Porteur d'eau africain

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Porteur d'eau africain
AutoreGeorges Henri Guittet
Data1901
Materialemarmo grigio
Dimensioni175×91×120 cm
UbicazioneMuseo di Piccardia, Amiens

Il Porteur d'eau africain ("Portatore d'acqua africano") è una scultura in marmo grigio di Georges Henri Guittet, creata nel 1900. È conservata al museo di Piccardia di Amiens.[1]

Georges Henri Guittet studiò la scultura alla scuola delle belle arti di Amiens e poi a Parigi. Dopo il suo servizio militare, ottenne una borsa di studio nel 1899 che gli permise di formarsi tra gli scultori della società degli artisti francesi e di viaggiare in Oriente. Da lì nacque, senza dubbio, il suo interesse per l'orientalismo. Il Porteur d'eau africain venne esposto all'esposizione universale di Parigi nel 1900 e al Salone degli artisti francesi nel 1901.[1][2] L'opera venne acquistata nel 1903 dalla commissione del museo, dopo la morte dell'artista.[3]

Quest'opera è più o meno in linea con quelle di Charles Cordier. Il talento dell'artista gli permise di legare sia l'orientalismo che il realismo.[4] Lo scultore riuscì a riprodurre nel marmo l'espressione della sofferenza di un corpo che si piega sotto il peso e il caldo. Lungi dall'esaltare la forza e la bellezza, la nudità del corpo, gli arti inferiori piegati e la posizione delle braccia esprimono la fatica e la spossatezza. L'espressione del volto fa altrettanto. L'otre riempito è legato al busto del portatore e poggia sulla sua schiena, costringendolo a piegarsi per poter avanzare. Lo studio anatomico perfetto che l'artista fa vedere aumenta il realismo della scena.[4]

Il successo che la scultura riscosse presso il pubblico portò alla fabbricazione di varie piccole riproduzioni in bronzo.

  1. ^ a b (FR) Le Porteur d'eau africain, su www.pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 26 aprile 2023.
  2. ^ (FR) Base Salons, su salons.musee-orsay.fr. URL consultato il 26 aprile 2023.
  3. ^ (FR) Notice, su Amiens Métropole. URL consultato il 26 aprile 2023.
  4. ^ a b (FR) Revue des deux mondes: revue mensuelle fondée en 1829, Soc. de la Revue des Deux Mondes, 1897. URL consultato il 26 aprile 2023.

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