Utente:Elenasan/Draft-2

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Arte dei Vaiai e Pellicciai
AttivitàImportazione e lavorazione di pellicce e pellame
StemmaAgnello mistico con la croce del popolo e la tipica pelliccia di vaio
ProtettoreSan Jacopo
Antica sedeVia Lambertesca, all'angolo con il Chiasso Baroncelli


L'Arte dei Vaiai e Pellicciai era una delle sette Arti Maggiori di Firenze.


La Corporazione[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante l'attività dei membri appartenenti a questa corporazione fosse documentata fin dalla prima metà del XII secolo, l'Arte dei Vaiai e Pellicciai ottenne il riconoscimento tra le Arti Maggiori di Firenze per ultima, agli inizi del Trecento, quando gli iscritti risultavano essere quasi 200, guidati da 4 consoli.

La lavorazione delle pellicce[modifica | modifica wikitesto]

Un ermellino
Il vaio

La lavorazione di queste materie pregiate era un'attività molto redditizia; per molto tempo infatti, certi tipi di pelliccia furono considerati simbolo di stato sociale o di rango politico, che foderavano o rivestivano gli abiti ed i copricapo degli appartenenti ai ceti più elevati, come il vaio o la pelliccia di lupo. I pellicciai fiorentini importavano le pelli degli animali dall'Europa continentale e dal Medio Oriente; il vaio era fatto con il manto dello scoiattolo grigio e bianco tipico delle foreste della Bulgaria e della Russia e la sua caratteristica lavorazione, ottenuta alternando un dorso ed una pancia di questi animaletti, dava vita a quella che fu la pelliccia araldica per antonomasia, usata per guarnire sia mantelli che cappelli. Successivamente anche la pelliccia di ermellino venne impiegata come pezza araldica, bianchissima e dai caratteristici pois neri, oppure sempre come capo di abbigliamento estremamente costoso e ricercato, sul quale venivano cucite le code dell'animale come pendaglio. Scoiattoli ed ermellini non erano però gli unici animali da cui si ricavavano le pellicce; si cacciavano anche visoni, volpi, orsi e montoni e per chi non poteva permettersi di spendere tanto, le più economiche erano quelle di gatto o di coniglio.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Le code di vaio venivano impiegate soprattutto per la produzione dei pennelli destinati ai pittori.

Il patrono[modifica | modifica wikitesto]

San Jacopo

La corporazione scelse San Jacopo come santo protettore e commissionò una statua a Niccolò di Pietro Lamberti, eseguita intorno al 1422.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Giuliani, Le Arti Fiorentine, Firenze, Scramasax, 2006.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria: Storia di Firenze]]