Dilfirib Kadın

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dilfirib Kadın
Kadın
Quarta Consorte Imperiale
In carica17 ottobre 1909 –
3 luglio 1918
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaIstanbul, 1890
MorteIstanbul, 1952
Luogo di sepolturaIstanbul
DinastiaCasa di Osman (per matrimonio I)
Consorte diMehmed V
(1907-1918, ved.)

Secondo marito
(1925-?)
Figli
Secondo matrimonio

Un figlio
ReligioneIslam sunnita

Dilfirib Kadın (turco ottomano دل فریب قادین, "cuore ingannevole"; Istanbul, 1890Istanbul, 1952) è stata la quinta ultima consorte del sultano Mehmed V dell'Impero ottomano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dilfirib Kadın nacque nel 1890 a Istanbul. Era di origini circasse.[1] Sposò Şehzade Mehmed Reşad nel 1907 come sua quinta consorte.[2] Non ebbe figli da lui.[1] Il 27 aprile 1909, dopo l'ascesa al trono di Mehmed,[3] le fu dato il titolo di "Senior Ikbal".[4] In seguito fu elevata al titolo di "Quarta Kadın" dopo la morte di Dürriaden Kadın nell'ottobre 1909.[5] Safiye Ünüvar, insegnante alla scuola del palazzo reale, che la conobbe nel 1915, la descrisse come giovane e ben educata. Safiye e Dilfirib furono amiche intime per tutta la vita.[6][7]

Il 30 maggio 1918, Dilfirib conobbe l'Imperatrice Zita di Borbone-Parma nell'harem del Palazzo di Yıldız, quando quest'ultima visitò Istanbul con suo marito l'Imperatore Carlo I d'Austria. Con la sua bellezza, guadagnò l'ammirazione dell'Imperatrice.[8]

Dilfirib e Nazperver Kadin, la quarta consorte di Mehmed, erano insieme a lui,[5][9] quando lui morì il 3 luglio 1918.[10] Dopo la morte del Sultano, rimase al Palazzo Yıldız. Quando la famiglia imperiale andò in esilio nel 1924, lei si trasferì nella sua villa a Erenkoy e si risposò con un medico, da cui ebbe un figlio.

Morì nel 1952 di cancro.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Brookes 2010, p. 280
  2. ^ a b The Cambridge History of Turkey
  3. ^ Kasaba, Reşat, 1954-, The Cambridge history of Turkey., Cambridge University Press, 2010, ISBN 978-0-511-75665-8, OCLC 660688687. URL consultato il 26 giugno 2022.
  4. ^ Esma REYHAN, HİTİT ÖRNEĞİ ÜZERİNDEN ESKİÇAĞDA TOPLUMSAL YAPI VE BÜYÜ İLİŞKİSİ, in Ankara Üniversitesi Dil ve Tarih-Coğrafya Fakültesi Tarih Bölümü Tarih Araştırmaları Dergisi, 9 agosto 2021, DOI:10.35239/tariharastirmalari.961438. URL consultato il 26 giugno 2022.
  5. ^ a b Oktay Karaman, Tanzimat'tan Cumhuriyet'e Şebinkarahisar, Akademisyen Kitabevi, 2021, ISBN 978-625-7401-42-5. URL consultato il 26 giugno 2022.
  6. ^ Brookes 2010, p. 210
  7. ^ Sakaoğlu 2008, p. 704
  8. ^ Açba, Leyla (2004). Bir Çerkes prensesinin harem hatıraları. L & M. p. 58. ISBN 978-9-756-49131-7.
  9. ^ Brookes 2010, p. 262
  10. ^ Tucker, Spencer C. (October 28, 2014). World War I: The Definitive Encyclopedia and Document Collection [5 volumes]: The Definitive Encyclopedia and Document Collection. ABC-CLIO. p. 1071. ISBN 978-1-851-09965-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mulkun kadin sultanlari: Valide sultanlar, hatunlar, hasekiler, kadinefendiler, sultanefendiler. Oglak Yayincilik. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa C. (2011). Padisahlarin kadinlari ve kizlari. Ankara: Otuken. ISBN 978-9-754-37840-5

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]