Ottorino Orlandini

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Ottorino Orlandini (Lorenzana, 12 settembre 189619 gennaio 1971) è stato un partigiano e antifascista italiano, sindacalista cattolico.

Figlio di un sensale di Mosciano, fece studi da seminarista, poi abbandonati perché andò volontario al fronte durante la prima guerra mondiale, dove divenne tenente di complemento; in questa guerra fu intossicato dai gas venefici.

Nelle Leghe Bianche

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Nel primo dopoguerra fu esponente del Partito popolare di Luigi Sturzo (cattolicesimo sociale e federalismo) dal 1919 e a capo delle Leghe Bianche dei contadini cattolici del Mugello. Nel dicembre 1920 organizzò uno sciopero a San Piero a Sieve e si scontrò con gli squadristi. Divenne così un esponente dell'antifascismo toscano e nel 1926 fu costretto ad andare in esilio in Francia.

Con Carlo Rosselli in Spagna

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Allo scoppio della guerra di Spagna fu tra coloro che nel settembre 1936 per primi si arruolarono nella centuria Giustizia e Libertà, al comando di Carlo Rosselli. Prima di arruolarsi in questa formazione, che intervenne nella guerra in difesa della repubblica spagnola, scrisse una lettera a don Luigi Sturzo, considerato dall'Orlandini il suo capo politico, per chiedergli il consenso sulla sua partecipazione alla battaglia e don Sturzo gli rispose di seguire il suo impulso perché, dove si combatte per la libertà si combatte anche per il cristianesimo. Arrivato a Barcellona, fu mandato al fronte in Aragona, partecipando alla Battaglia del Monte Pelato, il primo scontro (vinto dai confederali repubblicani) tra italiani antifascisti e franchisti. Grazie alle sue doti militari e strategiche, alla vigilia della battaglia di Almudevar fu nominato colonnello (comandante) di una unità di mille uomini, per lo più anarchici. L'attacco dell'unità di Orlandini a Almudévar risultò un completo fallimento a causa soprattutto del mancato arrivo, precedentemente concordato, di unità di rinforzo comuniste. Dopo contrasti con gli anarchici la formazione si sciolse e Orlandini combatté con il grado di capitano nel battaglione Matteotti e dal giugno 1937 nel battaglione Garibaldi, dove fu comandante di compagnia mitraglieri, fino a che non fu costretto ad uscirne per un dissidio avuto con i dirigenti comunisti.

Internato in Francia

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Nel 1939 come emigrato politico italiano che aveva combattuto in Spagna fu internato dai francesi nel Campo d'internamento di Le Vernet sui Pirenei francesi, e in questo luogo condusse una vita di espedienti per sfuggire alla morte.

La lotta partigiana

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Tornò in Italia dopo la caduta del fascismo e, a Firenze, riprese i contatti con i militanti di Giustizia e Libertà iscrivendosi al partito d'Azione; dopo l'8 settembre 1943 comandò le formazioni militari del Partito d'Azione in Toscana. Nel febbraio del 1944 fu arrestato dalla banda fascista di Mario Carità, fu interrogato e massacrato di botte, tanto da non essere riconosciuto nemmeno dai suoi compagni che si trovavano nel carcere delle Murate, luogo in cui fu condotto e dal quale, alla vigilia della Liberazione, riuscì ad evadere per riprendere a combattere nella battaglia di Firenze.

Nella Democrazia Cristiana

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Dopo lo scioglimento del partito d'azione nel 1946 entrò a far parte del partito della Democrazia Cristiana. Lasciò un libro di memorie manoscritto oggi all'Istituto Storico della Resistenza in Toscana. Se ne attende la pubblicazione entro l'estate del 2021.

  • Carlo Francovich, Ottorino Orlandini, (Maestri e compagni), pagg.288-289, in La Resistenza in Toscana 9-10, Atti e studi dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana (Numero speciale pubblicato con il concorso della Giunta Regionale della Toscana)- Firenze, La Nuova Italia, 1974.