Plastron

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Signori in tight; quello a sinistra porta una cravatta tipo plastron

Il plastron è un tipo di cravatta sia maschile sia femminile.

Nell'abbigliamento maschile oramai si riserva solo alle occasioni particolarmente formali o importanti quando si indossa il tight (morning dress) se si porta la camicia con collo diplomatico.

Il plastron moderno, in uso dall'epoca vittoriana, si indossa eseguendo un particolare nodo, dopodiché i lembi incrociati che coprono lo sparato della camicia vengono fermati con una spilla; nella variante femminile ne esistono modelli variamente colorati e dotati di volant, pizzi, piegoline e ricami. Il plastron può essere di tipo tradizionale, annodabile, oppure premontato, come per le cravatte a farfalla, con chiusura a collare.

In ambito equestre, nel dressage il plastron è un importante accessorio della tenuta delle amazzoni, mentre gli uomini indossano solitamente la cravatta bianca.

Gentiluomini del XIX secolo con cravatta plastron.

Talvolta la parola plastron si usa, anche in Italia, come sinonimo di sparato, ossia la parte anteriore delle camicie da sera. Questo è molto più frequente in francese, dato che il vocabolo deriva dalla parte anteriore delle armature che portava appunto lo stesso nome[1].

Il plastron fungeva da "sciarpa da caccia"; un nastro in stoffa annodato intorno al collo che poteva servire in casi di emergenza per soccorrere cavalieri e cavalli (per fermare le emorragie o immobilizzare arti fratturati). Già nel 1630 se ne ha conoscenza nelle divise dei mercenari croati assoldati da Luigi XIII re di Francia e il cardinale Richelieu, mentre della versione più moderna si sa che era molto di moda in Inghilterra, grazie a Edoardo VII, nel 1888[2].

La parola plastron è francese e deriva dal termine italiano piastrone, indicante il pezzo della corazza che riparava il petto dei cavalieri medievali[3].

  1. ^ Treccani vocabolario on line, su treccani.it.
  2. ^ (EN) Guida al tight, su morningdressguide.com (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2017).
  3. ^ Garzanti linguistica, su garzantilinguistica.it.

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