noir.

Le prime testimonianze sono datate intorno all'anno mille, nel Cartolarium Ulcense dell'abbazia di Oulx, che nel 1088 cita una vigna di Chiomonte e nel 1201 segnala vigne a Raforn, in Val Clarea.[1] Nel 1606 il Croce parla espressamente di un vitigno denominato Avanato.[2]

Caratteri morfologici

[modifica | modifica wikitesto]

Il germoglio ha apice verde giallastro, da lanuginoso a cotonoso, con le foglioline apicali spiegate, giallo verdastre con orli appena rosati; foglioline basali di colore verde chiaro giallastro talora appena sfumate di rame, inferiormente lanuginose.

Il tralcio è di colore verde chiaro.

Di media grandezza o medio-grande, cuneiforme od orbicolare, a 5 lobi, di colore verde chiaro; la pagina inferiore ha lembo lanuginoso con tomento a ciuffi.

A maturità è medio-grande e allungato, cilindrico oppure piramidale, alato (spesso un’ala si presenta lungamente peduncolata), normalmente spargolo. Gli acino sono medio-grandi, di forma variabile, più frequentemente sferoidale o ellissoidale; la buccia è spessa, molto pruinosa, di colore irregolare blu nero violetta. La maturazione risulta medio-precoce

Essendo un vitigno ad alta vigoria, può essere soggetto ad acinellatura; la potatura suggerita è lunga per ottenere una buona fruttificazione, anche se permane una frequente alternanza. L’uva è resistente a muffa e marciume, purché ben esposta al sole. I tralci sono spesso molto lignificati.

Vinificazione

[modifica | modifica wikitesto]

Le uve di Avanà danno un vino fresco e fruttato, dal profumo caratteristico, leggero di corpo, di breve durata. Il colore, piuttosto scarico, ha inizialmente ottima tonalità, ma tende a degradarsi con rapidità, virando all'arancio. La varietà viene vinificata in purezza o come componente del vino a DOC Valsusa ed utilizzato con percentuale del 30% nell'assemblaggio del Pinerolese Ramié.[3]

A Chiomonte è vinificato in purezza come vino di ghiaccio, con il nome di San Sebastiano. Ha «un colore rosato e sfumature dorate. In esso gli aromi di frutta esotica, si alternano a quelli di albicocca e fichi secchi, esaltati dalla piacevole freschezza e dalla dolcezza spiccata». Si presta quindi a «un fine pasto abbinato a specialità dolciarie ma si svela anche come aperitivo. Viene servito alla temperatura di 8° in calici ampi, per esaltarne le caratteristiche e la gradazione è di 13 gradi».[4].

  1. ^ Cooperativa agricola Clarea (PDF), su caaitalia.it. URL consultato il 29 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2018).
  2. ^ AIS Piemonte
  3. ^ Disciplinare del Pinerolese DOC (PDF), su regione.piemonte.it. URL consultato il 30 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2015).
  4. ^ Il Vino del ghiaccio. La tradizione del vino a Chiomonte, su Comune di Chiomonte. URL consultato il 13 gennaio 2020 (archiviato il 2 giugno 2019).

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]