Lingua francese antica

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Francese antico
Franceis, françois, romanz
Parlato inFrancia settentrionale, parti del Belgio e della Svizzera
PeriodoX-XIV secolo, poi evolutasi nel medio francese
Locutori
Classificaestinta
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue italiche
  Lingue romanze
   Lingue italo-occidentali
    Lingue occidentali
     Lingue gallo-iberiche
      Lingue gallo-romanze
       Lingue gallo-retiche
        Lingue d'oïl
Codici di classificazione
ISO 639-2fro
ISO 639-3fro (EN)
Glottologoldf1239 (EN)
Estratto in lingua
Il Padre Nostro
Sire Pere, qui es es ceaus,
sanctifiez soit li tuens nons;
avigne li tuens regnes.
Soit faite ta volonte, si comme ele est faite el ciel,
si soit ele faite en terre.
Nostre pain de chascun jor nos donne hui.
Et pardone-nos nos meffais, si comme nos pardonons a cos qui maeffait nos ont.
Sire, ne soffre que nos soions tempte par mauvesse temptation; mes, Sire, delivre-nos de mal.
Amen.

Il francese antico o lingua d'oïl (langue d'oïl) è la più antica forma attestata della lingua francese, parlata nei territori che coprono approssimativamente la parte settentrionale della moderna Francia e parti dei moderni Belgio e Svizzera, all'incirca dal 900 al 1300.

La denominazione langue d'oïl serviva per distinguerla dalla lingua occitana antica (detta anche "lingua d'oc", in francese langue d'oc), che veniva parlata nel sud della moderna Francia.

Le lingue moderne derivate dal francese antico prendono il nome collettivo di lingue d'oïl.

Grammatica e fonologia

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Influenze storiche

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Il gallico, uno dei sopravvissuti delle lingue celtiche continentali dei tempi romani, si estinse lentamente durante i lunghi secoli della dominazione romana. Solo una manciata (approssimativamente 200) di parole galliche sopravvivono nel francese antico, ad esempio bièvre ‘castoro’, brif ‘talento, astuzia’, grenon ‘baffi’, muchier ‘nascondere’, seüs ‘segugio’ e seuwe ‘soga, fune’. Meno di duecento parole nel francese moderno hanno etimologia gallica; Delamarre (2003, pp. 389–90) ne elenca 167. A causa dell'espansione dell'Impero romano, il latino cominciò ad essere parlato più spesso, il che spiega la limitata influenza e longevità del gallico.

In un certo senso, l'antico francese cominciò quando l'Impero romano conquistò la Gallia durante le campagne di Giulio Cesare, che verso il 51 a.C. erano quasi complete. I Romani introdussero il latino nella Francia meridionale verso il 120 a.C. (durante le guerre puniche) quando cadde sotto l'occupazione romana.

A cominciare dal tempo di Plauto, la struttura fonologica del latino classico subì un cambiamento, che avrebbe prodotto infine il latino volgare, la lingua parlata comune dell'Impero romano occidentale. Questa seconda forma differiva fortemente dalla sua corrispondente classica riguardo alla fonologia; e fu l'antenata delle lingue romanze, compreso il francese antico. Alcune parole galliche influenzarono il latino volgare e, attraverso questo, altre lingue romanze. Per esempio, il latino classico equus fu sostituito nella parlata comune dal latino volgare caballus ‘ronzino’, preso in prestito dal gallico *caballos ‘cavallo da soma’ (cf. bretone kefel, gallese ceffyl)[1], dando il francese cheval, il catalano cavall, l'occitano caval, l'italiano cavallo, il portoghese cavalo, lo spagnolo caballo e il rumeno cal.

Antico francone

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L'antico francone ebbe una vasta influenza sul vocabolario del francese antico dopo la conquista, da parte della tribù germanica dei Franchi, delle porzioni della Gallia romana che costituiscono ora la Francia ed il Belgio durante le invasioni barbariche del V e VI secolo. Il nome français è derivato dal nome di questa tribù. Numerosi altri popoli germanici, inclusi i Burgundi e i Visigoti, erano attivi nel territorio a quel tempo; le lingue germaniche parlate dai Franchi, dai Burgundi e da altri non erano lingue scritte, e a questa distanza è spesso difficile identificare da quale specifica fonte è derivata una determinata parola germanica in francese. I filologi come Pope (1934) ritengono che forse il quindici per cento del vocabolario del francese moderno derivi da fonti germaniche, incluso un gran numero di parole comuni come bosc, bois ‘bosco’ (< *busk; cf. olandese bos), guarder, warder ‘guardare’ (< *wardōn ‘stare in guardia’; cf. medio olandese waerden) e hache ‘ascia’ (< *hāppia; cf. olandese heep, hiep ‘roncola’). È stato suggerito che anche il passé composé e altri tempi verbali composti usati nella coniugazione francese sono il risultato di influenze germaniche.[senza fonte]

Altre parole germaniche nell'antico francese apparvero in conseguenza di insediamenti normanni in Normandia durante il X secolo. Gli abitanti di quegli insediamenti parlavano il norreno; e la loro presenza fu legittimata e resa permanente nel 911 sotto Rollone di Normandia. Alcuni termini marinari, segnatamente i quattro punti cardinali, furono presi in prestito anche dall'antico inglese attraverso i Normanni.

Primi esempi scritti del francese antico

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Sacramenta argentariae (Giuramento di Strasburgo)

Sebbene i più antichi documenti che si dicono scritti in francese dopo il Glossario di Reichenau (VIII sec.) e le Glosse di Kassel (IX sec.) siano quelli dei Giuramenti di Strasburgo (trattati e atti costitutivi firmati da re Carlo il Calvo nell'842), è probabile che questo testo rappresenti una più antica lingua d'oïl o gallo-romanza, uno stadio di transizione tra il latino volgare ed il primo romanzo:

(FRO)

«Pro Deo amur et pro Christian poblo et nostro commun salvament, d'ist di en avant, in quant Deus savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in aiudha et in cadhuna cosa…»

(IT)

«Per l'amore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e nostra comune, da oggi in avanti, in quanto Dio sapere e potere mi concede, così salverò io questo mio fratello Carlo e col [mio] aiuto e in ciascuna cosa…»

La casa reale dei Capetingi, fondata da Ugo Capeto nel 987, inaugurò lo sviluppo della moderna cultura francese, che lentamente ma saldamente affermò il suo ascendente sulle aree più meridionali dell'Aquitania e di Tolosa. La lingua d'oïl dei Capetingi, la precorritrice del moderno francese standard, tuttavia, cominciò a divenire l'idioma comune dell'intera nazione di Francia solo dopo la Rivoluzione francese.

Un altro esempio di un primo testo in lingua d'oïl o gallo-romanza è la Sequenza di Sant'Eulalia, che è probabilmente molto più vicina alla lingua parlata del tempo rispetto ai Giuramenti di Strasburgo (basato su lingue diverse). Peraltro, è difficile ricostruire precisamente come questi testi antico-francesi ancora esistenti fossero pronunciati.

Riepilogo fonologico

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L'antico francese stava costantemente cambiando ed evolvendo. Tuttavia, è utile a volte considerare una forma "standard" della lingua nello stato in cui era intorno alla fine del XII secolo (come attestato in una grande quantità di scritti per lo più poetici). Il sistema fonologico può essere sintetizzato come segue:[2]

Grafico IPA consonanti antico francese
Bilabiale Labio-
dentale
Dentale/
Alveolare
Postalveolare/
palatale
Velare Glottidale Labiovelare
Nasale m n ɲ
Occlusiva p   b t   d k   ɡ
Fricativa f   v s   z h[3]
Affricata t͡s [4]  d͡z t͡ʃ [5]  d͡ʒ[6]
Laterale l ʎ
Vibrante r[7]
Approssimante ɥ j w
Grafico IPA vocali antico francese
Anteriore Centrale Posteriore
Chiusa orale i   y   u
nasale ĩ   ỹ  
Semichiusa orale e ə  
nasale õ
Semiaperta ɛ   ɔ
Aperta orale a    
nasale ã
  1. /o/ era esistita in precedenza, ma si era chiusa in /u/; sarebbe riapparsa in seguito quando /ɔ/ si chiudeva in certe posizioni.

Dittonghi e trittonghi

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Tutti questi sono scomparsi nel francese moderno.

Grafico IPA dittonghi / trittonghi antico francese
IPA Esempio Significato
  d i s c e n d e n t e
Orale /aw/ chevaus cavallo
/ɔj/ toit tetto
/ɔw/ coup colpo
/ew/ ~ /øw/ neveu nipote
/iw/ ~ /iɥ/ tieulle, tiule tegola
Nasale /ẽj/ plein pieno
/õj/ loinz lungi
  a s c e n d e n t e
Orale /je/ pié piede
/ɥi/ fruit frutto
/we/ ~ /wø/ cuer cuore
Nasale /jẽ/ bien bene
/wẽ/ juignet luglio
/ɥĩ/ cuens conte
  t r i t t o n g h i
l'accento cade sempre sulla vocale intermedia
Orale /e̯aw/ beaus bello
/jew/ Dieu Dio
/wew/ jueu ebreo
  • Notare che le vocali nasali non erano pure, cioè la consonante nasale seguente veniva ancora pronunciata. (Es. bien = /bjẽn/.)

L'antico francese mantenne un sistema di declinazione con due casi, un caso retto ed un caso obliquo, più a lungo di altre lingue romanze (ad es. spagnolo ed italiano). Le distinzioni dei casi, almeno nel genere maschile, erano marcate sia sull'articolo determinativo che sul sostantivo stesso. Così, il sostantivo maschile li veisins ‘il vicino’ (latino vicīnus /wɪˈkiːnʊs/ > proto-romanzo *vecínos /veˈʦinos/ > fr. ant. veisins /vejˈzĩns/ > fr. mod. voisin /vwazɛ̃/) era declinato nel modo seguente:

Evoluzione della declinazione bicasuale nell'antico francese
latino latino volgare francese antico
singolare retto ille vīcīnus
nominativo
(il)le vicīnos li veisins
obliquo illum vīcīnum
accusativo
(il)lo vicīno le veisin
plurale retto illī vīcīnī (il)lī vicīni li veisin
obliquo illōs vīcīnōs (il)los vicīnos les veisins

Nell'antico francese posteriore, queste distinzioni divennero moribonde. Quando le distinzioni erano abbastanza marcate, talvolta sopravvivevano entrambe le forme, con una differenza lessicale: tanto sendra (retto, latino senior) quanto seignor (obliquo, latino seniōrem) sopravvivevano nel vocabolario del francese posteriore come modi diversi di riferirsi ad un signore feudale. Come nella maggior parte della altre lingue romanze, fu la forma del caso obliquo che di solito sopravvisse per diventare la forma del francese moderno: l'enfant ‘il bambino’ rappresenta il vecchio accusativo; il caso retto fr. ant. era li enfes. Ma alcuni sostantivi francesi moderni perpetuano il vecchio retto; il francese moderno sœur ‘sorella’ (fr. ant. suer), rappresenta il nominativo latino sóror; la forma fr. ant. obliqua seror, dall'accusativo latino sorōrem, non sopravvive più. Anche molti nomi personali preservano il retto, come indicato dalla loro finale -s, quali Charles, Georges, Gilles, Jacques e Jules.

Come in spagnolo ed in italiano, il genere neutro fu eliminato, e i vecchi sostantivi neutri divennero maschili. Alcuni neutri plurali latini furono però rianalizzati come femminili singolari; ad esempio, il latino gaudium era usato più ampiamente nella forma plurale gaudia, che nel latino volgare fu interpretata come un singolare, e condusse infine al francese moderno joie ‘gioia’ (femminile singolare).

I sostantivi erano articolati nelle seguenti declinazioni:

  • Classe I (femminile, senza marcatura dei casi): la fame, la fame, les fames, les fames ‘donna’
  • Classe II (maschile): li veisins, le veisin, li veisin, les veisins ‘vicino’; li sergenz, le sergent, li sergent, les sergenz ‘servo’
  • Class Ia (femminile ibrida): la riens, la rien, les riens, les riens ‘cosa’; la citéz, la cité, les citéz, les citéz ‘città’
  • Classe IIa (maschile ibrida): li pere, le pere, li pere, les peres ‘padre’
  • Classe IIIa (maschile): li chantere, le chanteor, li chanteor, les chanteors ‘cantante’
  • Classe IIIb (maschile): li ber, le baron, li baron, les barons ‘barone’
  • Classe IIIc (femminile): la none, la nonain, les nonains, les nonains ‘suora’
  • Classe IIId (forme isolate, irregolari): la suer, la seror, les serors, les serors ‘sorella’; li enfes, l'enfant, li enfant, les enfanz ‘bambino’; li prestre, le prevoire, li prevoire, les prevoires ‘prete’; li sire, le sieur, li sieur, les sieurs ‘signore’; li cuens, le conte, li conte, les contes ‘conte’

La classe I è derivata dalla prima declinazione latina. La classe II a sua volta deriva dalla seconda declinazione latina. La classe Ia viene per lo più da sostantivi femminili della terza declinazione in latino. La classe IIa generalmente proviene da sostantivi della seconda declinazione terminanti in -er e da sostantivi maschili della terza declinazione; da notare che in entrambi i casi il nominativo singolare latino non terminava in -s, e questo si è preservato nell'antico francese.

I sostantivi della classe III mostrano una forma separata nel retto singolare che non ricorre in alcuna della altre forme. I sostantivi della IIIa terminavano in -ÁTOR, -ATÓREM in latino, e conservano lo spostamento di accento; i sostantivi della IIIb parimenti avevano uno spostamento di accento da -O a -ÓNEM. I sostantivi della IIIc sono una creazione del francese antico e non hanno un chiaro antecedente latino. I sostantivi della IIId rappresentano vari tipi di sostantivi latini della terza declinazione con spostamento di accento o maschile singolare irregolare (sóror, sorórem; ínfans, infántem; présbyter, presbýterem; séiior, seiiórem; cómes, cómitem).

sostantivi plurali in -x

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Varie parole del francese moderno terminano in -x al plurale, come deux (due), chevaux (cavalli), cheveux (capelli). Tale lettera x viene pronunciata solo in caso di liaison con un suono [z]. L'utilizzo della x al plurale deriva da una abbreviazione tipica dei manoscritti medievali. Nel francese antico si trova spesso la lettera x utilizzata come segno d'abbreviazione per la sequenza di lettere "-us" alla fine di una parola e dopo una vocale. Per esempio, la scrittura "chevax" (plurale obliquo di cavalli) nel manoscritto va pronunciata in francese antico come /tʃəvaus/. L'abitudine di denotare con "-x" il suono "-us" è andata perduta, tuttavia alcune parole frequenti che avevano un plurale obliquo in -us abbreviato in -x hanno conservato la -x per denotare il plurale.

singolare plurale
nominativo li chevals /

li chevax (pronunciato chevaus)

li cheval
obliquo le cheval les chevals /

les chevax (pronunciato chevaus)


la parola del francese moderno cheval, plur: chevaux, come la maggior parte delle parole deriva dal caso obliquo.

Il verbo nell'antico francese era assai meno distinto dal resto del protoromanzo di quanto fosse il sostantivo. Partecipava della perdita della forma passiva e della riduzione dei futuri latini del tipo amābō ‘amerò’ al protoromanzo *amāre ajo (lett. ‘devo amare’), che divenne amerai in antico francese.

Il latino aveva certi verbi ad accento variabile basato sul sistema di accentazione latina, che dipendeva dalla lunghezza vocalica. Così, la forma con rizotonia ámō ‘amo’, in cui l'accento tonico cadeva sulla radice del tema, cambiava nella forma con rizoatonia amāmus ‘amiamo’, in cui l'accento si ritrasse sulla vocale tematica. Poiché la tonicità latina influenzava le vocali dell'antico francese, questo spostamento tonico creò in antico francese molti verbi forti con dittongo mobile o cambio vocalico. La forma rizotonica ámō produsse aim, mentre quella rizoatona amāmus produsse amons. Ci sono almeno 11 tipi di alternanze; esempi di questi vari tipi sono aim, amons; achat ‘compro’, achetons ‘compriamo’; adois ‘tocco’, adesons ‘tocchiamo’; mein ‘conduco’, menons ‘conduciamo’; achief, achevons; conchi ‘espello’, concheons ‘espelliamo’; pris ‘apprezzo’, proisons ‘apprezziamo’; demeur ‘dimoro’, demourons ‘dimoriamo’; muer ‘muoio’, mourons ‘moriamo’; apui ‘appoggio’, apoions ‘appoggiamo’. Nel francese moderno quasi tutti questi verbi sono stati livellati, generalmente con la forma rizoatona che predomina (ma il moderno aimer/nous aimons è un'eccezione). Rimangono tuttavia alcune alternanze, in quelli che sono ora noti come verbi irregolari, quali je tiens, nous tenons o je meurs, nous mourons.

In generale, i verbi del francese antico mostrano molta meno riformazione analogica che in francese moderno. La prima persona singolare del francese antico aim, ad esempio, viene direttamente dal latino amō, mentre il moderno aime ha una -e analogica aggiunta. Le forme del congiuntivo aim ‘io ami’, ains ‘tu ami’, aint ‘lui/lei ami’ sono preservazioni dirette del latino amem, amēs, amet, mentre le forme moderne j'aime, tu aimes, il aime sono state completamente riformate sulla base di verbi nelle altre coniugazione. Anche il passato remoto mostra un'estesa riformazione e semplificazione nel francese moderno in confronto al francese antico.

Il piuccheperfetto latino era preservato nel primissimo antico francese come un tempo passato con un valore simile a un preterito o ad un imperfetto. Ad es. (Sequenza di Sant'Eulalia, 878 d.C.) avret < habuerat ‘aveva avuto’, voldret < voluerat ‘aveva voluto’ (anche l'antico occitano preservava questo tempo, con un valore condizionale).

Esempio di verbo regolare in -er

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Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Presente Passato remoto Imperfetto Futuro Presente Imperfetto Presente Presente
je dur durai duroie durerai dur durasse dureroie
tu dures duras durois dureras durs durasses durerois dure
il dure dura duroit durera durt durast dureroit
nous durons durames duriiens/-ïons durerons durons durissons/-issiens dureriions/-ïons durons
vous durez durastes duriiez dureroiz/-ez durez durissoiz/-issez/-issiez dureriiez/-ïez durez
ils durent durerent duroient dureront durent durassent dureroient

Forme non finite:

  • Infinito: durer
  • Participio presente: durant
  • Participio passato: duré

Verbo ausiliare: avoir

Esempio di verbo regolare in -ir

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Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Presente Passato remoto Imperfetto Futuro Presente Imperfetto Presente Presente
je fenis feni fenissoie fenirai fenisse fenisse feniroie
tu fenis fenis fenissoies feniras fenisses fenisses fenirois fenis
il fenist feni(t) fenissoit fenira fenisse(t) fenist feniroit
nous fenissons fenimes fenissiiens fenirons fenissons feniss-ons/-iens feniriiens fenissons
vous fenissez fenistes fenissiiez fenir-oiz/-ez fenissez feniss-oiz/-ez/-iez feniriiez fenissez
ils fenissent fenirent fenissoient feniront fenissent fenissent feniroient

Forme non finite:

  • Infinito: fenir
  • Participio presente: fenissant
  • Participio passato: feni(t)

Verbo ausiliare: avoir

Esempio di verbo regolare in -re

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Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Presente Passato remoto Imperfetto Futuro Presente Imperfetto Presente Presente
je cor corui coroie corrai core corusse corroie
tu cors corus coroies corras cores corusses corroies cor
il cort coru(t) coroit corra core(t) corust corroit
nous corons corumes coriiens corrons corons coruss-ons/-iens corriiens corons
vous corez corustes coriiez corr-oiz/-ez corez coruss-oiz/-ez/-iez corriiez corez
ils corent corurent coroient corront corent corussent corroient

Forme non finite:

  • Infinito: corre
  • Participio presente: corant
  • Participio passato: coru(t)

Verbo ausiliare: estre

Esempi dei verbi ausiliari

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Avoir (avere)

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Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Presente Passato remoto Imperfetto Futuro Presente Imperfetto Presente Presente
je ai eus avoie aurai ai eusse auroie
tu ais (più tardi as) eus avois auras ais eusses aurois ave
il ai (più tardi a) eut avoit aura ai eusst auroit
nous avons eumes aviens/-ïons aurons aions eussons/-issiens auravons/-ïons avons
vous avez eustes aviez auroiz/-ez aiez eussoiz/-issez/-issiez auravez/-ïez avez
ils ont eurent avoient auront ont eussent auroient

Forme non finite:

  • Infinito: avoir (più anticamente aveir)
  • Participio presente: aiant
  • Participio passato: eut

Verbo ausiliare: avoir

Estre (essere)

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Indicativo Congiuntivo Condizionale Imperativo
Presente Passato remoto Imperfetto Futuro Presente Imperfetto Presente Presente
je sui fui (i)ere; esteie > estoie (i)er; serai; estrai seie > soie fusse soi sereie > seroie; estreie > estroie
tu es, ies fus (i)eres ; esteies > estoies (i)ers; seras; estras seies > soies fusses sereies > seroies; estreies > estroies seies > soies
il est fu(t) (i)ere(t), (i)ert ; esteit > estoit (i)ert; sera(t); estra(t) seit > soit fust sereit > seroit; estreit > estroit
nous somes, esmes fumes eriiens, erions ; estiiens, estions (i)ermes; serons; estrons seiiens, seions > soiiens, soions fuss-ons/-iens seriiens, serions; estriiens, estrions seiiens > soiiens, seions > soions
vous estes fustes eriiez ; estiiez --; sere(i)z; estre(i)z seiiez > soiiez fuss-eiz/-ez/-iez seriiez; estriiez seiiez > soiiez
ils sont furent (i)erent ; esteient > estoient (i)erent; seront; estront seient > soient fussent sereient > seroient; estreient > estroient

Forme non finite:

  • Infinito: estre
  • Participio presente: estant
  • Participio passato: esté(t)

Verbo ausiliare: avoir (?)


Dal momento che il francese antico non consisteva di un unico modello, varianti amministrative in competizione tra loro erano propagate dalle corti e dalle cancellerie provinciali.

Il francese di Parigi era uno di numerosi modelli, che includevano:

Lingue derivate

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Questa lingua d'oïl è l'antenata di parecchie lingue parlate oggi, che comprendono:

Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura medievale francese.
  1. ^ Delamare 2003, p. 96
  2. ^ Il grafico è basato sulle fonologie date in Laborderie, Noëlle, Précis de Phonétique Historique, Nathan 1994; e in Rickard, Peter, A History of the French Language, 2ª edizione, Routledge 1989, pp. 47-8.
  3. ^ Fonema reintrodotto da influenza delle lingue germaniche, che riguardava solo quelle parole, rappresentato dalla lettera H (le parole con H che avevano origine latina e greca conservava la H muta). Venne persa nel periodo moderno.
  4. ^ Rappresentato dalla lettera ç in posizione intervocalica.
  5. ^ Col digramma CH.
  6. ^ Rappresentato dalla lettera I e G.
  7. ^ Fonema presente rappresentato dalla lettera R, fino all'epoca moderna quando cambiò nella fricativa uvulare sonora.
  • François de la Chaussée, Initiation à la morphologie historique de l'ancien français, Parigi, Klincksieck, 1977. ISBN 2-252-01922-0
  • Xavier Delamarre, Dictionnaire de la langue gauloise. Une approche linguistique du vieux-celtique continental, 2ª ed., Parigi, Errance, 2003. ISBN 2-87772-237-6
  • William Kibler, An Introduction to Old French, New York, Modern Language Association of America, 1984.
  • André Lanly, Morphologie historique des verbes français, Parigi, Champion, 2002. ISBN 2-7453-0822-X
  • M.K. Pope, From Latin to Modern French with Especial Consideration of Anglo-Norman Phonology and Morphology, Manchester, Manchester University Press, 1934.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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