Villiaumite

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Villiaumite
Classificazione StrunzIII/A.02-10
Formula chimicaNaF
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinocubico[1], monometrico
Sistema cristallinoisometrico[2][3]
Classe di simmetriaesacisottaedrica[2]
Parametri di cellaa=4,631 Å[2][3]
Gruppo puntuale4/m 3 2/m[2][3]
Gruppo spazialeF m3m[2][3]
Proprietà fisiche
Densità2,79[2][3]-2,80[1][2] g/cm³
Durezza (Mohs)2[1][3]-2,5[1][2][3]
Sfaldaturaperfetta secondo le facce del cubo[1] e secondo {100}[2], secondo {010}[2] e secondo {001}[2][3]
Fratturafragile[1][2][3]
Colorerosso vino[1], incolore[2], rosso scuro[2], marrone arancio[2], carminio scuro[3], rosso scuro[3], arancio chiaro[3], rosa[3], rosso ciliegia chiaro o scuro
Lucentezzavitrea[2][3]
Opacitàtraslucida, trasparente[2][3]
Strisciobianco rosato[2], bianco[3], rosa
Diffusionemolto rara[1]
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La villiaumite è un minerale, un fluoruro di sodio, appartenente al gruppo dell'halite.

Il nome deriva da Charles Maxime Villiaume[2][3], esploratore e ufficiale artigliere francese che la trovò in Guinea.

Descritta per la prima volta da Antoine François Alfred Lacroix, mineralogista e geologo francese, che nel 1908 la reperì nella collezione di Villiaume.

Abito cristallino

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Si presenta in cubi imperfetti.

Origine e giacitura

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Si osserva esclusivamente in rocce eruttive alcaline del tipo sieniti nefeliniche[1] e affini, soprattutto quando contengono quantità notevoli di sodio anziché di calcio; infatti se è il calcio a trovarsi in quantità notevoli non si parla più di villiaumite, bensì di fluorite. La paragenesi è con astrofillite, nefelina e sodalite.

Forma in cui si presenta in natura

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In natura si presenta in aggregati granulari o in piccole masse spatiche[1]; raramente in cristalli.

Caratteri fisico-chimici

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Solubile in acqua[1] fredda. Fonde facilmente. A differenza del fluoruro di sodio artificiale che è di colore bianco, il colore rosso ciliegia della villiaumite è dovuto probabilmente a difetti reticolari, come accade nel salgemma, formatisi per azione delle radiazioni.

Località di ritrovamento

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Sulle isole di Los, in Guinea, dove si trova associata ad eucolite e låvenite e anche apofillite; a Lovozero, nel massiccio di Khibin, in Russia, dove forma aggregati di qualche centimetro in un deposito di apatite; tracce se ne trovano anche ad Ilimaussak, in Groenlandia.

In Italia la si rinviene nelle fumarole del Vesuvio.

  1. ^ a b c d e f g h i j k Carlo Maria Gramaccioli, III.Alogenuri, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 1, Milano, Alberto Peruzzo editore, p. 186.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w (EN) Villiaumite Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 19/04/2021.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u (EN) Villiaumite, su mindat.org. URL consultato il 19/04/2021.
  • Klein Cornelis, Mineralogia, Zanichelli, 2004.
  • Morbidelli, Le rocce e i loro costituenti, Ed. Bardi, 2005.
  • Minerali e Rocce, Novara, De Agostini, 1962.
  • Borelli e Cipriani, Guida al riconoscimento dei minerali, Mondadori, 1987.
  • Mackenzie, Donaldson e Guilford, Atlante delle rocce magmatiche e delle loro tessiture, Zanichelli, 1990.
  • Adams, MacKenzie e Guilford, Atlante delle rocce sedimentarie al microscopio, Zanichelli, 1988.
  • I minerali d'Italia, SAGDOS, 1978.
  • Corsini e Turi, Minerali e Rocce, Enciclopedie Pratiche Sansoni, 1965.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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