Voyager (gruppo musicale australiano)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Voyager
I Voyager in concerto nel 2017
Paese d'origineBandiera dell'Australia Australia
GenereProgressive metal[1]
Periodo di attività musicale1999 – in attività
EtichettaSeason of Mist
Album pubblicati9
Studio8
Live1
Sito ufficiale

I Voyager sono un gruppo musicale progressive metal australiano fondato nel 1999 a Perth.

Hanno rappresentato l'Australia all'Eurovision Song Contest 2023 con il singolo Promise, classificandosi al nono posto.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni, Element V (1999-2005)[modifica | modifica wikitesto]

Danny Estrin

Il gruppo si formò a Perth nel 1999 dall'incontro tra il cantante e chitarrista Danny Estrin, tedesco immigrato in Australia,[3] con il tastierista Mark Baker e il batterista Adam Lovkis durante il periodo di studi all'Università dell'Australia Occidentale, proponendo uno stile musicale vicino al power metal.[4] Nello stesso anno il chitarrista Mark De Vattimo si unì alla formazione, mentre Baker la abbandonò, portando Estrin a ricoprire il ruolo di tastierista (quello vacante di chitarrista fu preso poco tempo dopo da Emanuel Rudnicki).[4] Dopo alcuni primi concerti tenuti agli inizi del 2000, Lovkis abbandonò il gruppo al fine di proseguire i propri interessi extra-musicali e fu rimpiazzato da Geoff Callaghan; nel 2001 la formazione si completò con l'aggiunta della bassista Jennah Greaig.[4]

Dopo un ulteriore cambio di formazione che ha visto la sostituzione di Greaig con Melissa Fiocco, nel 2003 i Voyager autoprodussero e pubblicarono l'album di debutto Element V, composto da quattordici brani.[5] Il disco catturò l'attenzione dell'etichetta olandese DVS Records, che lo ristampò disco l'anno seguente su scala europea.[6] La popolarità dei Voyager è aumentata rapidamente dopo l'uscita europea di Element V, permettendo alla band di esibirsi come gruppo di supporto per Steve Vai durante il suo tour in Australia nel 2004.

Durante il 2005 il gruppo tenne vari concerti in Australia, mentre il 9 dicembre dello stesso anno sia Rudnicki che Callaghan abbandonarono la formazione.[7]

Univers e I Am the Revolution (2007-2010)[modifica | modifica wikitesto]

Estrin e Canion durante un'esibizione dei Voyager nel 2011

Nel 2007 i Voyager pubblicarono il secondo album Univers sotto la tedesca Dockyard1.[8] Esso rappresentò la prima uscita con la chitarrista Simone Dow e il batterista Mark Boeijen, subentrati rispettivamente a Rudnicki e Callaghan a gennaio e febbraio 2006,[4] nonché l'ultima con la bassista Melissa Fiocco, che abbandonò la formazione intorno al periodo di pubblicazione del disco a causa di visioni musicali differenti, venendo sostituita da Alex Canion.[9][10]

Univers ha ricevuto il plauso della critica specializzata ed è stato scelto come album del mese dalla rivista belga Mindview e come album della settimana dalla rivista finlandese Imperiumi,[11] oltre a fruttare al gruppo una menzione tra i dieci migliori gruppi al mondo ai MusicOz Awards.[12] La promozione del disco avvenne attraverso una serie di concerti tenuti in Europa e in Australia,[9] inclusa una partecipazione al ProgPower Europe Festival nei Paesi Bassi, dove hanno avuto un buon successo dalla critica.[13] Dall'album fu inoltre estratto il singolo Sober, per il quale fu realizzato il primo video musicale in carriera per il gruppo.[14]

Il terzo album I Am the Revolution vide la luce nel settembre 2009 e ricevette il plauso della critica specializzata,[15][16] sebbene alcuni abbiano criticato la nuova direzione stilistica del gruppo che decise di fare uso di sonorità molto più pop e accessibili, abbandonando le influenze power metal dei primi lavori.[17] Dal disco furono estratti i video per i brani Lost e The Devil in Me.

The Meaning of I e V (2011-2013)[modifica | modifica wikitesto]

Scott Kay, chitarrista dei Voyager dal 2011

Il 21 aprile 2011 Scott Kay fu annunciato come nuovo chitarrista dei Voyager al posto di Chris Hanssen.[18] Nello stesso anno il gruppo firmò un nuovo contratto discografico con la Sensory, che portò alla pubblicazione del quarto album The Meaning of I negli Stati Uniti d'America. L'album presenta collaborazioni con D. C. Cooper dei Royal Hunt e Daniel Tompkins dei Tesseract e si caratterizza per la maggiore presenza di elementi elettronici nei vari passaggi musicali.[19] Nell'ottobre 2011 Boeijen abbandonò il gruppo in maniera amichevole, venendo sostituito da Ashley Doodkorte.[20]

Durante il 2012 accompagnarono i Rhapsody of Fire durante il loro tour statunitense,[21] e in seguito sono andati in tournée con i Children of Bodom.

Alla fine del 2013 i Voyager hanno presentato una campagna di crowdfunding per la realizzazione del loro quinto album. L'obiettivo della campagna è stato raggiunto dopo tre giorni dal lancio e il 14 gennaio 2014 hanno pubblicato il singolo Breaking Down, caratterizzato nuovamente dalla partecipazione di Tompkins.[22] Il disco, intitolato V, è stato pubblicato nell'estate 2014 e si caratterizza per uno stile ancora più accessibile e melodico, pur senza perdere le sonorità progressive metal delle precedenti uscite.[23] Il disco ha permesso inoltre al gruppo di ricevere una candidatura ai Prog Magazine Music Awards nella categoria Breakthrough Artist.[24]

Ghost Mile e Colours in the Sun (2017-2019)[modifica | modifica wikitesto]

Il 12 maggio 2017 è uscito il sesto album Ghost Mile, promosso da una tournée di lancio in Australia nello stesso periodo in cui sono stati affiancati da The Algorithm.[24]

Nel giugno 2018 hanno siglato un contratto con la Season of Mist al fine di distribuire il settimo album su scala globale; l'etichetta si è inoltre occupata della ristampa dei precedenti The Meaning of I e V, uscite il 22 giugno di tale anno.[25] Intitolato Colours in the Sun, il disco è uscito il 1º novembre 2019 e presenta dieci brani, di cui uno realizzato in collaborazione con Einar Solberg dei Leprous.[26] In questo disco la critica specializzata ha evidenziato uno stile più pop rispetto al passato, pur intrecciato alle sonorità progressive tipiche del quintetto.[27][28][29][30] Secondo Estrin risulta un disco «più trascendente, stratificato ed effervescente. È pop, ma ha ancora peso con riff croccanti e potenti. È un vero riflesso dei Voyager – cinque individui con radici diverse che si uniscono e creano un suono unico sotto il sole australiano».[26]

L'uscita dell'album è stata promossa da quattro singoli pubblicati tra marzo e ottobre 2019 (Brightstar, Colours, Water Over the Bridge e Entropy), nonché dalla tourneée europea Flying Colours Tour 2019 svoltasi nella seconda metà di settembre.[31]

Eurovision Song Contest, Fearless in Love (2022-presente)[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2022 i Voyager hanno partecipato a Eurovision - Australia Decides, programma di selezione del rappresentante australiano all'Eurovision Song Contest, dove si sono piazzati al 2º posto con l'inedito Dreamer.[32] Nell'estate dello stesso anno hanno pubblicato un secondo inedito, Submarine, promosso dal relativo video.[33] Il 2022 ha inoltre segnato la pubblicazione del loro primo album dal vivo A Voyage Through Time, contenente un concerto speciale volto a celebrare i loro oltre vent'anni di carriera durante il quale hanno suonato brani tratti da tutti gli album pubblicati fino ad allora;[34] tra settembre e ottobre hanno invece aperto le date dei Vola in Europa.[35]

Il 21 febbraio 2023 l'emittente televisiva australiana SBS ha annunciato di avere selezionato internamente i Voyager con l'inedito Promise al fine di rappresentare la nazione all'Eurovision Song Contest 2023 a Liverpool;[36] nella serata conclusiva il gruppo si è classificato al nono posto.[2] Durante la loro partecipazione alla manifestazione hanno pubblicato anche il singolo Prince of Fire, annunciando anche l'uscita dell'ottavo album Fearless in Love per il 14 luglio.[37] Un ulteriore singolo, distribuito pochi giorni prima dell'album, è stato Ultraviolet, che ha visto la partecipazione vocale di Sean Harmanis dei Make Them Suffer.[38]

L'album è stato promosso inizialmente da una breve tournée australiana composta da sei date (che hanno registrato il tutto esaurito)[39][40] e in seguito dal Fearless in Love Tour, che partirà nel 2024 in Australia e successivamente in Europa.[41][42] La tappa europea avrebbe dovuto avere luogo nell'ottobre 2023 ma è stata posticipata a causa di un tumore diagnosticato a Estrin.[43]

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Le prime pubblicazioni dei Voyager si distinguevano per uno stile marcatamente power metal,[4] virando successivamente verso un progressive metal pesante ma caratterizzato da un frequente uso della melodia.[11][1][44] A partire dal terzo album I Am the Revolution il gruppo ha cominciato ad integrare elementi pop all'interno della loro musica, rendendo gli arrangiamenti più accessibili ma senza rinunciare alle poliritmie tipiche del progressive metal.

Con i successivi The Meaning of I e V, i Voyager hanno incrementato l'uso di elementi elettronici e del sintetizzatore,[19] oltre a frequenti assoli di keytar.[45] Durante lo svolgimento dell'Eurovision Song Contest e la crescente attenzione data al gruppo dalla stampa, la critica specializzata ha coniato il termine «synth metal» al fine di descrivere la loro musica, con il frontman Danny Estrin che ha definito la musica del gruppo come «progressive power pop metal epico».[45]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Attuale
  • Danny Estrin – voce, keytar, tastiera (1999-presente), chitarra (1999)
  • Simone Dow – chitarra (2006-presente)
  • Alex Canion – basso, voce (2007-presente)
  • Scott Kay – chitarra (2011-presente)
  • Ashley Doodkorte – batteria (2011-presente)
Ex componenti
  • Mark Baker – tastiera (1999)
  • Adam Lovkis – batteria (1999-2000)
  • Jennah Greaig – basso (2001-2003)
  • Emanuel Rudnicki – chitarra (1999-2006)
  • Geoff Callaghan – batteria (2000-2006)
  • Melissa Fiocco – basso (2003-2007)
  • Mark De Vattimo – chitarra (1999-2008)
  • Chris Hanssen – chitarra (2009-2011)
  • Mark Boeijen – batteria (2006-2011)

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Troy Culpan, Voyager, su May the Rock Be with You, 28 novembre 2011. URL consultato il 27 aprile 2023.
  2. ^ a b (EN) Arianna Ascione, Eurovision 2023 la classifica finale: Mengoni quarto, giù dal podio per un soffio, su Corriere della Sera, 14 maggio 2023. URL consultato il 14 maggio 2023.
  3. ^ (EN) Ben Lewis, Australia's Eurovision entrant is also an immigration lawyer, su SBS, 9 maggio 2023. URL consultato il 13 maggio 2023.
  4. ^ a b c d e (EN) Voyager, su Metal Storm. URL consultato il 13 maggio 2023.
  5. ^ (EN) Music, su Voyager. URL consultato il 27 agosto 2023 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2005).
  6. ^ (EN) Jeff, Voyager interview (12/2004), su Metal Storm, 14 dicembre 2004. URL consultato il 13 maggio 2023.
  7. ^ (EN) Breaking News, su Voyager, 9 dicembre 2005. URL consultato il 27 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2006).
  8. ^ (EN) Voyager hit the East Coast, su FaterLouder, 27 ottobre 2007. URL consultato il 3 settembre 2023 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2012).
  9. ^ a b (EN) News, su Voyager. URL consultato il 3 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2007).
  10. ^ (EN) Sarah Anne Warner, INTERVIEW: Alex Canion – Voyager, su Metal-Roos, 5 luglio 2014. URL consultato il 13 maggio 2023.
  11. ^ a b (FI) Voyager - uniVers, su Imperiumi.net, 10 gennaio 2008. URL consultato il 3 settembre 2023.
  12. ^ (EN) Musicoz Top 10 Finalists for 2007..., su MusicOz. URL consultato il 13 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2009).
  13. ^ (EN) John Tucker, ProgPower Europe review, su John Tucker Online. URL consultato il 7 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2011).
  14. ^ (EN) CD Release News, su Voyager, 29 luglio 2006. URL consultato il 3 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2007).
  15. ^ (DE) Mike Tüllmann, VOYAGER - I am the Revolution, su Terrorverlag. URL consultato il 23 marzo 2023.
  16. ^ (DE) Voyager: I Am The Revolution (Review), su musikreviews.de. URL consultato il 13 gennaio 2022.
  17. ^ (DE) VOYAGER - I Am The ReVolution, su stormbringer.at, 18 settembre 2009. URL consultato il 13 gennaio 2022.
  18. ^ Filmato audio Voyager, VTV 8 - Voyager introduces Scott, su YouTube, 21 aprile 2011. URL consultato il 13 maggio 2023.
  19. ^ a b (EN) Eduardo Rivadavia, The Meaning of I, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 13 maggio 2023.
  20. ^ (EN) Voyager, Farewells and New Beginnings, su Facebook, 23 ottobre 2011. URL consultato il 23 marzo 2023.
  21. ^ (EN) Mark Diggins, INTERVIEW: Scott Kay – Voyager, su The Rockpit, 16 luglio 2014. URL consultato il 23 marzo 2023.
  22. ^ (EN) VOYAGER To Launch New Single 'Breaking Down' With Perth Show, su BraveWords, 14 gennaio 2014. URL consultato il 23 marzo 2023.
  23. ^ (EN) Scott Jessup, Voyager: V, su Sea of Tranquillity, 9 luglio 2014. URL consultato il 23 marzo 2023.
  24. ^ a b (EN) VOYAGER Announce Tour Supports, su Heavy. URL consultato il 23 marzo 2023.
  25. ^ (EN) VOYAGER Sign To Season Of Mist, su BraveWords, 26 giugno 2018. URL consultato il 13 maggio 2023.
  26. ^ a b (EN) Scott Munro, Voyager announce new album Colours In The Sun, su Louder, 28 agosto 2019. URL consultato il 23 marzo 2023.
  27. ^ (EN) Steel Druhm, Voyager – Colours in the Sun Review, su Angry Metal Guy, 30 ottobre 2019. URL consultato il 23 marzo 2023.
  28. ^ (EN) Maria Tricker, ALBUM REVIEW: Colours In The Sun – Voyager, su Distorted Sound Magazine, 31 ottobre 2019. URL consultato il 23 marzo 2023.
  29. ^ (EN) VOYAGER – "COLOURS IN THE SUN", su The Prog Mind, 8 novembre 2019. URL consultato il 23 marzo 2023.
  30. ^ (EN) Voyager – Colours in the Sun (Album Review), su The Prog Report, 4 novembre 2019. URL consultato il 23 marzo 2023.
  31. ^ (EN) Scott Munro, Voyager announce the Flying Colours European tour, su Louder, 22 luglio 2019. URL consultato il 13 maggio 2023.
  32. ^ (EN) Christian Petersen, Australia has decided: Sheldon Riley to Eurovision 2022, su eurovisionworld.com, 26 febbraio 2022. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  33. ^ (EN) Voyager share new single "Submarine", su progreport.com, 14 luglio 2022. URL consultato il 13 maggio 2023.
  34. ^ (EN) Hayley Bessell, Voyager release their live album 'A Voyage Through Time', su Aussievision, 26 agosto 2022. URL consultato il 23 marzo 2023.
  35. ^ Vola: annunciato il "Live From The Pool" e una data a Milano a settembre, su SpazioRock, 1º aprile 2022. URL consultato il 2 aprile 2022.
  36. ^ (EN) Emily Grace, Australia: Voyager to Eurovision 2023, su Eurovoix, 21 febbraio 2023. URL consultato il 21 febbraio 2023.
  37. ^ (EN) Teddy Coward, Voyager Announce New Album With Single 'Prince of Fire', su Rock Sound, 4 maggio 2023. URL consultato il 13 maggio 2023.
  38. ^ (EN) VOYAGER Go into a Darker Headspace on "Ultraviolet", su Season of Mist, 10 luglio 2023. URL consultato il 27 agosto 2023.
  39. ^ (EN) Hayley Bessell, Voyager Australian Tour 2023: All you need to know, su Aussievision, 7 giugno 2023. URL consultato il 27 agosto 2023.
  40. ^ (EN) Voyager, AUSTRALIA - OUR TOUR IS NOW OFFICIALLY SOLD OUT!, su Facebook, 21 giugno 2023. URL consultato il 27 agosto 2023.
  41. ^ (EN) EARTHSIDE Announce UK & European Tour With VOYAGER, su Rock 'N' Load. URL consultato il 27 agosto 2023.
  42. ^ (EN) Kyriakos Tsinivits, Voyager Australian Tour 2023: All you need to know, su Aussievision, 21 agosto 2023. URL consultato il 27 agosto 2023.
  43. ^ (EN) Mostafa Rachwani, Australian Eurovision entrant Danny Estrin reveals cancer diagnosis as Voyager cancel European tour, su The Guardian, 22 settembre 2023. URL consultato il 22 settembre 2023.
  44. ^ (EN) Voyager - UniVers review, su Metal Storm, 26 novembre 2007. URL consultato il 3 settembre 2023.
  45. ^ a b (EN) Rafqa Touma, 'In it for the ride': who are Voyager, the synth-metal band representing Australia at Eurovision?, su The Guardian, 22 febbraio 2023. URL consultato il 27 aprile 2023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàGND (DE1227837763