Utente:Marco Plassio/Piemontese

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Ringrazio l'utente Nandorum per questo tanto esilarante quanto vero vademecum per la comprensione degli strani comportamenti ed idiomi dei miei compatrioti...

Come il piemontese medio vede il mondo

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Il modo di vedere la vita, la filosofia e i rapporti umani del piemontese medio si possono facilmente riassumere con le poche sentenze popolari qui elencate:

«Fà 'l feu con tò bòsch

«L'oma sempe fàit parèj.»

«Soma pròpi al pian dij babi

«Dà 'd càuss ant ël daré dnans ch'it na pije ti.»

«'T l'has ël deuit ëd na vaca 'nt la melia

«A veul mostreje ai gat a rampiesse.»

«Sah! Andoma a canté a n'àutra cort

«Ciolé, gnanca parlene.»

«A l'é rivame sle croste

«Dësgàjte, che 'l ris a ven longh.»

«Dnans ch'a fasa neuit

Piccolo vademecum...

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...autoironico per capire i piemontesi. A Torino, Cuneo, Asti etc. gli indigeni parlano uno strano italiano. A parte l'accento, che comunque è ben diverso da quello imitato nelle scenette comiche in TV (non sto a dilungarmi: venire per credere), chi viene da Roma, Napoli, Palermo ma anche da Milano o Genova potrebbe non capire talune espressioni. Queste derivano dall'idioma piemontese. Tutti i piemontesi le usano, ma proprio tutti, anche quelli che non parlano affatto il piemontese, e anche i discendenti degli immigrati dalle altre regioni d'Italia e del mondo. Ma il dramma è che i piemontesi sono convinti che in tutta Italia si parli così. Il piemontese medio è convinto di parlare con la dizione perfetta di una signorina buonasera, mentre solitamente parla più come la Littizzetto... Non appena escono dal Piemonte (lo fanno raramente), però, usano le espressioni qui elencate, e tutti incominciano a guardarli in modo strano. Ecco le più diffuse: da queste parti le sentirete spessissimo.

  • Sah! vuol dire "Dài!", "Forza!". Deriva dal monosillabo che si usa(va) nelle campagne per incitare le bestie.
  • Va bin vuol dire "Va bene"
  • Andoma, abbreviato 'doma , vuol dire "andiamo". Si scrive così, ma si pronuncia [andùma], [duma].
  • As vedoma o Is vedoma vuol dire "ci vediamo". Pronuncia: [as\is vedùma]
  • Cerea, è usato e abusato nelle scenette comiche, ma è un saluto formale usato quando ci si dà del lei. Purtroppo non si usa quasi più. Deriva da un'antica parola che significava "(vostra) signoria".
  • Madama, madamin, tòta, monsù. Non si usano quasi mai parlando in italiano, ma potrebbe capitare di sentirli. Sappiate che la Madama è una signora sposata matura, la Madamin è una signora sposata giovane. Il criterio di distinzione tra madama e madamin è il fatto se la signora in questione abbia ancora la suocera o no. Se la suocera della vostra interlocutrice ha già tirato le cuoia, allora è madama. Altrimenti è madamin. Se non si dispone di questa informazione, si dà della madamin a priori. Tòta invece vuol dire signorina (giovane o vecchia che sia), e Monsù (pronuncia: [munsǜ]) vuol dire signore (di qualunque età e stato civile).
  • Neh? questo famoso intercalare non è un verso animalesco, ma deriva dal latino non est?. Ovviamente non è affatto vero che i piemontesi concludano ogni frase con questa parola. Comunque si può tradurre con "vero?". Per es.: Neh che è bello?, oppure Domani vieni, neh? nel senso di "mi raccomando, vieni!"
  • É! neanche questo è un verso scimmiesco, ma è il corrispondente piemontese di "Sì". Deriva dal latino est. Esempio: "Sei andato a trovare Luigi?" "É, ma non era in casa".
  • Coma a l'é? "Come va?" (letteralm. "Com'è?"). Pronuncia [kumalé].
  • Bòn vuol dire "basta".
  • Fare pranzo \ fare cena vuol dire "pranzare\cenare"
  • Ne ho solo più uno vuol dire che me n'è rimasto solo uno. Es.: "Hai letto il libro?" "É, devo solo più leggere le ultime pagine", cioè l'ha letto tutto tranne le ultime pagine. Se pensate che sia uno strano modo di esprimersi, cosa volete che vi dica, avete ragione...
  • Croissant, detto in francese, è la brioche a mezzaluna che a Roma è detta "cornetto". Attenzione: se a Torino chiedete un "cornetto", il barista vi darà il noto gelato Algida, oppure vi chiederà: "un cornetto, cioè un croissant?". A proposito: i francesi sono convinti che in Piemonte si parli correntemente il francese. Anche non pochi italiani lo pensano. Ovviamente non è vero. Forse era parzialmente vero fino al 1860, ma solo per le persone molto ricche e colte. Dell'italiano si incominciava a sentire parlare come la futura lingua nazionale. Gli altri parlavano solo il piemontese o, sulle montagne, l'occitano o l'arpitano. Cavour e Vittorio Emanuele II conversavano tra loro (o meglio: litigavano furiosamente) indifferentemente in piemontese o in francese.
  • Bignòla, altro termine sinonimo di "bignè". Piccola pasta rotonda ripiena di crema. Attenzione: qui le paste dolci sono molto, molto più piccole delle enormi ed ottime paste alla crema delle pasticcerie napoletane e siciliane. Se una non vi basta, mangiatene cinque o sei...
  • Acqua naturale a Torino è l'acqua liscia, senza bollicine. Ne segue che l' acqua minerale può essere gassata o no. Ah: in Piemonte questa è gasata, con un sola S. Altrove in Italia con "minerale" si intende solo quella gassata, mentre con "naturale" spesso si intende l'acqua del rubinetto o quella a temperatura ambiente. Se non la volete troppo fredda, chiedete l'acqua fuori frigo (termine diffusissimo).
  • Caffè normale. Come se esistessero caffè non normali... Chiedere solo "un caffè" per un piemontese è riduttivo. Bisogna specificare se lungo, "giusto" o ristretto, macchiato caldo, macchiato freddo o nero (qui detto normale), corretto o no, se ci vuoi la spruzzatina di cacao e se vuoi lo zucchero di canna, quello bianco o il dolcificante. Se al bar chiedete solo "un caffè" il barista come minimo vi chiederà: Normale?. Per non parlare del cappuccino: specificare se lo si vuole chiaro o scuro, caldo o tiepido, con poca o tanta schiuma, se si vuole il cacao, e se con una o due bustine di zucchero nel piattino. Non sto scherzando: ve ne accorgerete. In alcune zone d'Italia i bar fanno il noto caffellatte, ben diverso dal cappuccino perché non ha la schiuma. Nei bar torinesi non si sa che cosa sia: cappuccino punto e basta.
  • Strane costruzioni verbali. Ti ho detto che te lo davo domani vuol dire "Ti avevo detto \ ti dissi che te l'avrei dato domani". L'Italia è entrata in guerra nel 1915 vuol dire "l'Italia entrò in guerra...". Niente passato remoto. Mai.
  • Essere buono vuol dire anche "essere capace". Es.: Sei buono a nuotare?
  • Essere bravo vuol dire anche "essere una persona buona\gentile". Es.: Mario è più bravo di Luisa può voler dire che Mario è un bambino più buono\ubbidiente\educato di Luisa.
  • Cimito \ Cinito vuol dire bruciato, fulminato (lampadine e simili)
  • Non mi oso vuol dire "non oso".
  • Fai così vuol dire "fa' pure". Es.: "Vado un attimo in bagno, neh." "Fai così!". A volte viene detto proprio in piemontese: Fà parèj.
  • Bigioia o Ciornia è l'organo genitale femminile. Il primo è dal piem. bigieuja "santino, figurina votiva". Il secondo è più volgare ed è dal piem. ciòrgn "cieco, buio".
  • Picio (pronuncia [pìciu]) è il corrispondente maschile. E' molto volgare. Può essere anche un insulto: in questo caso si può rendere con gl'insulti italiani "cretino" e "stronzo". Ecco, in realtà un picio è sia cretino che str..., contemporaneamente!
  • Cupio (pronunciabile così come è scritto oppure alla piemontese [küpiu]), omosessuale o transessuale, termine spregiativo.
  • Ciulare vuol dire avere rapporti sessuali. Termine non solo piemontese, diffuso un po' in tutto il nord Italia.
  • Dare del culo o dal culo. Si dice quando un progetto fallisce. Es. La nuova copisteria ha già dato del culo, cioè ha chiuso. Deriva dal detto piem. Dé dël cul an sla pera ("Dare di culo sulla pietra")
  • Cicles Se non siete piemontesi vi state chiedendo cosa sia. Se siete piemontesi vi stupite perchè pensate che in tutta Italia si chiami così. Cos'è? Il Chewing-gum; il nome deriva da una marca di chewing-gum "Chiclets" che nel 1906 ha messo in commercio queste gomme da masticare alla menta.