Remo Schenoni

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Remo Schenoni
NascitaTorino, 1913
MorteCol Du Mont, 21 giugno 1940
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGuardia alla frontiera
Anni di servizio1934 - 1940
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume 1 (1935-1941)[1]
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Remo Schenoni (Torino, 1913Col Du Mont, 21 giugno 1940) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Torino nel 1913, figlio di Pietro e Domenica Pennazio.[2] Dopo aver conseguito la laurea in scienze economiche e commerciali, fu assunto presso il Banco di Roma, filiale di Torino.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito, nel 1934 frequentò il corso per allievi ufficiali di complemento a Spoleto presso la sede del 52º Reggimento fanteria "Alpi", l'anno successivo fu nominato aspirante ufficiale.[2] Trasferito in servizio al 90º Reggimento fanteria "Salerno", venne messo in congedo il 30 gennaio 1936.[2] Nel marzo seguente fu promosso sottotenente, e nel gennaio 1939 tenente.[2] Il 30 maggio 1940, poco prima dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno successivo, fu richiamato in servizio attivo presso la Guardia alla frontiera e assegnato in servizio X settore di copertura del gruppo Alpi di Valgrisenza (Valgrisenche), in Valle d'Aosta.[2] Dopo l'inizio delle ostilità con la Francia cadde in combattimento sul Col Du Mont il 21 giugno, venendo decorato per il coraggio dimostrato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. In seguito gli è stata intitolata una caserma di Bressanone.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria - nastrino per uniforme ordinaria
«Scattava per primo all’assalto di una munitissima posizione avversaria che con pochi ed ardimentosi uomini riusciva ad occupare e saldamente presidiare. Non pago di questa sua bella vittoria, inseguiva il nemico per lungo tratto, assoggettandolo al tiro di bombe a mano. Fatto segno a raffiche di mitragliatrice, solo contro molti, non desisteva dall’inseguimento. Colpito a morte, gridava ancora il suo ultimo « Savoia ». Fulgido esempio di eroismo e di virtù militari. Col Du Mont, 21 giugno 1940'.[4]»
— Regio Decreto 16 novembre 1940[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 397.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Alto Adige.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.42 del 18 febbraio 1941, pag.798.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Fenoglio, Il Vallo Alpino, Torino, Susa Libri, 1992.
  • Vincenzo Gallinari, Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi occidentali, Roma, USSME, 1981.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume 1 (1935-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Milano, Einaudi, 2008, ISBN 978-88-06-19168-9.
  • Arrigo Petacco, La nostra guerra 1940-1945 - L'avventura bellica tra bugie e verità, Milano, Mondadori, 2001, ISBN 88-04-42675-6.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]