Chiesa di San Prospero (Parma, San Prospero Parmense)
Chiesa di San Prospero | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | San Prospero Parmense (Parma) |
Indirizzo | via Emilio Lepido 124 |
Coordinate | 44°46′43.91″N 10°23′56.37″E / 44.778864°N 10.398993°E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | san Prospero |
Diocesi | Parma |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | entro il X secolo |
Completamento | dopo il 1779 |
La chiesa di San Prospero, nota anche come pieve di San Prospero, è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche, situato in via Emilio Lepido 124 a San Prospero Parmense, frazione di Parma, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Montechiarugolo-San Prospero.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La pieve originaria fu edificata entro il X secolo, in corrispondenza della prima tappa lungo la via Emilia tra Parma e Reggio;[1] la prima testimonianza della sua esistenza risale infatti al 980,[2] quando fu citata in un atto dell'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone II di Sassonia, confermato nel 996 dal suo successore Ottone III.[3]
Il luogo di culto fu nominato anche nel 1005, nell'Ordo Archipresbiterorum Plebium voluto dal vescovo di Parma Sigifredo II.[2]
Nel 1141 la pieve fu citata in una bolla del papa Innocenzo II tra i beni appartenenti al Capitolo della Cattedrale di Parma.[4]
Nel 1230[5] dipendevano dalla pieve le cappelle di San Donato, di Gazzano e di Meledulo, cui si aggiunsero nel 1299 quelle di Beneceto, di Torano e di Coloreto.[2]
Nel 1578, a causa del profondo stato di degrado in cui versava la struttura, il tempio fu chiuso al culto, mentre ne assunse le funzioni la chiesa di Gozzano.[2]
La chiesa fu abbattuta e riedificata a partire dal 1743; i lavori furono completati dopo il 1779, anno in cui ne risultava ancora in costruzione la zona del presbiterio.[2]
Nel 1928 un violento terremoto causò notevoli danni al campanile, che fu demolito.[2]
Nella prima metà del XX secolo il luogo di culto fu sottoposto a interventi di ristrutturazione che interessarono gli interni, ove furono rifatte le pavimentazioni e furono sostituiti l'altare maggiore e il fonte battesimale.[3]
Nel 1960 furono avviati i lavori di ricostruzione del campanile sul luogo del precedente, demolito in quanto pericolante;[6] la nuova torre fu completata nel 1965.[3]
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da una cappella su ogni lato, con ingresso a sud e presbiterio absidato a nord.[3]
L'alta e simmetrica facciata a capanna, intonacata nella porzione centrale, è suddivisa orizzontalmente in due parti da un cornicione in aggetto; alle estremità si innalza un doppio ordine di lesene in laterizio. Inferiormente è collocato nel mezzo l'ampio portale d'ingresso; superiormente si apre al centro un finestrone a coronamento mistilineo, delimitato da cornice in mattoni; in sommità si staglia il frontone triangolare spezzato.[3]
Alle estremità due concavità raccordano l'alta facciata ai fianchi dell'edificio, rivestiti in laterizio.[3]
Sulla sinistra si innalza isolato il campanile in mattoni, suddiviso orizzontalmente da due cornici marcapiano; la cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso aperture ad arco mistilineo; in sommità si staglia la pseudo-cupola in rame con profilo mistilineo.[3]
All'interno la navata, coperta da una volta a botte, è affiancata da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale modanato; ai lati si aprono attraverso alte arcate a tutto sesto le cappelle.[3]
Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale; l'ambiente, chiuso superiormente da una volta a botte, è illuminato da due finestre laterali;[3] sul fondo al centro dell'abside si staglia la settecentesca pala d'altare raffigurante i Santi Prospero e Stefano papa.[2]
La chiesa conserva altre opere di pregio, tra cui alcuni dipinti realizzati tra il XV e il XVIII secolo, provenienti in parte dalla soppressa chiesa di Gozzano, una statua rappresentante Santa Felicola, risalente al XIII o XV secolo, e un calice argenteo, sbalzato nel XVIII secolo.[2][6]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Le pievi della pianura, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 20 febbraio 2017.
- ^ a b c d e f g h Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 46.
- ^ a b c d e f g h i Chiesa di San Prospero "San Prospero, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 28 marzo 2018.
- ^ Affò, p. 350.
- ^ Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma
- ^ a b Dall'Aglio, pp. 911-913.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
- Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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