Museo civico di Gangi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo civico di Gangi
Palazzo Sgadari
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGangi
IndirizzoCorso Giuseppe Fedele Vitale 54
Caratteristiche
Tipoarcheologia
antropologia
etnografia
Apertura1995
GestioneComune di Gangi
Visitatori2 869 (2022)
Sito web

Il Museo civico di Gangi si trova presso l'omonimo comune situato nella zona orientale della città metropolitana di Palermo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il museo civico è allestito all'interno di Palazzo Sgadari, una delle residenze storiche più suggestive di Gangi. L'edificio risale al XIX secolo e apparteneva all'omonima famiglia gangitana. Dal 1995 conserva reperti archeologici rinvenuti nel vicino Monte Alburchia e in località Gangi Vecchio, corrispondente all'antico centro abitato che fu distrutto nel 1299 durante la Guerra dei Vespri. Difatti malgrado nel centro urbano di Gangi non siano stati mai rinvenuti reperti archeologici, i dintorni dell'antico borgo presentano un elevato patrimonio di testimonianze storiche che legittima l’inserimento del paese madonita nelle carte archeologiche. Grazie a una spedizione archeologica sull'Alburchia condotta nel 1958 dal professor Vincenzo Tusa (tra i massimi esperti di archeologia in Sicilia), fu possibile trovare reperti risalenti all'epoca arcaica e paleocristiana, nonché a periodi ben più remoti come l'Età del Bronzo.[2] Furono portati alla luce residui datati addirittura tra il VII ed il VI secolo a.C.[3] Dislocato su ben quattro differenti sale, questo museo è suddiviso in due sezioni: didattica e topografica. Il territorio di Gangi è da sempre associato al mondo dell'archeologia per il suo collegamento con l’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese menzionata da Diodoro Siculo e nota in tempi antichi per la presenza del tempio correlato al culto delle Dee Madri tipiche della mitologia greca.[4]

I ritrovamenti archeologici esposti riguardano principalmente componenti di antiche macine per la molitura dei cereali, una collezione numismatica con emissioni risalenti all'Antica Grecia e all'Impero romano, materiale architettonico, epigrafi funerarie, maschere, anfore, pesi da telaio. Al primo piano è in aggiunta presente una pinacoteca che conserva una collezione di novantasei quadri del pittore siciliano Gianbecchina, il quale era solito raffigurare membri della classe lavoratrice: contadini, operai, donne che lavorano nei campi. Il piano superiore custodisce invece una raccolta di armi da sparo (fucile ad avancarica con sistema di accensione a percussione, fucile Damasco inglese, fucile Chassepot, spingarda ad avancarica, Carabina Winchester, fucili a retrocatica Damas, revolver Smith & Wesson, rivoltelle Colt, pistole Browing) e armi bianche.[5] Nella vecchia autorimessa dell'edificio è stato invece allestito uno spazio museale etnoantropologico dedicato alla civiltà rurale gangitana, il quale espone un'interessante raccolta di testimonianze della tradizione locale, quali antichi arnesi e utensili adoperati dai braccianti.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Museo civico di Gangi, su cefalumadoniehimera.it.
  2. ^ Gangi e il Monte Alburchia, su grifoneartigliopenna.com.
  3. ^ Antichi reperti di epoca arcaica, su inegozidigangi.it.
  4. ^ Engyon, su comune.gangi.pa.it.
  5. ^ Collezioni di Palazzo Sgadari, su touringclub.it.
  6. ^ Museo della civiltà contadina, su virtualsicily.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]