Gianfranco Baruchello

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Gianfranco Baruchello nel 1940.

Gianfranco Baruchello (Livorno, 24 agosto 1924Roma, 14 gennaio 2023) è stato un artista e pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gianfranco Baruchello nasce nel 1924: il padre è avvocato, direttore dell'Unione Industriali di Livorno e docente all'Università di Pisa, la madre è insegnante elementare. Dopo la guerra si laurea a Giurisprudenza con una tesi in Economia, e nel 1947 lavora alla Bombrini Parodi Delfino.[1] Tra il 1949 e il 1955 si occupa della creazione dell'azienda di ricerca e produzione chimico-biologica Società Biomedica. Nel 1959 Baruchello lascia l'azienda per dedicarsi completamente all'arte.

La sua prima formazione avviene in clima parigino: conosce Roberto Matta e tre anni dopo Alain Jouffroy. Nel 1962 conosce Marcel Duchamp. A New York nel 1964 conosce John Cage e si confronta con la pop art e l'espressionismo astratto americano. Le esperienze americane si concretizzano nelle grandi tele bianche Altre tracce, con spesse e dense strisce di pittura nera; l'eredità europea si materializza invece nella creazione di oggetti vicini allo spirito del Nouveau Réalisme. È del 1962 la partecipazione alla mostra New Realists organizzata da Pierre Restany alla Sidney Janis Gallery di New York[2]. La partecipazione attiva al mondo delle avanguardie internazionali tuttavia influisce solo parzialmente sulla ricerca di Baruchello che si configura sin dall'inizio come essenzialmente autonoma. Nel 1963 tiene una personale alla Galleria La Tartaruga di Roma, presentata da Jouffroy: vi si trova una pittura frammentata, miniaturizzata, su grandi superfici bianche, fatta di segni, scritte, disegni, con frequenti rimandi ai simboli della società consumistica e televisiva.[3]

Al 1960 risale il suo primo esperimento cinematografico: Molla. Del 1963 è invece il film Il grado zero del paesaggio, al quale segue nel 1964 Verifica incerta,[4] un film di found footage in collaborazione con Alberto Grifi: una grande quantità di materiale di scarto cinematografico, consistente in pellicola di cinema statunitense commerciale degli anni cinquanta, fu acquistata da Baruchello e da essa si ricavò un montaggio ottenuto da spezzoni di pellicola incollati con il nastro adesivo.

Pittura, cinema e produzione di libri sono solo alcuni dei linguaggi che Baruchello sperimenta; a partire dalla seconda metà degli anni sessanta la sua attività rientra in quell'ambito che Enrico Crispolti ha definito extra-mediale: pittura calligrafica, produzione di oggetti, testi letterari, teatrali, film, videotapes, fotografia, operazioni agricole, in una continua tensione al rovesciamento delle convenzioni codificate e riproposte dai mezzi di comunicazione di massa.[5]

L'azienda Agricola Cornelia viene fondata nel 1973; è un'azienda agricola che ha sede e opera entro il terreno acquistato nello stesso anno da Baruchello in via di Santa Cornelia, alla periferia di Roma verso Formello. Lentamente l'azienda si espande occupando e coltivando anche il terreno circostante, sottraendolo alla speculazione edilizia, con un atteggiamento tra l'happening artistico e l'intento politico. Dopo l'acquisto dei terreni occupati l'operazione assume il valore di una riflessione sul rapporto tra prodotto agricolo, prodotto artistico e valore rispettivo, operazione anch'essa di sapore duchampiano ma affrontata calandosi nella materialità del lavoro e nel mondo delle leggi economiche. L'impresa, di nome e di fatto, conduce anche ad una serie di quadri e a due libri: Agricola Cornelia S.p.a. 1973-1981, catalogo di una mostra alla Galleria Milano (Milano) dove Baruchello espone, oltre ai quadri citati, materiali legati all'esperienza di Agricola Cornelia,[6] e How to imagine, una lunga intervista (condotta da Henry Martin), della quale restano nel libro soltanto le risposte.

Alla fine degli anni ottanta del Novecento, negli spazi che avevano ospitato l'Agricola Cornelia, Baruchello realizza Il Giardino, uno progetto che presenta nel 1989 al Festival di Spoleto Voci sull'acqua in una performance che vede l'artista curare un piccolo bonsai di Gingko biloba. Il Giardino, è uno spazio per l'identificazione della mente nella terra, negli alberi e nei cespugli.

Nel 1998 nasce la Fondazione Baruchello nella ex casa - studio dell'artista, sulle colline romane in via di Santa Cornelia (Roma).

Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012, a cura di Achille Bonito Oliva, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma presenta la mostra antologica Gianfranco Baruchello. Certe idee.

Dal giugno al settembre 2014, presso la Deichtorhallen Sammlung Falckenberg, ad Amburgo, si apre la retrospettiva Gianfranco Baruchello. Certain Ideas. Retrospektive, a cura di Dirk Luckow, in collaborazione con lo ZKM / Karlsruhe, dove la mostra si sposterà nel novembre 2014 (1º novembre 2014 - 29 marzo 2015), a cura di Andreas Beitin e Peter Weibel. In occasione di questa mostra è pubblicato il catalogo Baruchello. Certain Ideas, a cura di Achille Bonito Oliva, Carla Subrizi, Dirk Luckow, Peter Weibel, Harald Falckenberg (Electa, 2014).

Radio 3 lo ha nominato «artista dell'anno 2016»[7].

È morto a Roma il 14 gennaio 2023 a 98 anni.[8]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Mi viene in mente : romanzo, Milano, Schwarz editore, 1966.
  • La Quindicesima riga, Roma, Lerici editore, 1968.
  • Avventure nell'armadio di plexiglass, Milano, Feltrinelli, 1968.
  • Come ho dipinto certi miei quadri, Torino, Geiger, 1976.
  • con Gilbert Lascault, Alphabet d'Eros, Parigi, Ed. Galilée, 1976.
  • Sentito vivere (ed. di 1150 esempl., di cui 150 num), Bologna, Exit editore, 1978.
  • L'altra casa, Parigi, Ed. Galilée, 1979.
  • Agricola Cornelia S.p.a. 1973-‘81, (catalogo della mostra, Milano, Galleria Carla Pellegrini, maggio 1981, ed. di 1000 esempl.), Bologna, Exit, 1981.
  • La scomparsa di Amanda Silvers, (ed. di 400 esempl.), Bologna, Exit editore, 1982.
  • con Henry Martin, How to imagine : a narrative on art and agriculture, New York, McPherson & Co., 1983, ISBN 0-914232-52-5.
  • con Henry Martin, Why Duchamp. An essay oh aesthetic impact, New York, McPherson & Co., 1985.
  • Uomini di pane, Torino, Tam tam, 1986.
  • Mille titoli, (ed. di 700 esempl.), a cura di Gian Ruggero Manzoni, Ravenna: Essegi; Lugo: Exit, 1987.
  • Bellissimo il giardino, (ed. di 700 esempl.), Bologna, Exit editore, 1989.
  • Se tanto mi dà tanto, Roma, Studio Ed., 1990.
  • Baruchello: miss Omissis, a cura di Becattini Alvaro, Faenza, Exit, 1991.
  • Al polo Nord rotolando, a cura di Becattini Alvaro, Faenza, Exit, 1992.
  • Quaranta sere in TV, (ed. di 500 esempl), Exit editore, 1996.
  • Secondo natura, a cura di Carla Subrizi, Museo laboratorio delle arti contemporanee, Roma, Diagonale, 1997.
  • Breve storia della mia pittura, (catalogo della mostra tenuta a Livorno), Livorno, Galleria Peccolo, 2003.
  • con Anna Valeria Borsari, Emilio Fantin, Franco Vaccari, Marco Vaglieri, Nel segno di Giotto. Cinque percorsi artistici, AMP edizioni, Carpi 2008.
  • con Nanni Balestrini, Girano Voci. Tre Storie Pistoia, Frullini Edizioni, 2012.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paolo Fabbri 2007, pp. 69-87.
  2. ^ Alla Sidney Janis Gallery di New York espongono anche Enrico Baj, Tano Festa, Mimmo Rotella e Mario Schifano.
  3. ^ Pirovano 1993, p. 620.
  4. ^ Verifica incerta viene presentato in Italia nell'ambito di Revort 1 - Documenti d'Arte Oggettiva in Europa - Rassegna Internazionale d'Arti Visive, manifestazione tenutasi alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo nel 1965, dove la pratica del film d'artista, nelle sue differenti forme, trova in Italia una prima riconosciuta accoglienza. Pirovano 1993, p. 368; Galleria d'Arte Moderna di Palermo, Archivio mostre dal 1964 al 1979, su galleriadartemodernapalermo.it. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2015).
  5. ^ Crispolti 1994, p. 132.
  6. ^ L'operazione è complessivamente e concettualmente non dissimile da quelle di un Richard Long.
  7. ^ Gianfranco Baruchello artista dell'anno 2016, www.rai.it, accesso il 6 gennaio 2016
  8. ^ Giorgia Basili, Morto il grande artista Gianfranco Baruchello, su artribune.com, 14 gennaio 2023. URL consultato il 14 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tommaso Trini (a cura di), Introduzione a Baruchello. Tradizione orale e arte popolare in una pittura d'avanguardia', (catalogo della mostra, Milano, Galleria Schwarz, marzo - aprile 1975), Milano, Ed. Schwarz, 1975.
  • Jean-François Lyotard, La pittura del segreto nell'epoca postmoderna: Baruchello, Milano, Feltrinelli, 1982.
  • Alain Jouffroy, Per Baruchello, Ravenna, Essegi, 1992.
  • Carlo Pirovano (a cura di), La pittura in Italia : Il Novecento/2 : 1945-1990, Milano, Electa, 1993, ISBN 88-435-3982-5.
  • Enrico Crispolti, Gli anni dello smarginamento e della partecipazione, in La pittura in Italia : Il Novecento/3 : le ultime ricerche, Milano, Electa, 1994, pp. 17-157, ISBN 88-435-4840-9.
  • Carla Subrizi (a cura di), Mundus, (catalogo della mostra, Roma, Museo Laboratorio delle Arti Contemporanee, 25 marzo - 23 aprile 1997), Roma, Diagonale, 1997.
  • Carla Subrizi (a cura di), Baruchello. Secondo Natura, Viterbo, Museo Laboratorio delle Arti Contemporanee di Viterbo : Diagonale, 1997.
  • Carla Subrizi (a cura di), Baruchello e Grifi. Verifica incerta. L'arte oltre i confini del cinema, Roma, DeriveApprodi, 2004.
  • Paolo Fabbri (a cura di), Gianfranco Baruchello. Flussi, pieghe, pensieri in bocca, (catalogo della Mostra tenuta a Roma nel 2007), Milano, Skira, 2007, ISBN 978-88-6130-331-7.
  • Gianfranco Baruchello, Una creatività di confine. Dialogo con Beppe Sebaste, in alfabeta2, n. 4, novembre 2010, p. 23.
  • Gilbert Lascault, Baruchello ovvero del divenire nomadi, in alfabeta2, n. 4, novembre 2010, p. 26.
  • Achille Bonito Oliva, Carla Subrizi, Baruchello. Certe idee, dicembre 2011, p. 482.
  • A cura di Bruno Di Marino, Marco Meneguzzo, Andrea La Porta, Lo sguardo espanso. Cinema d'artista italiano 1912-2012, Silvana Editoriale, 2012
  • Verifica Incerta - Film Review by César Ustarroz, Found Footage Magazine issue#3, 2017

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