Tylonycteris robustula

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Pipistrello dei bambù maggiore
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMicrochiroptera
FamigliaVespertilionidae
SottofamigliaVespertilioninae
GenereTylonycteris
SpecieT.robustula
Nomenclatura binomiale
Tylonycteris robustula
Thomas, 1915

Il pipistrello dei bambù maggiore (Tylonycteris robustula Thomas, 1915) è un pipistrello della famiglia dei Vespertilionidi diffuso nel Subcontinente indiano e nell'Ecozona orientale.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 40 e 44 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 26 e 30 mm, la lunghezza della coda tra 26 e 36 mm, la lunghezza del piede tra 5 e 6 mm, la lunghezza delle orecchie tra 8 e 11 mm e un peso fino a 8,5 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo e la testa sono talmente appiattiti che questo animale può passare in fessure larghe soltanto 4,5 mm. La pelliccia è lucida e liscia. Le parti dorsali sono marroni scure con la punta dei peli più chiara, mentre le parti ventrali sono bruno-grigiastre chiare o bruno sabbia. Il muso è largo e appuntito. Le orecchie sono triangolari, ben separate tra loro, con i bordi carnosi e l'estremità arrotondata. Il trago è corto, largo e più stretto alla base. Le membrane alari sono marroni scure e attaccate posteriormente alla base delle dita dei piedi. Sono presenti dei cuscinetti adesivi grigiastri o talvolta rosati alla base dei pollici e sulla piante dei piedi. La coda è lunga ed è completamente inclusa nell'ampio uropatagio. Il cariotipo è 2n=32 FN=52.

Ecolocazione[modifica | modifica wikitesto]

Emette ultrasuoni ad alto ciclo di lavoro con impulsi di breve durata a frequenza modulata iniziale di 100,1 kHz e finale di 47,2 kHz.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia in gruppi fino a 10 individui negli internodi delle canne di bambù più grandi e frequentemente morte, in particolare della specie Gigantochloa scortechinii. Vi entra attraverso le fessure verticali create dalle pupe di coleotteri. può anche utilizzare altri tipi di siti come i crepacci rocciosi. Le colonie sono formate da un maschio e diverse femmine con i loro piccoli sebbene la composizione sia spesso instabile e alcuni maschi tendano ad essere solitari. Condivide i rifugi con il pipistrello dei bambù minore. L'attività predatoria inizia presto al tramonto.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di termiti, catturate in volo all'interno di sciami.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine danno alla luce due piccoli alla volta tra marzo e maggio dopo una gestazione di 84-91 giorni e questi ultimi vengono svezzati dopo sei settimane di vita. Si tratta degli unici pipistrelli tropicali nei quali è stato osservato un estro prolungato e un deposito spermatico.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa in India, Cina, Myanmar, Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia, Malaysia, Singapore, Indonesia, Filippine.

Vive nei boschi di bambuseae all'interno di ambienti intatti o disturbati fino a 1.000 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 2 sottospecie:

Gli individui del Laos nord-orientale e del Vietnam settentrionale sono stati recentemente assegnati alla nuova specie T.tonkinensis[5]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa, la presenza in diverse aree protette e la tolleranza alle modifiche ambientali, classifica T.robustula come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Bates, P., Francis, C., Rosell-Ambal, G. & Heaney, L. 2008, Tylonycteris robustula, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Tylonycteris robustula, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Smith & Xie, 2008.
  4. ^ Zhang Q, Yu W, Wu Y, Xu Z, Li F, Chen B, Harada M, Motokawa M, Wang Y & Li Y, A New Record of Tylonycteris robustula in Jiangxi Province, China and its Karyotype, in Sichuan Journal of Zoology, vol. 33, n. 5, 2014.
  5. ^ Tan Tu B, Csorba G, Ruedi M & Hassanin A, Comparative phylogeography of bamboo bats of the genus Tylonycteris (Chiroptera, Vespertilionidae) in Southeast Asia, in european Journal of Taxonomy, vol. 274, 2017, pp. 1-38.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • B. Lekagul & J.A. McNeely, Mammals of Thailand, Bangkok, 1977, ISBN 9748680614.
  • Charles M.Francis, A Guide to the Mammals of Southeast Asia, Princeton University Press, 2008, ISBN 9780691135519.
  • Andrew T.Smith & Yan Xie, A guide to the Mammals of China, Princeton University Press, 2008, ISBN 9780691099842.

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