Tamoya gargantua

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Tamoya gargantua
Immagine di Tamoya gargantua mancante
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoRadiata
PhylumCnidaria
ClasseCubozoa
OrdineCarybdeida
FamigliaTamoyidae
GenereTamoya
SpecieT. gargantua
Nomenclatura binomiale
Tamoya gargantua
Haeckel, 1880
Sinonimi

Tamoya bursaria Maas, 1903[1]
Tamoya haeckeli Southcott, 1967

La Tamoya gargantua è una cubomedusa della famiglia Tamoyidae.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La T. gargantua ha una campana che può arrivare a misurare 22 cm di altezza e 13 cm di diametro: sono dimensioni importanti fra le cubomeduse e le hanno valso il suo nome[1]. L'ombrello è trasparente, con ai quattro angoli della base quadrata, delle piccole estensioni muscolari (pedalia) biancastre e somiglianti a verruche, separati da una membrana con motivi come un merletto[2]. Da ogni pedalium nasce un tentacolo di una ventina di centimetri di lunghezza. La puntura procura un dolore forte e duraturo.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le meduse adulte sono pelagiche, occasionalmente si avvicinano alle coste degli oceani Indiano e Pacifico occidentale, frequenti nel Golfo Persico e nel Mar Rosso[3]. Vive nelle insenature poco profonde. Gli esemplari giovani si avvicinano alla superficie nottetempo, mentre rimangono sul fondo di giorno. La T. gargantua potrebbe essere conspecifica con l'atlantica T. haplonema (Richmond, 1997)[4][3].

La T. gargantua descritta da Haeckel proveniva dalle isole Samoa e sia Bigelow che altri naturalisti coincidono nell'identificare in questa specie la T. bursaria e le varie T. alata precedentemente descritte nell'Indo-Pacifico[3]. Il nome T. haeckeli è un sinonimo inventato per distinguere la specie dalla T. gargantua "sensu" Lesson (1829), differente nella descrizione e non appartenente al genere Tamoya[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Uchida T., Revision of Japanese Cubomedusae (PDF), in Publ. of Seto Mar. Biol. Lab., vol. 17, 1970, p. 293. URL consultato il 12 novembre 2014.
  2. ^ (EN) M. Richmond (a cura di), A guide to the seashores of Eastern Africa and the Western Indian Ocean islands, Stoccolma, Sida/Department for Research Cooperation (SAREC), 1997, ISBN 91-630-4594-X.
  3. ^ a b c (EN) Kramp, P. L, Medusae of the Iranian Gulf (PDF), in Vidensk Meddel Dansk Naturhist For Kobenhavn, 1956. URL consultato il 24 maggio 2015.
  4. ^ (EN) Collins, Allen G. (2014), Tamoya gargantua, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  5. ^ (EN) Lisa-ann Gershwin, Taxonomy and phylogeny of Australian cubozoa, tesi di dottorato, Townsville, Australia, James Cook University, 2005.

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