Sesamothamnus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Sesamothamnus
Sesamothamnus rivae
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPedaliaceae
TribùSesamothamneae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaPedaliaceae
TribùSesamothamneae
Ihlenf., 1967
GenereSesamothamnus
Welw., 1869
Sinonimi

Stigmatosiphon Engl., 1894[1]

Specie
(Vedi testo)

Sesamothamnus Welw., 1869 è un genere di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Pedaliaceae. Sesamothamnus è anche l'unico genere della tribù Sesamothamneae Ihlenf., 1967.[2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere è formato da due parole "sesamo" (= Sesamum L.) e "thamnus" (= simile ad un arbusto) che insieme significano "arbusto simile al Sesamo".[4] Il nome scientifico del genere è stato definito dall'esploratore austriaco Friedrich Martin Josef Welwitsch (1806 – 1872) nella pubblicazione "Transactions of the Linnean Society of London. London - 27(1): 49, t. 18. 1869" del 1869.[5] Il nome scientifico della tribù è stata definita dal botanico contemporaneo Hans-Dieter Ihlenfeldt (1932-) nella pubblicazione "Mitteilungen aus dem Staatsinstitut für Allgemeine Botanik in Hamburg - 12: 75. 1967" del 1967.[6][7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Sesamothamnus guerichii
Le foglie
Sesamothamnus lugardii
Infiorescenza
Sesamothamnus rivae
I frutti
Sesamothamnus rivae
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
x K (5), [C (5), A 2+2], G (2), supero, capsula.
  • Il calice di norma è formato da 5 elementi (sepali) subuguali concresciuti alla base (calice gamosepalo). Il lobo posteriore è più piccolo.
  • La corolla gamopetala è lungamente tubolosa con forme da cilindriche o strettamente imbutiformi, diritta o curvata, e termina con 5 lobi più o meno uguali, interi o raramente frangiati. Alla base è presente uno sperone. I colori sono bianco, roseo, giallo o crema.
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati) ed ha un ovario supero tetraloculare. La placentazione è assile. I loculi spesso sono parzialmente o completamente divisi da falsi setti, contenente da uno a più ovuli attaccati centralmente alla placenta. Gli ovuli sono pendenti o ascendenti e sono numerosi per ogni loculo e hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[9] Lo stilo è filiforme e unico inserito all'apice dell'ovario con stigma in genere bifido (lo stilo sovrasta gli stami).
  • I frutti sono delle capsule loculicide legnose e compresse ai lati. Sono privi di emergenze. La deiscenza può essere incompleta. I semi sono numerosi con forme obovate compresse e ampie alati membranose; contengono sostanze oleaginose.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama). L'impollinazione avviene soprattutto tramite farfalle.[1][3]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questo genere è relativa all'Africa orientale e meridionale. Gli habitat variano da tropicali a subtropicali.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Pedaliaceae) comprende 18 generi con circa 90 specie[10] (altre fonti indicano 13 - 15 generi con 70 specie[11]) con una distribuzione cosmopolita. La tribù Sesamothamneae (contenente il genere Sesamothamnus) è una delle tre tribù nella quale è divisa la famiglia.[3]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni caratteri di questo genere lo accomunano alla famiglia Bignoniaceae, ma a causa dei peli mucillaginosi lo allontanano decisamente. In effetti questo genere occupa una posizione isolata nell'ambito della famiglia Pedaliaceae (tra la tribù Pedalieae e la tribù Sesameae - con quest'ultima è "gruppo fratello").[11] Caratteri particolari per questo gruppo sono: il polline tetradico, la presenza di spine e ramificazioni corte. Degno di nota è l'impollinazione tramite farfalle e falene.[3]

Specie del genere[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende le seguenti specie:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c KEW - Flora Zambesiaca, su apps.kew.org. URL consultato il 9 dicembre 2016.
  2. ^ a b Sesamothamnus, su The Plant List. URL consultato il 9 dicembre 2016.
  3. ^ a b c d e f Kadereit 2004, pag. 318.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 376.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 dicembre 2016.
  6. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 9 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 dicembre 2016.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 236 e pag 700.
  9. ^ Musmarra 1996.
  10. ^ Strasburger 2007, pag. 850.
  11. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 3 settembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 318.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 852, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 236.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]