Sedia monoblocco

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Monobloc
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazioneprototipi nel 1946, nel 1965 e nel 1972
Profilo prodotto
Tipo di oggettosedia
Ideafoggiatura in un unico blocco
Concettieconomia della produzione, leggerezza, facilità dell'impilaggio, impermeabilità
Produttorei primi esemplari da Allibert group e Grosfillex group
Prodotto dalanni 1970
Materialipolipropilene
Tecnica di lavorazioneestrusione

La sedia monoblocco è un tipo di sedia estremamente diffusa, molto leggera ed impermeabile, realizzata in polipropilene.

Basata sul progetto originario del designer canadese Douglas Colborne Simpson del 1946, varianti di questa sedia in unico blocco di plastica furono messe in produzione dai gruppi Allibert e Grosfillex negli anni 1970.[1] Alcune fonti indicano l'ingegnere Henry Massonnet di Nurieux-Volognat, quale ideatore della monoblocco con il suo prototipo Fauteuil 30 del 1972.[2] Un'altra fonte di ispirazione potrebbe essere stato il prototipo Chair Universal 4867 di Joe Cesare Colombo del 1965, ma nessun brevetto fu depositato per la sedia monoblocco.[3][4]

La sua principale caratteristica è la foggiatura in un unico blocco, evitando così l'assemblaggio di più pezzi ad incastro o tenuti fermi da chiodi o brocchette, come avviene per le comuni sedie in legno.

La sua impermeabilità e resistenza agli agenti atmosferici l'ha resa una tipica sedia esterni, da giardino oppure adoperata sugli spazi antistanti luoghi pubblici come bar o pizzerie.

Per la realizzazione di una sedia monoblocco ci si serve di un processo industriale chiamato estrusione.

Dagli anni 1970 milioni di esemplari sono realizzati ogni anno in tutto il globo, a tal punto da poterla considerare la sedia di design industriale più diffusa in assoluto,[5] con circa un miliardo di monoblocco vendute solo in Europa. Solo un produttore italiano ne fabbrica circa 10 milioni all'anno.[6] a tal punto che sociologi o da altri esperti di media come Ethan Zuckerman la descrivono come essere stata di in grado di aver raggiunto l'ubiquità.[5][7][8]

L'economia della produzione e la leggerezza, che tanto hanno contribuito alla diffusione, hanno anche provocato critiche. Nella città di Basilea furono bandite dal 2008[9] al 2017[10][11] per preservare il decoro del contesto cittadino.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Karim Rashid, A brief history of the humble plastic chair, su CNN, 13 settembre 2015. URL consultato il 13 marzo 2023.
  2. ^ (DE) Monobloc – Ein Stuhl für die Welt [Monobloc - A chair for the world], su Vitra Design Museum, 2017. URL consultato il 13 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Jules Suzdaltsev, White Plastic Chairs Are Taking Over the World, su VICE, 28 gennaio 2015. URL consultato il 13 marzo 2023.
  4. ^ Guido J. van den Elshout, Monobloc Chair: Joe Colombo and Vico Magistretti, su Chair Blog, 27 dicembre 2011. URL consultato il 13 marzo 2023.
  5. ^ a b Filmato audio Come Questa Sedia Ha Conquistato Il Mondo, su YouTube.
  6. ^ the monobloc plastic chair, su designboom, 8 giugno 2004. URL consultato il 4 dicembre 2014.
  7. ^ Those White Plastic Chairs – The Monobloc and the Context-Free Object | … My heart's in Accra, su ethanzuckerman.com, Ethan Zuckerman, 7 aprile 2011. URL consultato il 23 febbraio 2020.
    «The Monobloc is one of the few objects I can think of that is free of any specific context. Seeing a white plastic chair in a photograph offers you no clues about where or when you are.»
  8. ^ (EN) Jules Suzdaltsev, White Plastic Chairs Are Taking Over the World, su VICE, 28 gennaio 2015.
  9. ^ (DE) Abschied von Plastikstühlen, in Basler Zeitung, ISSN 1420-3006 (WC · ACNP). URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2008).
  10. ^ (DE) Basel rüstet auf: Foodtrucks ab sofort erlaubt und Plastikstühle wieder willkommen, su TagesWoche, 14 febbraio 2017. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2018).
  11. ^ (DE) Grossräte wollen die Lex Plastikstuhl zurück, su TagesWoche, 20 marzo 2017. URL consultato il 27 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2018).

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