Sedad Hakki Eldem

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Ömer Sedad Hakki Eldem (Istanbul, 18 agosto 1908Istanbul, 7 settembre 1980) è stato un architetto turco.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Costantinopoli (oggi Istanbul) nel 1908, studiò all'Accademia statale di belle arti della medesima città (1924-1928), istituzione dove insegnò dal 1934 fino al suo pensionamento.

Pioniere dell'architettura moderna nel suo paese e definito spesso Architetto di Stato[1], fu influenzato dall'architetto svizzero Le Corbusier, uno dei padri del razionalismo in architettura.

Successivamente ritornò all'architettura tradizionale ottomana, pur essendo influenzato dall'architettura organica di Frank Lloyd Wright. In questo stile realizzò principalmente case e ville, come la villa Ağaoğlu a Istanbul (1936), la casa Rıza Derviş a Büyükada (1956), la casa Uşaklıgil a Emirgan (1956-1965), la villa Suna Kıraç a Vaniköy (1965), la villa Semsettin Sirer a Yeniköy (1966-1967) e la villa Rahmi Koç a Tarabya (1975-1980).

Contemporaneamente, in altre opere sviluppò uno stile ispirato all'architettura orientale, soprattutto persiana, e al monumentalismo classicista di Paul Bonatz, presente soprattutto negli edifici pubblici: Facoltà di Lettere dell'Università di Istanbul (1942-1944), Facoltà di Scienze presso l'Università di Ankara (1943-1945), il Palazzo di Giustizia di Istanbul (1948), gli uffici della previdenza sociale a Istanbul (1962-1964) e l'Ambasciata dei Paesi Bassi ad Ankara (1973).

Un'altra opera rilevante di Eldem fu l'Hilton Hotel di Istanbul (1952-1955), realizzato con l'artista Gordon Bun Shaft: questo lavoro lo avvicinò al razionalismo, nel quale progettò anche la Biblioteca Atatürk a Taksim (1973-1975).

Sedad Hakki Eldem[2] si dedicò anche al campo delle ricerche: nel 1955 pubblicò Tipologia delle dimore turche, frutto dei suoi studi sulla casa turca, sulle edicole e sui giardini ottomani dal XVI al XIX secolo .

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1986 gli è stato assegnato il Premio Aga Khan per l'architettura per il suo complesso di previdenza sociale a Istanbul.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Serena Acciai, Sedad Hakki Eldem, l’ambasciatore in incognito dell’architettura turca, in FAMagazine. Ricerche e progetti sull'architettura e la città, n. 47, 1º aprile 2019, pp. 71–82, DOI:10.12838/fam/issn2039-0491/n47-2019/229. URL consultato il 20 dicembre 2023.
  2. ^ Serena Acciai, Sedad Hakki Eldem. An aristocratic architect and more, su books.fupress.com, 2018. URL consultato il 20 dicembre 2023.

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Controllo di autoritàVIAF (EN2490811 · ISNI (EN0000 0000 7969 5116 · SBN CFIV061068 · ULAN (EN500100846 · LCCN (ENn84082554 · GND (DE118853937 · BNF (FRcb120552963 (data) · J9U (ENHE987007300200105171
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