Arduinna

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Arduinna
Caratteristiche immaginarie
SessoFemmina
ProfessioneDèa della caccia e delle foreste
nume tutelare della foresta (e regione) delle Ardenne
AffiliazioneDei gallici

Nella mitologia celtica, Arduinna (anche Arduina, Arduinnae o Arduinne) era l'Eponimo nume tutelare della foresta (e regione) delle Ardenne, raffigurata come una cacciatrice a cavallo d'un cinghiale[1] e venerata soprattutto nelle attuali regioni del Belgio e del Lussemburgo ma anche in Francia. È stata identificata con la greca Artemide e la romana Diana.[2]

Raffigurazioni

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Arduinna è solitamente raffigurata come un'amazzone armata di coltello a cavallo d'un cinghiale.[1] Tuttavia, lo studioso Simone Deyts[3] ha notato che l'identificazione si basa su di una statua in bronzo gallo-romana conservata nel Musée des Antiquités Nationales di Saint-Germain-en-Laye[4] non recante iscrizioni che fu presunta come raffigurante Arduinna dall'antiquario del XIX secolo che la scoprì.[5] Un altro bronzo simile, dalla collezione del Cavalier Richard Payne, si trova al British Museum dal 1824 ma è tradizionalmente identificato come una "Diana Gallo-Romana". Entrambe le statuette in bronzo sono ora senza testa.

Arduinna è attestata direttamente da due iscrizioni latine:

Il nome Arduinna deriva dal gallico arduo, lett. "altezza".[6] Figura in diversi toponimi, come la Foresta delle Ardenne (la. Arduenna silva) in Francia, e la Foresta di Arden in Inghilterra, nei nomi personali Arduunus e Arda - quest'ultimo dal conio dei Treveri[7] - e il Galata Αρδή. Il nome Arduenna silva per "altezze boscose" è stato applicato a diverse foreste di montagna e non solo le moderne Ardenne: si trova nei dipartimenti dell'Alta Loira e del Puy-de-Dôme e nel comune francese di Alleuze.[8]

È stato anche osservato che la geminazione consonantica -nn- è tipico di un linguaggio del Belgi[9], non propriamente dei Galli, cosa che suggerirebbe un'etimologia "settentrionale" vicina alle Lingue germaniche.

Riferimenti storici

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Nel 585, San Walfroy predicò alla popolazione locale di Villers-devant-Orval nelle Ardenne per convincerla ad abbandonare il culto di Diana. Sulla collina vicino a Margut, c'era, secondo Gregorio di Tours, una grande statua di pietra di Diana dove le persone adoravano la divinità. Gli adoratori cantavano in onore di Diana mentre bevevano e banchettavano. Dopo alcune difficoltà, Walfroy e i suoi seguaci riuscirono ad abbattere l'idolo a colpi di martello[10]

Arduinna nella cultura di massa

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  • L'Asteroide "394 Arduina", scoperto il 19 novembre 1894, prende il nome da Arduinna.
  • La serie televisiva franco-belga Black Spot presenta degli eco-terroristi chiamati "Children of Arduinna".
  1. ^ a b Green, p. 180; (FR) Baratte F, Statuette dite de la déesse Arduinna, in Lavagne H (a cura di), Les dieux de la Gaule romaine, Luxembourg, 1989, pp. 90-91.; (FR) Boekhoorn DN, Bestiaire mythique, légendaire et merveilleux dans la tradition celtique : de la littérature orale à la littérature écrite (TESI), 2008, pp. 270-276.; (EN) Walker BG, Woman's Dictionary of Symbol and Sacred Objects, Harper, 1991.; (EN) Cooper JC, Symbolic and Mythological Animals, Londra, 1992.
  2. ^ (FR) Jérémie B (a cura di), Le paganisme indo-européen : pérennité et métamorphose, Éditions L'Âge d'Homme, 2001, p. 266.
  3. ^ (FR) Deyts S, Images des Dieux de la Gaule, Editions Errance, 1992, ISBN 2-87772-067-5.
  4. ^ Descrizione della statua in (FR) Boucher S, Recherches sur les Bronzes Figurés de Gaule Pré-romaine et Romaine, Ecole Français de Rome, 1976. URL consultato il 13 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2013).
  5. ^ Deyts, pp. 46–47.
  6. ^ Dictionnaire, p. 51.
  7. ^ RIG, -4, 36-43.
  8. ^ Dictionnaire, pp. 51-52.
  9. ^ (DE) Gysseling M, De Vroegste geschiedenis van het Nederlands: een taalkundige benadering, in Naamkunde, 1970, pp. 157-180.
  10. ^ (LA) Gregorio di Tours, Historia Francorum, VIII.
  • (FR) Delamarre X e Lambert PY, Dictionnaire de la Langue Gauloise, 2ª ed., Editions Errance, 2003, ISBN 2-87772-237-6.
  • (EN) Green M, The Gods of the Celts, Sutton Publishing, 1986, ISBN 0-7509-1581-1.
  • Inscriptiones urbis Romae latinae, in Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. 6.
  • Inscriptiones trium Galliarum et Germaniarum Latinae, in Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. 13.
  • (FR) Colbert de Beaulieu JB e Fischer B, Recueil des Inscriptions gauloises, 1998.

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