Mârouf, savetier du Caire

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Marthe Davelli nel ruolo della Principessa Saamcheddine nel 1914

Mârouf, savetier du Caire, è un'opéra-comique in cinque atti di Henri Rabaud, su un libretto di Lucien Népoty basato sulla traduzione francese dei racconti de Le Mille e una notte di Joseph-Charles Mardrus, rappresentata il 15 maggio 1914 all'Opéra-Comique.

Nel suk del Cairo, Mârouf, un ciabattino, sopporta faticosamente i rimbrotti della moglie Fattoumah. Nonostante il loro stato di indigenza, Fattoumah esige pasticcini prelibati che Mârouf riesce ad ottenere da un vicino pasticcere mosso a compassione. Fattoumah non trovando di suo gradimento nemmeno il prezioso regalo, comincia a urlare e ad accusare pubblicamente Mârouf di averla picchiata. Il giudice, ignorando l'innocenza di Mârouf, lo condanna a essere bastonato, nonostante le proteste dei vicini. Mârouf decide di lasciare il Cairo e si imbarca come marinaio su una nave che sta per scendere il Nilo verso il Mediterraneo.

Un lungo viaggio porta Mârouf sul Golfo Persico, dove una tempesta disperde tutto l'equipaggio tranne Mârouf, il quale viene accolto da Ali, il suo amico d'infanzia, divenuto ricco. Ali decide di aiutare il suo amico, lo veste in maniera elegante e lo presenta ai suoi concittadini come un ricco mercante. Il Sultano e il suo Vizir, in una passeggiata in incognito, scoprono Mârouf intento a offrire generosamente i dinari del suo amico, annunciando l'arrivo imminente della sua carovana. Nonostante i sospetti del Visir, il Sultano invita Mârouf nel suo palazzo.

Mârouf non ha il coraggio di sconfessarsi e finisce per essere costretto a sposarsi con la figlia del Sultano, il quale non esita a usare gran parte dei suoi fondi per organizzare il matrimonio. Terrorizzato alla prospettiva di un nuovo matrimonio, Mârouf scopre che la principessa Saamcheddine è in realtà dolce e molto bella.

I giorni passano e il Sultano comincia a dubitare del genero. Dal canto suo Mârouf e Saamcheddine sono sempre più innamorati, al punto che Mârouf decide di confidarsi con Saamcheddine e le confessa il suo inganno. Il Visir spiando la conversazione scopre Mârouf, il quale viene condannato alla pena capitale. Ma Saamcheddine vuole salvarlo, si traveste da ragazzo e scappa con lui.

Nel deserto, un vecchio lavora il suo campo. Mârouf, in cambio della sua ospitalità, lo aiuta, ma col carretto inciampa in un anello che spunta dalla terra. È un ingresso verso un sotterraneo, il vecchio è in realtà un genio, che gli mostra ogni ricchezza. Invitato a pronunciare un desiderio, Mârouf chiede la famosa carovana, che appare con tutte le sue meraviglie, trasportata da dei nani. Il Sultano, il Visir e il suo seguito, lanciatisi alla ricerca di Mârouf con Ali prigioniero, si imbattono nella carovana. Il Sultano condanna il Visir a morte, ma Mârouf lo grazia, condannandolo solo a delle bastonate.

Distribuzione

[modifica | modifica wikitesto]
Ruoli
Registro Prima all'Opéra Comique

(15 maggio 1914)

Ripresa,

Opéra de Paris
(21 giugno 1928)

Mârouf Tenore oppure Baritono Martin Jean Périer Georges Thill
Fattoumah Soprano Jeanne Tiphaine
La principessa Saamcheddine Soprano Marthe Davelli
Il Sultano Basso Félix Vieuille Marcel Journet
Il Visir Baritono

o Basso

Delvoye Albert Huberty
Ali Baritono Daniel Vigneau
Il vecchio fellah Tenore
De Creus
Il primo mercante Tenore Cazeneuve
Un conducente d'asino Tenore Donval
Il capo dei marinai Tenore De Creus
Ahmad, il pasticcere Basso Azéma
Secondo mercante Basso Audoin
Il Giudice, Kâdi Basso Payan
Due Muezzin Tenori De Creus, Thibaud
Due mammalucchi Basses Reymond, Brun
Ballerini Sonia Pavloff, Quinault
Due poliziotti, vicini, marinai, mercanti e popolo di Khaitan, donne dell'harem, mammalucchi, caravanieri, ciambellani, nababbi, dignitari
Direzione musicale François Ruhlmann
Regia Pierre Chéreau et Pierre-Barthélemy Gheusi
Coreografia Mariquita
Scenografia Lucien Jusseaume François Quelvée
Costumi Marcel Multzer François Quelvée

La presentazione americana dell'opera ha avuto luogo al Metropolitan Opera il 19 dicembre 1917 con Giuseppe de Luca nel ruolo principale, con la direzione di Pierre Monteux. L'opera entra in repertorio all'Opéra de Paris il 21 giugno del 1928, con Georges Thill nel ruolo di Mârouf.

Una nuova produzione di Mârouf con la regia di Jérôme Deschamps vede la luce nel giugno del 2013 all'Opéra Comique e viene ripresa nel 2018 all'Opéra National de Bordeaux e all'Opéra Comique[1].

  • Henri Legay (Marouf), Lina Dachary (Saamcheddine), Janine Capderou (Fattoumah), André Vessières (le Sultan), coro e orchestra della RTF, Pierre-Michel Le Conte (dir.) - Gala (registrato nel 1964)
  • Michel Lecocq (Mârouf), Anne-Marie Blanzat (Saamcheddine), Danny Barraud (Fattoumah), Franz Pétri (le Sultan), François Loup (le Vizir), Étienne Arnaud (Ali), cori dell'Opéra de Nantes, Orchestre philharmonique des Pays de la Loire, Jésus Etcheverry (dir.) - Accord (registrato nel 1976)
  1. ^ Mârouf, savetier du Caire, in Opéra Comique, 5 settembre 2017. URL consultato il 17 marzo 2018.
  • Max d'Ollone, Henri Rabaud, Heugel, Paris, 1957.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Marouf, savetier du Caire : spartito canto pianoforte sul sito della Médiathèque musicale de Paris
  • Foto della creazione all'Opéra de Paris (1928)[collegamento interrotto]
  Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di musica classica