Utente:Cenzin/Contributi in elaborazione

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Dialetto monopolitano[modifica | modifica wikitesto]

Dialetto monopolitano
Djalètte munepletène
Parlato inBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Puglia, Monopoli
Locutori
Totalecirca 50.000
Classificanon in top 100
Altre informazioni
Tipodialetto subregionale
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Dialetti italiani meridionali
    Monopolitano
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tòtte i Crestjène nàsscn lìbbere i uguèl iend a degnetè i iend i derètte. S'à dutet d rescjione i cusscjeze... (secondo la trascrizione di Luigi Reho)

Il dialetto monopolitano (nome nativo djalètte munepletène) è un dialetto parlato nella città di Monopoli. Solitamente incluso nella famiglia del dialetto barese, in funzione della collocazione geografica della città in cui è adoperato, presenta delle variazioni fonologiche e talvolta morfologiche, del tutto peculiari.

Come per la maggior parte degli altri dialetti italiani, il Monopolitano ha vissuto la sua storia di lingua volgare, ovvero "parlata del popolo", e per questo legata all'uso quotidiano conviviale e quasi esclusivamente orale.

Proprio per questa sua natura prevalentemente orale, non esistono delle convenzioni univoche per una sua trascrizione, che risulta particolarmente difficoltosa per le sue differenze fonetiche con l'italiano. Nella trascrizione di detti popolari, commedie in vernacolo e nella produzione letteraria si son seguiti diversi metodi, anche se il più completo appare quello proposto dal prof. Luigi Reho, autore del Dizionario etimologico del monopolitano e di numerosi versi dialettali.

La salvaguardia dell'enorme patrimonio di identità e di conoscenza storica propria del dialetto è però in lenta erosione a causa del procedere dell'italianizzazione dello stesso, figlia della sua mancata salvaguardia e della cultura dettata dagli odierni mezzi di comunicazione.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Come le altre lingue romanze il dialetto monopolitano trae origine dal latino, innestatosi su un substrato di parlate pre-esistenti, ed in particolare dal latino volgare maggiormente usato dal popolo (volgo) mentre il primo era la lingua adoperata da eruditi e letterati.

La base latina del monopolitano è stata arricchita nel corso dei secoli con apporti, più o meno consistenti, da parte del greco-bizantino, arabo, francese, delle lingue germaniche, di quelle slave e dello spagnolo. Tali contributi sono figli delle vicissitudini storiche che il territorio di Monopoli ha vissuto nel corso dei secoli, entrando in contatto con diversi popoli e subendo la dominazione di stati stranieri.

Fonetica[modifica | modifica wikitesto]

Fonemi vocalitici[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il modello del prof. Reho:

  • à - a tonica di suono aperto (es.: sàbbete, sabato);
  • â - suono intermedio tra a ed o, indica anche la concrezione (es.: âssenźjèle, l'essenziale);
  • e - è muta se interna (indicata anche con ë) e poco avvertita, con un suono indistinto, se terminale;
  • ē - e aperta non tonica (es.: affēmè);
  • è - e tonica di suono aperto (es.: sènde, lat. sanctus);
  • é - e tonica di suono stretto (es.: trédece, lat. trĕdĕcim);
  • ê - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: sêre, lat. sēra);
  • - tonica, o in parola monosillabica, indica un suono indistinto come la e muta (es.: ubbed, lat. ŏboedīre);
  • í - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed i (es.: jínde, lat. intus);
  • ì - suono intermedio, nelle toniche, tra i ed u (es.: prìme, lat. prīmus);
  • - i tonica (es.: mre, lat. mĕrum);
  • - o tonica (es.: mede, lat. hūmĭdus);
  • ó - o tonica di suono chiuso (es.: róte, lat. rŏta);
  • ò - o tonica di suono aperto (es.: negòźźje, lat. nĕgŏtĭum);
  • ő - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: rēscjőne, lat. ratio, -ōnis);
  • ú - suono intermedio, nelle toniche, tra u ed i (es.: lúsce, lat. lūx, lūcis);
  • - u tonica (es.: fche, lat. fŏcus).

Il monopolitano nella classificazione delle lingue romanze[modifica | modifica wikitesto]

Spesso si ricorda come lo stesso Dante avesse osservato che in una stessa città non si parla allo stesso modo in tutti i rioni, infatti le lingue romanze (come per le altre famiglie linguistiche diffuse su ampie aree geografiche) formano un continuum dialettale dove sono riscontrabili numerosi e divergenti fenomeni lessicali, strutturali e fonetici.

Forma del plurale[modifica | modifica wikitesto]

Nella massima parte delle parlate latine la formazione del plurale avviene con l'aggiunta di una -s come suffisso, o con il cambio della vocale finale. Fenomeno caratteristico del monopolitano, in vero diffuso in altri dialetti della puglia centro settentrionale, è la metafonia che muta la tonica, interna alla parola, al plurale; per alcuni studiosi tale originale formazione del plurale è un retaggio della dominazione dei Longobardi.

es.: mêse, pl. mìse,
nepőte, pl. nepúte.

Indebolimento o caduta della vocale finale non accentata[modifica | modifica wikitesto]

Come per il francese moderno e, solo nel genere maschile, nel catalano, occitano, veneto, friulano, rumeno, francese antico e negli idiomi gallo-italici; il monopolitano ha subito la caduta, o meglio un forte indebolimento, delle vocali finali non accentate.

es.: lat. lŭpus, -a,
fr. loup,
rum. lup,
mon. lúpe.

Comparativo[modifica | modifica wikitesto]

Le varie lingue romanze usano per formare il comparativo espressioni perifrastiche che nel monopolitano (come per francese, italiano, sardo, corso, friulano e galloitalico) si formano con continuazioni di plus, mentre in altre sono adoperate continuazioni di magis.

es.: lat. plus,
fr. plus,
mon. chju.

Numerali[modifica | modifica wikitesto]

La parola per indicare il numero 16 si forma in alcune parlate latine con dieci-sei, mentre in monopolitano con sei-dieci, come per il catalano, occitano, francese, sardo, corso, italiano, leonese, friulano, alcuni idiomi galloitalici e per il rumeno.

es.: lat. sēdĕcim,
fr. seize,
sardo sèighi,
friu. sèdis,
mon. sédece.

Passato composto[modifica | modifica wikitesto]

Come per portoghese, spagnolo, catalano, rumeno e siciliano, nella formazione dei tempi composti del passato di tutti i verbi il monopolitano usa il solo verbo "avere".

Particella affermativa[modifica | modifica wikitesto]

Nel monopolitano "sì" deriva (come per italiano, spagnolo, portoghese e retoromanzo) dal latino sic est.

es.: lat. sic,
sp. ,
it. ,
mon. sìne.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

{{Portale|Linguistica|Monopoli}} [[Categoria:Monopoli]] [[Categoria:Dialetti della Puglia]]

Strumenti[modifica | modifica wikitesto]

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Coda[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".