Palazzo Forti (Pescia)

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Palazzo Forti
Facciata principale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàPescia
IndirizzoRuga degli Orlandi
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI - XVII secolo
Stilebarocco
Usocivile abitazione
Piani4
Realizzazione
Proprietarioproprietà privata

Il Palazzo Forti è un edificio storico di Pescia.

È situato in Ruga degli Orlandi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu edificato negli ultimi anni del '500 dalla famiglia Forti, riunendo due edifici preesistenti fra i quali passava un vicolo. Il 28 settembre 1582, la richiesta di chiusura del vicolo fu inoltrata ai capitani di parte guelfa e fu consultato per un parere Francesco, figlio di Bernardo Buontalenti, che in quel periodo si trovava a Pescia. Il palazzo è rimasto di proprietà della famiglia Forti fino al 1903, quando pervenne nelle mani di una figlia adottiva[1]. Nel 1920, fu messo in vendita in tre parti, che furono acquistate da tre diversi acquirenti. Nell'immediato secondo dopoguerra, i saloni hanno ospitato i laboratori di Salvatore Ferragamo, prima che diventasse una star dell'alta moda e si trasferisse a Firenze[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo si articola su quattro piani più un seminterrato. La facciata presenta una decorazione in stile barocco, realizzata nel '600. I due portali, simmetrici e muniti di cinque gradini in pietra serena, le finestre del seminterrato e le finestre dei piani presentano cornici in pietra serena e sono sormontati da una decorazione a festoni, ghirlande, volute e altri motivi vegetali[2]. Il portale di destra dà accesso alle antiche cucine con i locali di servizio. Il portale di sinistra conduce al corridoio interno, al cortile interno e alla scalinata che sale ai piani, ampia e voltata. Al primo piano, rivolti verso la Ruga degli Orlandi, si trovano tre saloni di rappresentanza, nei quali si intravedono tracce della decorazione pittorica originaria seicentesca. Verso l'interno del primo piano e ai piani superiori, erano le stanze destinate alla residenza vera e propria della famiglia.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Andreini Galli Nori, Palazzi pistoiesi, Maria Pacini Fazzi 1991.
  2. ^ Massi Claudia, in La nobiltà pesciatini, le alleanze matrimoniali e le dimore storiche, Istituto Storico Lucchese 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andreini Galli Nori, Palazzi pistoiesi, Maria Pacini Fazzi 1991.
  • Massi Claudia, in La nobiltà pesciatina, le alleanze matrimoniali e le dimore storiche, a cura di Dario Donatini e Vincenza Papini, Istituto Storico Lucchese 2017
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