Cecidosidae

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Cecidosidae
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneIncurvariina
SuperfamigliaAdeloidea
FamigliaCecidosidae
Bréthes, 1916
Sinonimi

Ridiaschinidae
Brèthes, 1916

Generi

I Cecidosidi (Cecidosidae Brèthes, 1916)[1] sono una piccola famiglia di lepidotteri, diffusa nell'emisfero australe con 15 specie.[2][3][4][5]

Il nome deriva dal fatto che le larve di queste specie inducono nelle piante ospiti la formazione di cecidi (altrimenti noti come "galle"), entro cui si sviluppano con maggiore protezione dai predatori.[1][3][6]

Si tratta di piccole falene, piuttosto primitive, con nervatura alare di tipo eteroneuro e apparato riproduttore femminile provvisto di un'unica apertura per l'accoppiamento e per l'ovodeposizione;[3][5] per quest'ultima caratteristica anatomica, in passato venivano collocate all'interno della divisione Monotrysia, oggi considerata desueta in quanto polifiletica.[2][3][5][7][8]

In questa famiglia manca il processo tergosternale sul primo segmento addominale, osservabile di regola negli Adeloidea; questo particolare viene considerato una riduzione evolutiva secondaria.[3][5][8][9][10]

Le ali sono sublanceolate, spesso brunastre, talvolta traslucide. Si può osservare una riduzione del sistema legato al settore radiale (Rs) nell'ala posteriore, con anastomosi di Sc ed R dal quarto basale fino al termen, ed Rs non ramificata; sempre nell'ala posteriore, la venatura anale è singola e non ramificata. L'accoppiamento alare è di tipo frenato (assente nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace; si può inoltre riscontrare un ponte precoxale.[1][3][8][11][12][13][14][15]

Gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata. I palpi mascellari sono rudimentali, così come quelli labiali; la spirotromba è assente. Manca pure la sutura epicraniale, caratteristica considerata tipica della famiglia.[3][8][15][16]

Le antenne sono lunghe quanto il corpo, sottili e ciliate.[1]

Ricostruzione del supercontinente Gondwana, circa 115 milioni di anni fa

Nelle zampe, gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4.[3][5][8][15]
L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer.[3][5][8][15]

Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e perforante, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti fogliari della pianta ospite.[3][5][8][15]
L'apertura alare può variare da 7 a 26 mm, a seconda della specie.[1]

Le uova, inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, assumono la forma della "tasca" che le ospita.[3]

Nel bruco, che di regola possiede un capo prognato, gli stemmata sono completamente assenti, a differenza di quanto osservabile nella famiglia Adelidae. Si osservano, al contrario, diverse setole secondarie.[3][8][17]
Le zampe toraciche, così come le pseudozampe, appaiono fortemente ridotte o completamente mancanti e sostituite da calli ambulacrali.[3][5][8][17]

La pupa è subcilindrica, adectica, obtecta e incompleta, solitamente giallastra.[1][3][8][17]

Le larve dei membri di questa famiglia sono responsabili della formazione di cecidi nei tessuti delle piante ospiti. Le galle provocate dalle specie sudamericane su piante di Rhus, tendono a cadere sul terreno, ove possono evidenziare piccoli movimenti ondulatori provocati dall'attività interna della larva.[3][17]

Alimentazione

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Le specie di questa famiglia attaccano le seguenti piante ospiti:[3][6][17][18][19]

Parassitoidismo

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Le larve di questo taxon possono cadere vittima di parassitoidismo da parte degli imenotteri Brasema willei (Brèthes, 1927) (Eupelmidae) e Torymus cecidicolus (Brèthes, 1927) (Torymidae).[20]

Distribuzione e habitat

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L'areale della famiglia (America Meridionale, Africa meridionale ed un solo genere in Nuova Zelanda) è tale da far ritenere che il taxon avesse una distribuzione gondwaniana precedentemente alla frammentazione del supercontinente nel tardo Cretacico, circa 80 milioni di anni fa.[3][15][19][21][22]

L'habitat è rappresentato da boschi e foreste a latifoglie.[1][3]

È noto un solo sinonimo:[8]

La famiglia comprende 5 generi, per un totale di 15 specie.[2]

Conservazione

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Nessuna specie appartenente a questa famiglia è stata inserita nella Lista rossa IUCN[26]

  1. ^ a b c d e f g h i j (ESFR) Jean Brèthes, Estudio fito-zoológico sobre algunos lepidópteros argentinos productores de agallas (PDF), in Anales de la Sociedad Cientifica Argentina, vol. 82, Buenos Aires, Casa Editora de Coni Hermanos, 1916, pp. 132. URL consultato il 17 novembre 2012.
  2. ^ a b c (EN) Nieukerken, E. J. van, Kaila, L., Kitching, I. J., Kristensen, N. P., Lees, D. C., Minet, J., Mitter, C., Mutanen, M., Regier, J. C., Simonsen, T. J., Wahlberg, N., Yen, S.-H., Zahiri, R., Adamski, D., Baixeras, J., Bartsch, D., Bengtsson, B. Å., Brown, J. W., Bucheli, S. R., Davis, D. R., De Prins, J., De Prins, W., Epstein, M. E., Gentili-Poole, P., Gielis, C., Hättenschwiler, P., Hausmann, A., Holloway, J. D., Kallies, A., Karsholt, O., Kawahara, A. Y., Koster, S. (J. C.), Kozlov, M. V., Lafontaine, J. D., Lamas, G., Landry, J.-F., Lee, S., Nuss, M., Park, K.-T., Penz, C., Rota, J., Schintlmeister, A., Schmidt, B. C., Sohn, J.-C., Solis, M. A., Tarmann, G. M., Warren, A. D., Weller, S., Yakovlev, R. V., Zolotuhin, V. V., Zwick, A., Order Lepidoptera Linnaeus, 1758. In: Zhang, Z.-Q. (Ed.) Animal biodiversity: An outline of higher-level classification and survey of taxonomic richness (PDF), in Zootaxa, vol. 3148, Auckland, Nuova Zelanda, Magnolia Press, 23 dicembre 2011, pp. 212-221, ISSN 1175-5334 (WC · ACNP), OCLC 971985940. URL consultato l'11 dicembre 2014.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (EN) Scoble, M. J., Early Heteroneura, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 213-219, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  4. ^ (EN) Kristensen, N. P., Morphology and phylogeny of the lowest Lepidoptera-Glossata: Recent progress and unforeseen problems (PDF), in Bulletin of the Sugadaira Montane Research Centre, vol. 11, University of Tsukuba, 1991, pp. 105-106, ISSN 09136800 (WC · ACNP), OCLC 747190906. URL consultato il 1º dicembre 2014.
  5. ^ a b c d e f g h (EN) Davis, D. R. and Gentili, P., Andesianidae, a new family of monotrysian moths (Lepidoptera:Andesianoidea) from austral South America (PDF), in Invertebrate Systematics, vol. 17, n. 1, Collingwood, Victoria, CSIRO Publishing, 24 marzo 2003, pp. 15-26, DOI:10.1071/IS02006, ISSN 1445-5226 (WC · ACNP), OCLC 441542380. URL consultato il 12 dicembre 2014.
  6. ^ a b (DE) Johannes Wille, Cecidoses eremita Curt. und ihre galle an Schinus dependens Ortega (abstract), in Zeitschrift für Morphologie und Ökologie der Tiere, vol. 7, n. 1-2, 1927, pp. 1-101. URL consultato il 27 ottobre 2014.
  7. ^ (EN) Dugdale, J. S., Female Genital Configuration in the Classification of Lepidoptera (PDF), in New Zealand Journal of Zoology, vol. 1, n. 2, Wellington, 1974, pp. 127-146, DOI:10.1080/03014223.1974.9517821, ISSN 1175-8821 (WC · ACNP), OCLC 60524666. URL consultato il 15 dicembre 2014.
  8. ^ a b c d e f g h i j k (PL) Becker, V. O., The taxonomic position of the Cecidosidae. Brèthes (Lepidoptera), in Polskie pismo entomologiczne. Seria B: Entomologia stosowana, vol. 47, Wrocław, Państowowe Wydawn. Naukowe, 1977, pp. 79-86, ISSN 0554-6060 (WC · ACNP), OCLC 5453738.
  9. ^ (EN) Kyrki, J., Adult abdominal sternum II in ditrysian tineoid superfamities - morphology and phylogenetic significance (Lepidoptera) (abstract), in Annales entomologici Fennici / Suomen hyönteistieteellinen aikakauskirja, vol. 49, Helsinki, Suomen Hyönteistieteellinen Seura, 1983, pp. 89-94, ISSN 0003-4428 (WC · ACNP), LCCN 91649455, OCLC 2734663. URL consultato il 7 aprile 2015.
  10. ^ (EN) Davis, D. R., The Monotrysian Heteroneura, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 65 - 90, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 16 dicembre 2014.
  11. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Kristensen, N. P., The Australian moth family Lophocoronidae and the basal phylogeny of the Lepidoptera-Glossata (abstract), in Invertebrate Taxonomy, vol. 10, n. 6, Melbourne, CSIRO, 1996, pp. 1199-1302, DOI:10.1071/IT9961199, ISSN 0818-0164 (WC · ACNP), OCLC 842755705. URL consultato il 22 marzo 2015.
  12. ^ (EN) Brock, J. P., A contribution towards an understanding of the morphology and phylogeny of the Ditrysian Lepidoptera (abstract), in Journal of Natural History, vol. 5, n. 1, Londra, Taylor & Francis, 1971, pp. 29-102, DOI:10.1080/00222937100770031, ISSN 0022-2933 (WC · ACNP), LCCN 68007383, OCLC 363169739. URL consultato il 24 marzo 2015.
  13. ^ (EN) Kristensen, N. P., Studies on the morphology and systematics of primitive Lepidoptera (Insecta) (abstract), in Steenstrupia, vol. 10, n. 5, Copenaghen, Zoologisk Museum, 1984, pp. 141-191, ISSN 0375-2909 (WC · ACNP), LCCN 78641716, OCLC 35420370. URL consultato il 30 marzo 2015.
  14. ^ (EN) Davis, D. R., A New Family of Monotrysian Moths from Austral South America (Lepidoptera: Palaephatidae), with a Phylogenetic Review of the Monotrysia (PDF), in Smithsonian Contributions to Zoology, vol. 434, Washington D.C., Smithsonian Institution Press, 1986, pp. iv, 202, DOI:10.5479/si.00810282.434, ISSN 0081-0282 (WC · ACNP), LCCN 85600307, OCLC 12974725. URL consultato il 2 aprile 2015.
  15. ^ a b c d e f (EN) Nielsen, E. S. & Davis, D. R., The first southern hemisphere prodoxid and the phylogeny of the Incurvarioidea (Lepidoptera) (PDF), in Systematic Entomology, vol. 10, n. 3, Oxford, Blackwell Science, luglio 1985, pp. 307-322, ISSN 0307-6970 (WC · ACNP), OCLC 4646400693. URL consultato il 9 gennaio 2015.
  16. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Common, I. F. B., Lepidoptera (moths and butterflies) Chapter 41, in Naumann, I. D. (Ed.). The Insects of Australia: a textbook for students and research workers, Vol. 2, 2ª edizione, Carlton, Victoria e Londra, Melbourne University Press & University College of London Press, 1991, pp. 817-915, ISBN 9780522844542, LCCN 94143880, OCLC 25292688.
  17. ^ a b c d e (EN) Davis, R. D. & Frack, D. C., Micropterigidae, Eriocraniidae, Acanthopteroctetidae, Nepticulidae, Opostegidae, Tischeriidae, Heliozelidae, Adelidae, Incurvariidae, Prodoxidae, Tineidae, Psychidae, Ochsenheimeriidae, Lyonetiidae, Gracillariidae, Epipyropidae, in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. 341- 378, 456, 459, 460, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
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  22. ^ (EN) Malcolm J. Scoble, A new incurvariine leaf-miner from South Africa, with comments on structure, life-history, phylogeny and the binomial system of nomenclature (Lepidoptera:Incurvariidae) (abstract), in Journal of the Entomological Society of southern Africa, vol. 43, n. 1, 1980, pp. 77-88, ISSN 00138789. URL consultato il 17 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2014).
  23. ^ (ENLA) John Curtis, On a species of Moths found inhabiting the Galls of a Plant, near Monte Video, in Proceedings of the Zoological Society of London, vol. 3, Londra, 1835, pp. 19. URL consultato il 27 ottobre 2014.
  24. ^ (DE) Jean-Jacques Kieffer, Jörgensen, Gronna Asle, Zentralblatt für Bakteriologie, Parasitenkunde, Infektionskrankheiten und Hygiene. Zweite Naturwissenschaftliche Abteilung: Mikrobiologie der Landwirtschaft, der Technologie und des Umweltschutzes, vol. 27, Jena, 1910, p. 385.
  25. ^ (EN) Edward Meyrick, New South African Micro-Lepidoptera, in Annals of the South African Museum, vol. 5, Londra, West, Newman & Co., 1909, pp. (377). URL consultato il 17 novembre 2012.
  26. ^ IUCN 2012. IUCN Red List of Threatened Species. Version 2012.2., su iucnredlist.org. URL consultato il 29 dicembre 2012.

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