Concilio di Clermont

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Concilio di Clermont
Sinodo di ecclesiastici e laici
Papa Urbano II al Concilio di Clermont, miniatura dal Livre des Passages d'Outre-mer, 1490 circa (Biblioteca nazionale di Francia)
LuogoClermont, Ducato d'Aquitania
Data18-28 Novembre 1095
Convocato dapapa Urbano II
Argomenti

Il Concilio di Clermont è stato un sinodo di ecclesiastici e laici della Chiesa cattolica, convocato da papa Urbano II e svoltosi dal 18 al 28 novembre 1095 presso Clermont, nella contea dell'Alvernia, al tempo parte del ducato d'Aquitania.[1]

Decisioni[modifica | modifica wikitesto]

Alla presenza di circa trecento ecclesiastici, il papa si preoccupò di rinnovare i decreti contro l'investitura laica, la simonia e il matrimonio del clero, oltre a sostenere la tesi della Tregua di Dio.[2] Nello specifico, si procedette a scomunicare re Filippo I di Francia per adulterio e il vescovo di Cambrai per simonia. Fu poi stabilita la supremazia della sede di Lione su quelle di Sens e di Reims.[3]

Appello di Clermont[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Appello di Clermont.

Il concilio di Clermont è passato alla storia soprattutto per il discorso o appello pronunciato da papa Urbano II il 27 novembre del 1095 per rispondere alla lettera che Alessio I Comneno, imperatore di Bisanzio, aveva inviato, chiedendo di mandare truppe per aiutare i bizantini a respingere l'attacco dei turchi selgiuchidi, che si trovavano ormai a 100 chilometri da Costantinopoli, mentre i pellegrini cristiani in Terrasanta erano sistematicamente sterminati dopo essere stati sottoposti a raccapriccianti torture.

Il discorso di Urbano II al concilio di Clermont viene indicato dalla storiografia tradizionale come la richiesta che diede inizio alla spedizione armata verso la Terra Santa, spedizione chiamata in seguito "prima crociata".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Glenn Hinson, The Church Triumphant: A History of Christianity Up to 1300, (Mercer University Press, 1995), 387.
  2. ^ Steven Runciman, Storia delle crociate, traduzione di A. Comba e E. Bianchi, Einaudi, 2005, pp. 93-94, ISBN 978-88-06-17481-1.
  3. ^ Steven Runciman, Storia delle crociate, traduzione di A. Comba e E. Bianchi, Einaudi, 2005, p. 94, ISBN 978-88-06-17481-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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