Utente:Andromeda14/Sandbox

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1. correggere gli errori di battitura

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(brano tratto dalla voce Cattedrale di Santa Maria del Fiore):

Questa è un'immagine di prova

Il centro religioso di Firenze era nell'alto Medioevo tutt'altro che baricentrico, [1]essendosi sviluppato nell'angolo nord-est dell'antica cerchia romana. Come tipico dell'epoca paleocristiana le chiese erano state infatti costruite, anche a Firenze,[2]a ridosso delle mura e solo nei secoli successivi furono inglobate nella città. La prima cattedrale fiorentina fu San Lorenzo, dal IV secolo, e successivamente, forse nel VII secolo, il titolo passò a Santa Reparata, la primitiva chiesa che si trova sotto il Duomo e che all'epoca era ancora fuori dalle mura.

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mettere il link alle seguenti voci:

  • Festa della Repubblica
  • Firenze
  • ANPI
  • Piazza della Repubblica

nella seguente frase:

Il giorno della festa della Repubblica nella città di Firenze si tiene sempre una manifestazione con la presenza del Sindaco, l'associazione ANPI,: in genere l'iniziativa si tiene in Piazza della Repubblica.

  1. ^ la Repubblica - News in tempo reale - Le notizie e i video di politica, cronaca, economia, sport, su la Repubblica. URL consultato il 15 febbraio 2021.
  2. ^ [www.corriere.it Corriere della sera].
Carlo Goldoni

La locandiera di Carlo Goldoni [1]

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Mirandolina, vivace protagonista della commedia di Goldoni (La Locandiera-1752), dove appariva con vari nomi (Colombina il più frequente).

La commedia dell'arte, che si riferisce a un teatro popolare, fondata sulle maschere fisse (i protagonisti/gli attori improvvisano). Non c'è il copione, ma c'è il canovaccio (storia rapida).

L'Accademia dell'Arcadia [2]

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Essa riunisce autori che aspirano al ritorno all'armonia e alla genuinità della poesia classica antica, in contrasto con il Barocco. Per questo la poesia arcadica è limpida ed elegante, segue i princìpi di verosimiglianza e semplicità e il suo obiettivo è di riprodurre un mondo schietto a stretto contatto con la natura.

Johann Joachim Winckelmann

Il Neoclassicismo[3]

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Il Neoclassicismo (neo "nuovo", classicismo "ritorno al passato"; neoclassicismo "nuovo ritorno al passato") è una tendenza artistica, culturale, letteraria che si afferma soprattutto in Italia durante l'età napoleonica (tra Sette-Ottocento). C'è un ritorno all'antichità con il critico e archeologo tedesco Johann Joachim Winckelmann (1717-1768), il quale sosteneva che l'arte greca aveva realizzato l'ideale del bello assoluto ed eterno e l'essenza di questa bellezza espressa dall'arte classica erano una «nobile semplicità» ed una «calma grandezza» che nascono dall'armonia, l'equilibrio e l'ordine. Infine le sue teorie fornirono all'estetica neoclassica i princìpi fondamentali: l'arte e la letteratura che dovevano mirare al bello ideale.

Jacques-Louis David

Nell'arte questo movimento si fonda sulla riscoperta dell'antico di cui nel Settecento è protagonista l'Italia: con la scoperta delle rovine di Ercolano(1738) e Pompei (1748). Grande esponente del Neoclassicismo è il pittore ufficiale della Rivoluzione francese, Jacques-Louis David (1748-1825) che nei suoi dipinti raffigura episodi della storia romana, simbolo di valori civili e patriottici. La letteratura è influenzata dalla diffusione delle idee rivoluzionarie provenienti dalla Francia: l'ideale neoclassico convive con l'ispirazione illuministica e lo scrittore assume su di sé la funzione della guida morale della società che indica il percorso da seguire. Questa aspirazione si sviluppa a Milano e la sua massima espressione sono le odi e le poesie di Giuseppe Parini (1729-1799) e Ugo Foscolo (1778-1827).

Il Preromanticismo [4]

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Nella seconda metà del Settecento, si manifesta in Europa una nuova attenzione all'aspetto soggettivo e interiore dell'artista, nella ricerca di paesaggi selvaggi e incontaminati, nella scelta di atmosfere e tetre e funebri. Prima di Foscolo, in Italia tendenze preromantiche si trovavano nel titanismo (l'atteggiamento di ribellione, contro i limiti imposti dalla natura e dalla società, nella consapevolezza di essere destinati alla sconfitta).

Il Giardino Botanico di Villa De Ponti [5]

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Esso fa parte della Comunità Montana Valle S. Martino (1992: nove comuni di cui cinque passati in provincia di Lecco, mentre gli altri quattro in provincia di Bergamo), ed è situato a Calolziocorte. È un luogo di incontro tra natura e umani, dove sono ospitate mezzo migliaio di specie differenti, il quale costituisce un polmone verde tra case, industrie, strade e parcheggi. La Villa ha un'architettura che richiama il gusto liberty (inizio Novecento). Il parco appartiene al sistema delle ville patrizie.

La famiglia Villa De Ponti

La storia del Giardino Botanico ripercorre le vicende di Villa De Ponti, casa della prima metà del '900, quest'ultima è prossima alla fabbrica Sali di Bario legata dal 1908 al 1975 alla famiglia di origine milanese De Ponti, la quale acquisì l'area nel 1923 e in cui iniziarono i lavori, che si concluderanno nel 1925. L'orto e frutteto erano condotti da Angelo Gandolfi, per molti decenni giardiniere, custode e memoria storica del luogo. Il parco era vissuto specialmente nelle stagioni estive; la madre Rosetta era l'unica persona appassionata alle piante, ai fiori, ecc. Ma nel 1989-1992 la costruzione della strada che passa sotto la ferrovia ha diminuito il traffico sulla provinciale Lecco-Calolziocorte, causando così al parco un taglio e corredato di un sottofondo acustico di motori. Negli anni '90 del Novecento la Comunità Montana ha acquistato l'immobile e ha destinato il resto a Giardino Botanico.

La forma obbligata

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riguarda sia gli alberi che gli arbusti e risponde al desiderio di fissare l'architettura vegetale di un luogo. Il tasso, i bossi, i carpini, i tigli e i ligustri sono sottoposti con regolarità a potature che conciliano la crescita delle piante e la staticità delle forme volute.

L'anello dei grandi alberi ( o anello ellittico)

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Si può passeggiare tra cedri, faggi, betulle e platani. Esso è situato lungo il viale che circonda l'ampia chiaria erbosa.

La flora legnosa autoctona

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Qui appartiene la maggior parte delle specie, le piante che possiedono robuste strutture di sostegno per uno sviluppo sia in altezza che in larghezza alla ricerca competitiva della luce; il maggior numero di specie della flora autoctona (ovvero del nostro territorio) è formata da piante erbacee, eppure le legnose dominano molti habitat.

La valletta delle conifere

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è stata progettata nella cosiddetta valletta a sud est dell'edificio, fino all'inizio di questo secolo era dominato da abeti rossi ma in pochi anni sono morti, oggi la valletta è stata arricchita di molte altre specie che formeranno un nuovo bosco di conifere. Gimnosperme, ovvero le piante con il seme nudo, più note come conifere, vale a dire le piante che 'portano i coni'. I coni più noti sono le pigne, sono formate da squame indurite.

Il Giardino Botanico

Arrampicatrici del mondo

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Molte piante si sono evolute sviluppando fusti striscianti, chiome irregolari e forme di crescita incerte: sono le rampicanti, piante opportunistiche che sfruttano le altre specie per appoggiarvisi sopra. Il Giardino Botanico presenta un numero discreto numero di specie di questo tipo, sia autoctone che esotiche.

era stato richiesto dalla signora De Ponti alla fine degli anni '60 per mascherare il muro della fabbrica confinante, allora in fase di costruzione. Il bambù ha crescita vigorosa, sopporta il gelo e i tagli ripetuti forma boschetti fitti che si espandono velocemente e richiedono periodici interventi di contenimento.

Un parco pieno di storie

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È un luogo di continua mutazione, poiché è un luogo di organismi viventi grazie ai fattori naturali e antropici, è aperto al pubblico, in cui si svolgono: eventi e progetti sociali ed è caratterizzato dalla presenza di volontari, studenti, visitatori e operatori.

L'Oratorio di San Domenico (noto anche come la Chiesa dei morti) [6]

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Si trova a Carenno, è una Chiesa isolata e periferica e il suo nome viene preso dalla valle: Valle dei morti, ed è stata edificata tra il 1724 e il 1730 per ricordare le vittime colpite dalla peste nel 1629-30-31 (morirono circa 15.000 persone). È la ottava tappa dell'itinerario esterno del Museo Ca' Martì: Valle dei muratori. Tra il 1886 e il 1908 divenne un luogo abbandonato, e questo abbandono durò fino alla seconda metà del Novecento. Nel 1987 iniziarono i lavori di restauro ovvero: i muri di sostegno, tetto, sottotetto, solaio, pavimentazione esterna e interna, serramenti e intonaci; i lavori si conclusero nel 2000.

L'Oratorio di San Domenico (Chiesina dei morti)

Ancora oggi il problema non risolto è il fatto che, i documenti non affermano chi sia stato l'autore dei dipinti e la data di esecuzione di quest'ultimi.

Il messaggio che vuole trasmettere l'oratorio di San Domenico ai visitatori è la vanitas : teschi e scheletri ricordano la precarietà, la caducità e la brevità della vita con un forte richiamo della morte. La morte ricorda ai vivi di comportarsi con rettitudine senza eccedere nei vizi ed esaltano le virtù. All'interno della Chiesa possiamo trovare 4 pareti, in cui in ognuna c'è una coppia di scheletri, queste rappresentano: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.

si basa tra il bene e il male, uno scheletro ha in mano una falce messoria perché è indeciso se compiere il bene o il male, mentre l'altro in una mano ha un coltello e nell'altra un rosario

Il simbolo tipico è la bilancia poiché rappresenta l'equilibrio e la spada taglia via l'eccesso. Anche qui ricompare il rosario. Giustizia è sinonimo di onestà e di rispetto della legge.

L'interno della Chiesa dei morti

per affrontare gli ostacoli e vincere le tentazioni. Qui uno scheletro (si pensi che sia un soldato) tiene una spada e il pugno chiuso sul petto, invece l'altro lo supplica.

capacità di stemperare gli eccessi. La clessidra per ammonire gli uomini di usare bene il tempo, l'altro scheletro tiene una coppa che richiama il vizio del bere.

Questo luogo rimane un luogo di culto e di comunità, l'8 agosto si celebra la festa di San Domenico.

  1. ^ PDF.
  2. ^ Ida Merello, Aa. Vv., Il paganesimo nella letteratura dell’Ottocento, in Studi Francesi, 161 (LIV | II), 1º settembre 2010, pp. 394, DOI:10.4000/studifrancesi.6978. URL consultato il 5 marzo 2021.
  3. ^ La letteratura ieri, oggi, domani.
  4. ^ Ida Merello, Aa. Vv., Il paganesimo nella letteratura dell’Ottocento, in Studi Francesi, 161 (LIV | II), 1º settembre 2010, pp. 394, DOI:10.4000/studifrancesi.6978. URL consultato il 5 marzo 2021.
  5. ^ ecomuseo Val San Martino.
  6. ^ Oratorio di San Domenico | Val San Martino Spot, su www.valsanmartinospot.it. URL consultato il 19 luglio 2021.