Rocca di Belvedere
Rocca di Belvedere | |
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I ruderi della rocca agli inizi del XX secolo | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Rusino, frazione di Tizzano Val Parma |
Indirizzo | sentiero del Castello ‒ Rusino ‒ Tizzano Val Parma (PR) |
Coordinate | 44°29′57.34″N 10°14′54.73″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello medievale |
Inizio costruzione | inizi del XV secolo |
Materiale | pietra |
Primo proprietario | Ottobuono de' Terzi |
Condizione attuale | ruderi di una torre |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | controllo della val d'Enza |
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La rocca di Belvedere, nota anche come castello di Rusino o castello di Moragnano, era un maniero medievale, i cui resti sorgono tra le piccole frazioni di Rusino e Moragnano, all'interno del comune di Tizzano Val Parma, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Si ipotizza che dalla zona in cui sorge la rocca abbia avuto origine, nell'XI secolo, la nobile famiglia dei Da Moragnano, che furono vassalli degli Obertenghi e ebbero il proprio storico feudo a Nasseta, oggi nel comune di Collagna.[2]
La rocca fu probabilmente edificata nei primi anni del XV secolo per volere di Ottobuono de' Terzi, signore di Tizzano, quale presidio fortificato sulla val d'Enza.[3]
Nel 1409, in seguito all'uccisione del condottiero, il castello di Rusino fu occupato dal marchese Odoardo Pallavicino[3] e subito dopo dal marchese di Ferrara Niccolò III d'Este.[1]
Dopo la cessione di Parma in cambio di Reggio Emilia nel 1420 al duca di Milano Filippo Maria Visconti, quest'ultimo nel 1441 investì nuovamente del feudo di Belvedere i conti Guido e Giberto Terzi.[4]
Nel 1447 il Comune di Parma affidò direttamente la gestione del territorio, comprendente le località di Rusino, Moragnano, Vezzano, Groppizioso, Lalatta, Treviglio e Musiara, al podestà Antonio Caviceo.[5]
Sul finire del 1448 Jacopo Vallisneri, in seguito alla distruzione del castello del Castellaro a opera del Comune di Parma, attaccò e conquistò la rocca, per poi cederla spontaneamente ad Alessandro Sforza nel 1450, dopo che questi conquistò la città di Parma;[6] nello stesso anno il duca Francesco Sforza elevò il feudo al rango di contea e lo assegnò ancora ai Terzi, che ricevettero conferma dell'investitura nove anni dopo.[5]
Nel 1479 il maniero fu assediato dal conte di Caiazzo Roberto Sanseverino d'Aragona, ma l'assalitore fu costretto a desistere.[5]
Nel 1518 la rocca fu nuovamente assediata, questa volta dal bandito reggiano Domenico Amorotto, che non riuscì nell'impresa.[2]
Nel 1666 il marchese Scipione I de' Rossi, oberato dai debiti contratti per rientrare in possesso della contea di San Secondo, fu costretto a cedere alla Camera Ducale di Parma tutte le rocche appenniniche in suo possesso.[7] Il feudo di Belvedere fu in seguito assegnato ai conti Camuti; nel 1790 il conte Giuseppe lo cedette, in cambio di alcune terre a Ronchetti di San Secondo, al conte Pietro Andrea Leggiadri Gallani,[8][9] che ne mantenne i diritti fino al 1805, quando i decreti napoleonici sancirono la loro abolizione nell'ex ducato di Parma e Piacenza.[10]
Agli inizi del XX secolo dell'antico castello rimaneva soltanto una torre in rovina,[1] che fu rinforzata strutturalmente; gli ambienti interni furono inoltre svuotati dai detriti.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dell'antico castello rimane oggi soltanto una torre mozzata, parzialmente recuperata agli inizi del XX secolo eliminando le parti in pericolo di crollo.[3]
La massiccia struttura in pietra, sviluppata su una pianta quadrata, è caratterizzata dalla presenza di piccole feritoie e dello stretto portale d'ingresso ad arco a tutto sesto, chiuso da cancello.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c PR068 - Rocca di Belvedere di Rusino a Tizzano Val Parma, su rblob.com. URL consultato il 6 agosto 2017.
- ^ a b Calidoni, Basteri, Bottazzi, Rapetti, Rossi, p. 167.
- ^ a b c d Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni, p. 8.
- ^ Pezzana, p. 454.
- ^ a b c Belvedere, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 6 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
- ^ Bacchini.
- ^ Paolo Panni, Misteri e leggende millenarie a Roccalanzona, su emiliamisteriosa.it. URL consultato il 1º settembre 2016.
- ^ Leggiadri Gallani Pietro Andrea, su comune.parma.it. URL consultato il 14 aprile 2018.
- ^ Molossi, p. 465.
- ^ L’eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 6 agosto 2017.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Relazione di inquadramento archeologico con schede di sito e segnalazioni (PDF), in PSC_REL_07.2, Tizzano Val Parma, Comune di Tizzano Val Parma, luglio 2013. URL consultato il 6 agosto 2017.
- Franco Bacchini, La guerra del Castellaro, Parma, Terziaria, 1993.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Mario Calidoni, Maria Cristina Basteri, Gianluca Bottazzi, Caterina Rapetti, Sauro Rossi, Castelli e borghi. Alla ricerca dei luoghi del Medioevo a Parma e nel suo territori, Parma, MUP Editore, 2009, ISBN 978-88-7847-241-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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