Utente:Naimadia/Sandbox

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Chiesa di Santa Chiara
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Piemonte
LocalitàTorino
Religionecattolica
TitolareSanta Chiara
ArchitettoBernardo Vittone
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1742
Completamento1745

La chiesa di Santa Chiara è una chiesa barocca, conventuale, situata nel centro di Torino ed attualmente appartenente all'ordine delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli Ammalati Poveri.

La chiesa fu realizzata tra il 1742 ed il 1745 dall'architetto Bernardo Vittone come chiesa conventuale per l’ordine monastico claustrale delle Suore Clarisse. L’architetto torinese produsse almeno due diversi progetti per la complessa situazione che si trovava di fronte: la chiesa sorge, infatti, fra due strette vie pubbliche e doveva essere, poi, collegata alla galleria del preesistente convento.

La chiesa di Santa Chiara, a tipica pianta circolare, si presenta come una struttura di modeste dimensioni poiché pensata per accogliere soltanto la piccola comunità conventizia e non un intera comunità parrocchiale . Anche l’apparato decorativo, costituito quasi esclusivamente da stucchi e medaglioni, appare modesto, in corrispondenza con il voto di povertà espresso dalle suore.

La struttura a pilastri, con archi e costoloni, si sviluppa totalmente in verticale, sfruttando così al massimo la luce: Vittone, prestò infatti molta attenzione all'elemento luminoso, che sembra investire copiosamente ogni parte dell’edificio.

Una grande volta copre la struttura, concludendosi con un cupolino.

Dietro la chiesa si colloca il coro, luogo di preghiera ed elemento tipico delle chiese progettate per uso esclusivo degli ordini di vita contemplativa.

Le prime notizie riguardo ad un complesso monastico appartenente alle monache Clarisse risalgono al medioevo; del complesso faceva parte una chiesa primitiva.

L’edificazione di un nuovo monastero – che si sarebbe, poi, esteso per un intero isolato - risale invece al 1715, quando Torino viene investita da un complesso programma di riedificazione voluto dal primo re di Casa Savoia, Vittorio Amedeo II.

Nel 1742, le Clarisse affidano la costruzione di una chiesa per il loro convento all'architetto torinese Bernardo Antonio Vittone. Vittone, aveva, infatti, già progettato e felicemente realizzato per lo stesso Ordine una chiesa Bra.

Con le calate napoleoniche e l’annessione del Piemonte alla Francia, gli ordini religiosi vengono soppressi; la chiesa ed il convento di Santa Chiara divengono quindi rifugio per i religiosi vessati. Dopo la definitiva caduta dell’Impero Napoleonico e la Restaurazione, l’ordine delle Clarisse si trova talmente impoverito per numero e sostanze, da non ritenersi opportuno il rientro nel convento.

È così che nel 1824 per “regale munificenza di Re Carlo Felice”, il convento viene assegnato ad un altro ordine femminile di vita contemplativa, l’Ordine delle Visitandine.

Le Visitandine occupano la struttura fino al 1904, anno nel quale si trasferiscono nel “rinnovato” monastero ella Visitazione, nei pressi di Corso Francia (in zona Pozzo Strada).

Però, già negli anni precedenti a loro trasferimento le monache della Visitazione avevo spogliato la struttura e la chiesa di preziosi arredi - come l’apparato ligneo del coro e gli altari marmorei - per trasferirli nell'erigendo nuovo convento.

Con l’abbandono definito, il bene è incamerato dal comune di Torino, che lo inserisce trai beni “vincolati”, e lo usa per lungo tempo come rimessa o magazzino.

Quando finalmente nel 1930 le Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli ammalati poveri riescono ad acquistare l’edificio, il Comune pone il vincolo di restaurarlo.

Si susseguono quindi anni di “restauri” e trasformazioni per adeguare la struttura alle esigenze di un ordine religioso non di tipo monastico: vengono costruiti dei tramezzi nel coro - ormai vuoto - e gli archi del chiostro tamponati per costruire nuovi ambienti. Tra il 1937 e il 1942 vengono, addirittura, realizzati i nuovi altari in marmo per la chiesa, in sostituzione degli originali.

In ultimo, il chiostro viene definitivamente demolito e ridotto ad un semplice cortile interno per fare spazio al nuovo Istituto di Igiene Pubblica.

Nel 2015 le Piccole Serve concedono l’intero complesso in comodato d’uso gratuito all'Associazione Gruppo Abele Onlus, che lo sta utilizzando per sviluppare un progetto di cohousing sociale.

La Suore continuano, comunque, giornalmente a tenere un ambulatorio infermieristico per gli ammalati poveri; ambulatorio che mantiene ancora l’ingresso originale degli anni ’30, da Via delle Orfane, 15.

La chiesa vittoriana è, invece, attualmente oggetto di un complesso intervento di restauro per il ripristino delle dorature, dei fregi e degli stucchi e soprattutto per la rimozione delle vernici applicate coi restauri “impropri” degli anni quaranta e cinquanta.

  • Bernardo Antonio Vittone, * Istruzioni elementari per indirizzo dei giovani allo studio dell'architettura civile, Lugano, Agnelli, 1760 (ristampato nel 2008, a cura di Edoardo Piccoli, Editrice Librerie Dedalo).

Collegamenti esterni

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