Apofillite

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Apofillite
Classificazione Strunz9.EA.15
Formula chimicaKCa4Si8O20(F,OH)·8H2O
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinoDimetrico
Sistema cristallinoTetragonale
Gruppo puntuale4/m 2/m 2/m
Gruppo spazialeP 4/mnc
Proprietà fisiche
Densità2,33-2,37[1][2] g/cm³
Durezza (Mohs)4,5-5[1][2]
SfaldaturaPerfetta secondo la base[1]
FratturaIrregolare[1]
Coloreincolore, bianco[1][2], rosa[1], verde[1], giallo[1], violetto[1]
LucentezzaVitrea o Madreperlacea[1][2]
OpacitàDa trasparente a traslucida[1]
Strisciobianco[1][2]
DiffusioneAbbastanza raro[3]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

L’apofillite è un minerale; un silicato, Fillosilicato. Non è una zeolite, tettosilicato, anche se spesso, nelle collezioni, viene associata a esse, perché si ritrova nello stesso ambiente di formazione.

Origine del nome

[modifica | modifica wikitesto]

Il nome apofillite deriva dal greco apo (lontano) e phyllon (foglia), perché, quando viene scaldata sulla fiamma, si sfalda in fiocchi simili a foglie. Nelle calde acque termali di Uxahver nel nord dell’Islanda, l'apofillite disciolta forma grandi cristallizzazioni che somigliano a una foresta pietrificata. L’apofillite di questa località fu chiamata Oxahverite, nome ormai desueto.[4]

Abito cristallino

[modifica | modifica wikitesto]

Tetragonale pseudocubica. Si presenta con cristalli ben formati, in combinazione del prisma tetragonale [110], bipiramide [011], pinacoide [001], con alcuni cristalli con abito pseudo-cubico, ma anche massiva con cristalli uniformi molto piccoli, non distinguibili tra loro. In genere, forma cristalli cubo-ottaedrici o bipiramidali, con gli angoli tronchi e facce che terminano in piramidi. I cristalli sono lunghi 1-2 cm; in India si trovano cristalli molto più grandi. L’apofillite forma anche cristalli tabulari. Ha una lucentezza vitrea trasparente ma può essere anche colorata di bianco, verde, giallo o rosa. Potrebbe essere confusa col quarzo ma questo ha tipici cristalli esagonali ed è più duro.[5] L’apofillite è un fillosilicato formato da strati costituiti da una combinazione di anelli a 4/8 tedraedri di SiO4. A secondo della presenza di Fluoro, F, o di idrossile, OH, si formano le varietà: fluoroapofillite e idrossiapofillite.[6]

Proprietà chimico-fisiche

[modifica | modifica wikitesto]

I cristalli sono duri, leggeri, perfettamente sfaldabili, secondo la base. Fonde facilmente, colorando la fiamma di violetto per la presenza di potassio K, e formando un vetro chiaro. Viene attaccata dall’acido cloridrico, HCl, lasciando una silice gelatinosa.[7]

Origine e giacitura

[modifica | modifica wikitesto]

L'apofillite è un minerale di origine idrotermale e come tale occupa soprattutto cavità di rocce basaltiche e tufacee in associazione a mesolite, stilbite, scolecite, prehnite, calcite, analcime, heulandite e quarzo. Si rinviene anche in druse nei filoni minerari e nelle fessure alpine.[8]

Forma in cui si presenta in natura

[modifica | modifica wikitesto]

L'apofillite si presenta in cristalli cuboottaedrici a forma di bipiramidi o lamellari, incolori, bianchi o debolmente colorati di rosa, verde, giallo. L’apofillite verde è molto apprezzata dai collezionisti.

Luoghi di ritrovamento

[modifica | modifica wikitesto]

Esemplari molto belli provengono dall'Islanda[9] e splendidi da Poona, Nashik e altri distretti dell'India.[10] È stata trovata nella regione della Nova Scozia in Canada, nei giacimenti di rame del Lago Superiore (U.S.A.), nelle isole Färöer, in Groenlandia, e in Rio Grande do Sul in Brasile. In Italia, è stata segnalata nelle miniere di Traversella (TO), nei basalti antichi a San Pietro di Montecchio Maggiore (VI) e all’Alpe di Siusi (BZ).[11]

Minerale d’interesse scientifico e collezionistico.

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Scheda tecnica del minerale su webmineral.com
  2. ^ a b c d e Scheda tecnica del minerale su mindat.org
  3. ^ A. Mottana, R. Crespi, G. Liborio, "Minerali e rocce", Mondadori Editore, 1977"
  4. ^ ”K. Saemundsson, E. Gunnlaugsson, Icelandic Rocks and Minerals, Mál og Menning, 2010”
  5. ^ ”R. Hochleitner, Guida ai Minerali, Ricca editore, Roma, 2017”
  6. ^ ” Ole Johnsen, Guida ai Minerali del Mondo, Zanichelli, Bologna, 2011”
  7. ^ ”A. Mottana, R. Crespi, G. Liborio, Minerali e rocce, Mondadori, Milano, 2009”
  8. ^ ”R. Hochleitner, Guida ai Minerali, Ricca Editore, Roma, 2017”
  9. ^ ”K. Saemundsson, E. Gunnlaugsson, Icelandic Rocks and Minerals, Mál og Menning, 2010,
  10. ^ ”Berthold Ottens, Indian Zeolites, The Mineralogical Record, January-february, 2003, vol. 34, n.1, Tucson,”
  11. ^ ”A. Mottana, R.Crespi, G. Liborio, Minerali e Rocce, Mondadori, Milano, 2009”

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Mineralogia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mineralogia