Utente:PacoSoares/Fiume Eleuterio

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Pizzo Cannita (F.250 II S.O.) è un piccolo e aspro colle posto al margine Sud-Orientale della Conca D’Oro, lì dove il fiume Eleuterio si immette nella piana prendendo il nome di Fiume di Ficarazzi, per sfociare, subito dopo, in mare. Il toponimo “Cannita” è da riconnettere alla coltivazione della canna da zucchero che caratterizzò la zona tra il ‘400 e il ‘600 e di cui si conserva, nei pressi di Ficarazzi, una monumentale testimonianza nel ponte-acquedotto che fu costruito alla metà del Quattrocento dall’ingegnere spagnolo Antonio Zorura per alimentare la produzione dei trappeti per lo zucchero. La collina, detta anche Cozzo Cannita, è un rilievo calcareo di formazione quaternaria, emergente dalle argille che compongono la zona circostante, coperte da terra di trasporto giallastra o rosso- bruna, ricca di spato di calcare, sabbia, agate, selci e geodi. Il colle è facilmente individuabile per la sua inconfondibile conformazione a tre vette, tra le quali, quella di sud-est, raggiunge m 208 s.l.m.. Sulla parete settentrionale si apre una grotta che ha restituito materiale archeologico a partire dal Paleolitico Superiore. Sulla collina vi sono tracce di un centro abitato, che, benché noto da tempo, non è mai stato oggetto di indagini sistematiche. E’ il primo insediamento che si incontra lungo il percorso del fiume Eleuterio e dovette far parte del sistema di abitati indigeni sviluppatisi in epoca antica lungo e a difesa del fiume. Fu sicuramente la privilegiata posizione dell’altura, che disponeva, però, di un fertile comprensorio territoriale ricco d’acqua, a consentire il sorgere di un centro strategicamente a controllo del passaggio di gente e merci verso l’entroterra. L’insediamento dovette, infatti, avere un ruolo essenziale per il controllo del basso corso del fiume Eleuterio poiché la breve distanza dal mare, la facile difendibilità per la presenza della valle del fiume ad est e le pareti precipiti sui rimanenti versanti, e la centralità rispetto alle città di Pànormos ad ovest e Solunto ad est, qualificavano la sua posizione ottimale.

La strada litoranea che da Palermo conduce verso Bagheria, seguendo il lungo arco che racchiude gran parte del golfo palermitano, conduce verso un ambiente fertile della campagna orientale della Conca d'Oro irrigata dalle acque del fiume Eleuterio.

Un acquedotto con 17 campate ad archi ogivali, sito sul fiume Eleuterio, convogliava l'acqua attraverso un viadotto-canale, portando l'acqua all'interno del borgo (attualmente è visibile nelle vicinanze della torre), e facendo muovere un grosso trappeto per la lavorazione delle cannamele. L'industria zuccheriera fu attiva per due secoli mentre nel corso dei successivi, la baronia di Ficarazzi appartenne a diverse famiglie che cambiarono usi agricoli.