Pleitos colombinos

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando le cause legali di Colombo legate al maggiorasco, vedi Causa per il maggiorasco di Cristoforo Colombo.
Come stabilito dalle Capitolazioni di Santa Fe, i territori scoperti da Colombo rientravano sotto il controllo del vicereame colombiano.

I Pleitos colombinos (in italiano Cause legali colombiane) furono una lunga serie di cause legali che gli eredi di Cristoforo Colombo intentarono contro la Corona di Castiglia e León per difendere i privilegi ottenuti dall'ammiraglio genovese per le sue scoperte nel Nuovo Mondo. La maggior parte delle cause si svolse tra il 1508 e il 1536.

Lo stesso argomento in dettaglio: Capitolazioni di Santa Fe e Vicereame colombiano.

Le Capitolazioni di Santa Fe, stipulate tra Cristoforo Colombo e i sovrani cattolici, la regina Isabella I di Castiglia e il re Ferdinando II d'Aragona, firmate a Santa Fe, Granada, il 17 aprile 1492, concedevano a Colombo, tra le altre cose, il titolo di Ammiraglio del Mar Oceano e Vicerè delle Indie di tutte le terre da lui scoperte e la decima parte di tutte le ricchezze ottenute dal viaggio.[1]

Durante il terzo viaggio di Colombo, egli incontrò ostilità da parte di altri coloni spagnoli sull'isola di Hispaniola, i quali si sentirono ingannati dalle promesse di ricchezza fatte da Colombo. In diverse occasioni, Colombo cercò di allearsi con i ribelli Taíno e Caribi contro gli altri spagnoli. Altri coloni, dopo essere ritornati in Spagna, lo accusarono di cattiva amministrazione davanti alla corte reale.[2]

Il re e la regina inviarono il funzionario reale Francisco de Bobadilla ad Hispaniola nel 1500, e al suo arrivo (il 23 agosto), Colombo e i suoi fratelli furono arrestati e mandati in catene in Spagna.[3] Al suo arrivo in Spagna, Colombo riacquistò la libertà ma perse gran parte del suo prestigio e del suo potere.[4]

Alla morte di Colombo nel 1506, il titolo di Ammiraglio delle Indie venne ereditato in linea dinastica dal suo figlio maggiore, Diego Colombo. Nel 1508, il re Ferdinando conferì a Diego Colombo anche la carica di Governatore delle Indie specificando

(ES)

«el tiempo que mi merced e voluntad fuere»

(IT)

«per il tempo che la mia grazia e la mia volontà lo desidereranno»

Diego Colombo sostenne invece che dalle Capitolazioni risultava essere un titolo ereditabile in modo perpetuo dalla famiglia Colombo e non a "desiderio del re", perciò iniziò una causa legale contro la Corona.

Nel 1511 fu emessa la prima sentenza, a Siviglia. I giudici riconobbero per la linea d'accusa di Colombo, ovvero il diritto perpetuo della posizione di viceré delle Indie e il diritto a un decimo dei benefici ottenuti dalle Indie occidentali. La Corona ottenne, tra le altre cose, il diritto di nominare i giudici d'appello. Nessuna delle due parti fu soddisfatta e entrambe fecero appello.[5]

Nel 1512, il processo fu combinato con un altro contenzioso in essere con la corona, riguardante il territorio di Darién e la definizione dell'estensione della giurisdizione degli eredi di Colombo in quell'area[5] (Il nome Darién, ancora usato per indicare l'istmo di Darién di Panama, vicino alla Colombia, si riferiva allora a una regione molto più grande e indefinita che si estendeva oltre nell'America Centrale).

Nel 1520 ci fu una nuova sentenza, nota come "Dichiarazione di La Coruña"[5] (oggi La Coruña).

Nel 1524, Diego Colombo fu deposto dalla sua posizione di governatore e perciò iniziò una nuova causa contro la Corona ma morì due anni dopo. La moglie proseguì la causa in nome del loro figlio, Luis Colón de Toledo, ancora minorenne.[5] Il rappresentante principale della famiglia in quel momento, sebbene non fosse colui che rivendicava i diritti contestati, era il fratello di Diego, Fernando Colombo.[6] Una sentenza emessa a Valladolid il 25 giugno 1527 dichiarò annullate le sentenze precedenti e ordinò un nuovo processo.[5]

Il nuovo procuratore reale cercò di dimostrare che la scoperta delle Indie occidentali era stata principalmente conseguita grazie a Martín Alonso Pinzón, non a Colombo. Citò come testimoni i membri dell'equipaggio del primo viaggio in America ancora in vita.[7] Furono emesse due sentenze: a Dueñas (1534) e a Madrid (1535), ma entrambe furono oggetto di appello.[5]

Entrambe le parti alla fine si sottomisero all'arbitrato. Il 28 giugno 1536 il presidente del Consiglio delle Indie, il vescovo García de Loaysa, e il presidente del Consiglio di Castiglia, Gaspar de Montoya,[7] emisero la seguente decisione arbitrale:[5]

Cause legali minori

[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'arbitrato del 1536, le cause minori tra la famiglia Colombo e la Corona continuarono, ma non erano di importanza comparabile. Le cause si verificarono tra il 1537 e il 1541, tra il 1555 e il 1563, e sporadicamente fino alla fine del XVIII secolo.[5]

  1. ^ (EN) John Michael Francis e Will Kaufman, Iberia and the Americas, ABC-CLIO, 2005, p. 176.
  2. ^ Consuelo Varela, Cristóbal Colón, los cuatro viajes y testamento, Madrid, Alianza Editorial, 1986, ISBN 84-206-3587-1.
  3. ^ Charles Verlinden e Florentino Pérez-Embid, Cristóbal Colón y el descubrimiento de América[collegamento interrotto], Ediciones Rialp, 2006, p. 130, ISBN 978-84-321-3585-9. Link is to Google Books.
  4. ^ Consuelo Varela, La caída de Cristóbal Colón. El juicio de Bobadilla, Madrid, Editorial Marcial Pons, 2006, pp. 168–169, ISBN 84-96467-28-7. Link is to Google Books.
  5. ^ a b c d e f g h i Rafael Diego Fernández Sotelo, Capitulaciones Colombinas, Colegio de Michoacán, 1987, pp. 146–149, ISBN 968-7230-30-4. Link a Google Books.
  6. ^ Gustavo Villapolos Salas, La naturaleza procesal de los Pleitos Colombinos (PDF), in Anuario Jurídico, III-IV, Biblioteca Jurídica Virtual, 1976–1977, p. 299 (p. 15 of PDF). URL consultato il 14 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
  7. ^ a b Gustavo Villapolos Salas, La naturaleza procesal de los Pleitos Colombinos (PDF), in Anuario Jurídico, III-IV, Biblioteca Jurídica Virtual, 1976–1977, p. 300 (p. 16 of PDF). URL consultato il 14 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).