Paolo Ciulla

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«Romanzo non vuol dire bugia. Spesso la vita è più imbrogliona di un romanzo»

Paolo Ciulla (Caltagirone, 19 marzo 18671º aprile 1931) è stato un falsario, fotografo e incisore italiano.

Nato a Caltagirone in provincia di Catania subito dopo l'unità d'Italia, studiò inizialmente arte a Roma dove cercò d'intraprendere la carriera di docente presso l'Accademia di Belle Arti.

Fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del novecento fu costretto all'esilio, probabilmente a causa delle simpatie anarchico-socialiste diffusesi anche a seguito dei Fasci siciliani. Nel suo girovagare passò da Roma e giunse a Parigi, dove frequentò l'ambiente artistico di Montmartre sino al 1910 e dove conobbe, fra gli altri, Picasso e Modigliani[2]. Sulle sue avventure si mescolano spesso romanzo e realtà, specie per il periodo successivo, quando lasciò l'Europa per trasferirsi a Buenos Aires. Nel periodo argentino visse dapprima come aiutante di un fotografo, quindi tentò la falsificazione dei pesos per ribellarsi a una repubblica che sentiva "falsa". Scoperto, fu internato in un manicomio dove rimase sino al 1916[3].

Il ritorno in Sicilia

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Tornato successivamente in Sicilia, deluso dalla sua esperienza in giro per il mondo e desideroso di un riscatto, Ciulla decise di mettere a frutto la sua innata capacità nel miscelare i colori divenendo uno dei maggiori falsari della storia. La sua falsificazione delle banconote da 500 lire fu così perfetta che ne poté produrre migliaia prima che qualcuno, a Catania, s'accorgesse della contraffazione. La falsificazione avvenne nel periodo compreso fra la primavera del 1920 e l'autunno del 1922[4]. Ciulla lavorava da solo ed era divenuto molto esperto nella produzione delle banconote, ma allo stesso tempo gli acidi lo avevano reso quasi cieco. La stima della banconote contraffatte fu di circa ventimila unità, di una tale perfezione che anche i periti della Banca d'Italia ne riconobbero la qualità[5].

Arresto e condanna

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Fu scoperto da una regia guardia, Elia Gervasi, solo perché, spinto da filantropia e da un'ansia di ricerca di riscatto sociale, iniziò a distribuire e a far recapitare, a casa di migliaia di famiglie poco abbienti, biglietti falsi senza mittente[senza fonte].

Fu arrestato il 17 ottobre del 1922: il processo gli inflisse una condanna a cinque anni, che scontò fino al 1927.

  1. ^ Girodivite: Un nero deserto subentrò a un'irrigua vallata suburbana
  2. ^ La frequentazione di Ciulla con questi artisti è riferita solo da alcuni, da altri viene considerata in ogni caso possibile.
  3. ^ L'Artista Che Diventò Falsario, su cinemagay.it. URL consultato il 27 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  4. ^ Periodo indicato in Copia archiviata, su sellerio.it. URL consultato il 28 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2007).
  5. ^ Citato da Copia archiviata, su gaynews.it. URL consultato il 27 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2007).
  • Pietro Nicolosi, Paolo Ciulla, il falsario, Tringale, Catania, 1984.
  • Maria Attanasio, Il falsario di Caltagirone: notizie e ragguagli sul curioso caso di Paolo Ciulla. Editore Sellerio, Palermo 2007.
  • Stefano Poddi, Paolo Ciulla, il falsario caritatevole, Il giornale della numismatica, Anno I nn. 1 e 2 Quibus Edizioni, Torino 2012.
  • Dario Fo e Piero Sciotto, Ciulla, il grande malfattore. Guanda, Parma 2014.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN314891832 · ISNI (EN0000 0004 4614 8000 · LCCN (ENno2015053589 · GND (DE1068238364 · BNF (FRcb155974727 (data) · J9U (ENHE987007324581005171