Clan Gallo-Cavalieri

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Il clan Gallo-Cavalieri è un clan egemone ed attivo nel Vesuviano, più precisamente nel comune di Torre Annunziata. Si è per lungo tempo opposto al clan Gionta, generando una sanguinosa faida che ha portato a diversi ammazzati. Quello dei Gallo-Cavalieri è considerato uno dei clan camorristici più ricchi, potenti e feroci.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a metà degli anni ‘80 dal superboss Pasquale Gallo, soprannominato "o Bellillo" oppure "La Leggenda Vivente", cugino dell'altro potente boss Enrico Gallo, quest'ultimo, insieme a Valentino Gionta, aveva pieno potere su Torre Annunziata, infatti Gionta e Gallo erano sempre presenti alle riunioni a Marano dai Nuvoletta. Enrico Gallo era un boss sanguinario, prima della sua morte disse al suo gruppo che per la Magistratura doveva comparire il nome del clan Gionta così da non destare sospetti che quasi sempre i veri registi a Torre Annunziata erano loro. Dopo la morte di Enrico Gallo, il cugino “Pasqualino” aveva troppa sete di potere, desiderando essere l'unico capo incontrastato a Torre Annunziata; si stacca dalla vecchia alleanza, mettendo in atto piani stragisti e sanguinari contro Valentino Gionta e il suo gruppo, dichiarandogli guerra e giurando di ucciderlo. La faida ebbe inizio sul finire degli anni ‘80: tra vari episodi sanguinosi, il più eclatante fu quando un'autovettura con a bordo un commando stragista dei Cavalieri entrarono nel Palazzo Fienga, storica roccaforte del clan Gionta, fingendosi Carabinieri e uccidendo 2 uomini di Gionta.

La guerra ebbe termine grazie all'intervento di Salvatore Riina, il quale venne direttamente da Palermo facendo stipulare un accordo di pace tra Gionta-Gallo.

A seguito di questa sanguinaria faida e la netta vittoria del clan Gallo-Cavalieri, questi prese il sopravvento e divenne sempre più potente: gli uomini agivano con la massima disciplina e il territorio veniva governato con il pugno di ferro. La fama di essere anche spietati e sanguinari quando necessario rese il clan molto temuto. Ai Gallo si doveva dar conto tutto; i Gallo diedero ordine ai loro killer di sparare e ammazzare a vista poiché i Tamarisco iniziarono a fare affari senza il permesso del clan, così uccisero alcuni esponenti della famiglia Tamarisco, i quali non potevano affrontare i Gallo perché troppo potenti e per non finire di essere sterminati si estromessero dagli affari a Torre Annunziata.

A metà degli anni ‘90 i Cavalieri spostarono i loro affari in Spagna e Paesi Bassi gestendo il traffico della marijuana, cocaina ed eroina a Torre Annunziata e in tutti i comuni limitrofi; comandavano anche a Torre Del Greco mettendo come capozona Giuseppe Falanga, rifornendo in totale oltre trenta piazze di spaccio: in tal modo, divennero uno dei clan più potenti e agguerriti di Napoli.

Nel frattempo il clan Gionta continuava a manifestarsi contrariato nei confronti dell'influenza e della potenza del clan Gallo-Cavalieri e nell'estate del 2006 l'omicidio di Natale Scarpa, padre del boss Vincenzo Scarpa (alias Caramella), esponente dei Gallo, (temutissimi e noti lui e la sua cerchia di fedelissimi per la ferocia delle loro gesta sanguinarie negli anni ‘90) riapre la faida tra i due clan, che con agguati incrociati e vendette diventa sempre più spietata e cruenta arrivando all'apice della drammaticità con quattro omicidi in tre giorni nel 2007. Nel 2012 il clan Gionta si indebolisce lasciando spazio alla ferocia sanguinaria dei Cavalieri che in pochi mesi mettono in ginocchio il clan rivale con agguati ed omicidi.

Nel 2011 un operazione condotta dai carabinieri della Dda di Roma, ha permesso di mettere a segno numerosi arresti ad un' organizzazione criminale dedita alla commissione di estorsioni e dedita in particolare al traffico di stupefacenti e ad inondare le piazze di spaccio di civitavecchia in cui venivano riforniti esclusivamente dai Gallo Cavalieri.


All'alba del 4 aprile 2013 oltre 500 militari circondano Torre Annunziata e paesi limitrofi, mettendo a segno il maxi blitz piu grande mai effettuato sul territorio oplontino, Arrestando oltre 100 persone, Boss luogotenenti affiliati soldati, Dalle indagini emerge l'enorme potere di questo Clan smantellando l'impero, ed una sua fazione interna la famiglia dei psielli del rione penniniello dove non si poteva entrare nemmeno con i caschi rischiando di essere sparati a vista. Con l'accusa di associazione di stampo mafioso il cosidetto 416 bis, estorsione, porto abusivo d'arma da fuoco, omicidio e traffico internazionale di hashish,marijuana, cocaina ed eroina.


2 mesi dopo un altro filone di indagine mette a segno un secondo maxi blitz con decine di custodie cautelare in carcere.

115 anni di carcere inflitti ai danni dei 17 imputati nel processo al clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. I giudici della settima sezione della Corte d'Appello di Napoli hanno deciso per la sostanziale conferma di tutte le condanne inflitte in primo grado come aveva chiesto la procura generale. L'accusa era quella di aver messo in piedi un traffico di sostanze stupefacenti che partiva dalla Spagna e dall'Olanda ed arrivava nelle piazze di spaccio di tutti i clan della zona come i Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata, i Falanga di Torre del Greco, gli Annunziata di Boscoreale e i Licciardi di Secondigliano. Un traffico  che, secondo l'Antimafia, era controllato dai “Cavalieri”, che aveva il monopolio assoluto ed avrebbe rifornito le principali piazze di spaccio cittadine e non. Pena subita e confermata per Luigi Gallo, figlio di Francesco, mentre per Vincenzo Scarpa, è stata confermata la condanna a dieci anni. Tanti furono però anche i nomi noti assolti in primo grado come Salvatore Abbellito, Vincenzo Battipaglia Gallo e Luigi Gallo, figlio di Pasquale esclusi dal giudizio di secondo grado. L'inchiesta venne denominata “Stilo” e venne condotta tra il 2004 e il 2006 e permise il sequestro di un ingente quantitativo di droga: oltre cento chili di cocaina, 1.200 chili di hashish e due chili di Mdma.

Avevano il monopolio assoluto del traffico di sostanze stupefacenti. I membri del clan riuscivano ad acquistare droga sia dall'Olanda che dalla Spagna riuscendo a farla arrivare sulle piazze di spaccio di tutto il vesuviano. Un ruolo che gli investigatori riconoscevano loro di predominanza anche rispetto al clan gionta. Dopo l'operazione “Alta Marea” del 2008 e i successivi blitz specifici contro le piazze di spaccio nel Quadrilatero delle carceri, i “valentini” dovettero cedere anche il loro piccolo controllo delle attività criminali proprio alla cosca contro cui avevano combattuto per anni insanguinando le strade della città.


All'alba del 21 giugno 2023 un operazione condotta dai carabinieri della DDA con decreto d'urgenza, effettua una raffica di arresti e difatto decimando il clan Gallo-Cavalieri per associazione ed estorsione.

Dalle indagini e emerso di come le estorsioni veniva condotte a tappeto sul tutto il territorio, imprenditori in silezio.

Pizzo anche in pieno Lock Down. Scenario inquietante la città in preda ai Cavalieri.

Estorsioni a Natale, a Pasqua e anche in pieno lockdown. Il clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata era diventato l'incubo di imprenditori e commercianti. Non importava quanto fosse redditizia l'attività, anche il più piccolo negozio doveva pagare. Nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Dda emerge un quadro drammatico. Gli imprenditori si trinceravano in un ostinato silenzio, facendo toccare con mano il clima di omertà e di intimidazione imposto dal clan sul territorio".

Le intercettazioni ambientali effettuate all'epoca hanno consentito agli investigatori di ricostruire la gerarchia dell'organizzazione camorristica. In quel periodo erano Salvatore Abbellito, Colonia Giuseppe, Salvatore Gallo e Gennaro Battipaglia Gallo i reggenti del clan. Le estorsioni sono andate avanti ad oltranza anche i bambini usati per le estorsioni. Anche quest'anno, durante le festività pasquali, i ras del clan stringevano il loro cappio intorno al collo delle vittime. Sotto strozzo supermercati, bar, ferramenta, ristoranti e pompe funebri in cui il clan prendeva 250 euro per ogni funerale. Nessun settore veniva risparmiato, tutti dovevano pagare. Nel 2020, in pieno Covid, le attività estorsive si intensificarono notevolmente. Mentre il mondo combatteva contro la pandemia, quasi l'intera città era preda dei Cavalieri.

Nel settembre 2020 sono stati arrestati 12 esponenti di una spregiudicata frangia camorristica denominata "Quarto Sistema" e nota anche come "clan Sauriello-Scarpa", composta perlopiù da giovani leve provenienti dalla criminalità locale, avente base nel popoloso 'Parco Penniniello' di Torre Annunziata, i quali miravano ad affermarsi nel panorama criminale oplontino, dichiarandosi in aperto contrasto con gli storici clan locali, compreso quello dei Gionta. L'operazione è stata di grande importanza, anche al fine di stroncare sul nascere una nuova faida tra i gruppi camorristici di Torre Annunziata[1].

Il nuovo rampollo della famiglia Gallo è il giovane Siciliano Giovanni Gallo nato a Vittoria; egli allaccia legami tra le varie famiglie e conduce parte degli affari di famiglia all'estero; attualmente è indagato per omicidio e traffico internazionale.

In questi anni un legame spicca su tutti, quello con la famiglia di Simone Castello, attuale Boss di Cosa Nostra, contando di prendere gran parte del potere con affari "leciti" all'estero.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pierluigi Frattasi, Torre Annunziata, decapitato il ‘quarto Sistema’: la camorra del clan emergente Sauriello-Scarpa, su fanpage.it, 25 settembre 2020. URL consultato il 15 gennaio 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]