Lino Ponzinibio

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Lino Ponzinibio
NascitaBussoleno, 1902
MorteTorino, 1985
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Anni di servizio1922 - 1946
GradoColonnello
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneFronte orientale (1941-1945)
Campagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Offensiva Ostrogožsk-Rossoš'
Comandante di10ª Compagnia
battaglione alpini "Mondovì"
1º Reggimento alpini della 4ª Divisione alpina "Cuneense"
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Lino Ponzinibio (Bussoleno, 1902Torino, 1985) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Bussoleno nel 1902, figlio di Luigi e Maria Maga.[1] Compì gli studi primari e secondari a Novara, e poi si diplomò in ragioneria e commercio a Torino, e nell'agosto 1922 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito.[3] Dopo aver frequentato il corso per allievi ufficiali di complemento per la specialità alpini fu nominato sottotenente e prestò servizio presso il battaglione alpini "Borgo San Dalmazzo" del 2º Reggimento alpini fino al 1923.[3] Congedatosi, dal 1924 fu amministratore di alcune aziende commerciali ed industriali, e nel 1935 fu assunto alla Banca Popolare di Novara assolvendo nel contempo importati incarichi di carattere politico.[3] Nel novembre 1937, a domanda, fu richiamato in servizio attivo nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, partendo volontario per combattere nella guerra di Spagna con il grado di tenente, conseguito nel gennaio 1932.[3] In Spagna, come centurione, assunse il comando della 1ª Compagnia, I Battaglione, 2º Reggimento della Brigata d'assalto "Frecce Nere".[1] Fu decorato con due medaglie di bronzo al valor militare, una a Torrevilla (marzo 1938) e una a Valjunnquera (marzo 1938), e ritornò in Patria nel giugno 1938 per essere posto in congedo nel gennaio 1939 per inabilità dipendente da causa di guerra.[3]

Promosso capitano nell'agosto 1940, in piena seconda guerra mondiale, nel marzo 1941 fu richiamato in servizio attivo a domanda.[1] Assunto il comando della 10ª Compagnia del battaglione alpini "Mondovì" del 1º Reggimento alpini, partì per il fronte russo nell'agosto 1942, assegnato con il suo reggimento al Corpo d'armata alpino dell'ARMIR.[3] Arrivato in Unione Sovietica il reggimento si posizionò sulla riva destra del Don, a nord del fiume Kalitwa.[1] Durante le fasi della ritirata, iniziata il 17 gennaio 1943, con il suo battaglione faceva parte della retroguardia della 4ª Divisione alpina "Cuneense".[1] Caduto il comandante del battaglione alpini "Mondovì" ne assunse il comando rimanendo ferito nei combattimenti del 25 gennaio a Detchjanaja e del 28 gennaio a Valuikj dopo aver rifiutato la proposta di resa avanzata dal nemico.[1] Trovato sul campo fu avviato alla prigionia, dalla quale ritornò in Italia nell'ottobre 1946.[3] Collocato definitivamente in congedo, ed iscritto al Ruolo d'Onore, ricominciò a lavorare presso la Banca Popolare di Novara.[4] Per anzianità fu promosso maggiore per merito di guerra con decorrenza 28 gennaio 1943, tenente colonnello dall'11 gennaio 1952 e colonnello dal 30 dicembre 1960. con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 1956 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente.[4] Proclamato presidente onorario dalla Sezione di Novara dell'Associazione Nazionale Alpini, si stabilì a Torino dove si spense nel 1985.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Più volte decorato, volontario di guerra sul fronte orientale, sebbene invalido per ferita riportata in precedenti campagne, al comando di una compagnia alpini, dava ripetute prove di ardimento. Colpito da principio di congelamento rifiutava il ricovero per restare coi suoi alpini. Durante un aspro combattimento, caduto il comandante di battaglione, lo sostituiva e valorosamente guidava i suoi uomini in ripetuti contrassalti che respingevano l’avversario. Durante il tormentoso ripiegamento, d’iniziativa accorreva in aiuto dell’avanguardia improvvisamente attaccata. Ferito da due pallottole alla gamba destra, sanguinante, continuava alla testa dei suoi alpini a contrassaltare l’avversario finché lo volgeva in fuga. In un'ultima azione, nuovamente ferito, persisteva nella disperata lotta finché, sopraffatto, veniva catturato. In prigionia, nonostante le sofferenze per postumi di ferita, una grave infermità e le continue vessazioni, era fulgido esempio di virile contegno e di fedeltà al puro ideale della Patria. Fronte russo, settembre 1942 - 4 ottobre 1946.[5]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 1956.[6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia alpina durante il ripiegamento della linea del Don, nonostante la continua insidia del nemico, l'assillo del gelo, della tormenta e delle interminabili distanze, superava mirabilmente innumerevoli disagi e fatiche, dando ripetute prove di senso tattico, sprezzo del pericolo e elevato spirito di sacrificio. Di propria iniziativa accorreva alla testa dei suoi alpini in aiuto del battaglione di avanguardia violentemente attaccato, riuscendo a respingere il nemico dopo avergli inflitto gravi perdite. Ferito da pallottola rimaneva al proprio posto di combattimento incurante della grave perdita di sangue. Bell'esempio di cosciente coraggio. Fronte russo, 17-25 gennaio 1943
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Alla testa della propria compagnia si lanciava sotto intensissimo fuoco di mitragliatrici e fucileria nemica alla conquista degli obiettivi assegnatigli, conquistandoli e mantenendoli, tenendosi costantemente in collegamento con i reparti laterali, nonostante ricevesse da ogni lato fuoco di mitragliatrici e carri armati. Alto esempio di attaccamento al dovere, sprezzo del pericolo e valore. Alture Torrevelilla, 20 marzo 1938
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 20 aprile 1937.[7]
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Ufficiale pluridecorato, in situazioni veramente delicate e difficili, pur menomato nel fisico, confermava le sue elette doti di comandante valoroso. Alla intimazione della resa, si rifiutava, perché fermamente deciso di continuare nella lotta per condurre in salvo la colonna dei superstiti ai suoi ordini. Dopo aver strenuamente lottato veniva sopraffatto. Fronte Russo, 17-18 gennaio 1943
— Decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 1956.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 724.
  3. ^ a b c d e f g Bianchi, Cattaneo 2011, p. 495.
  4. ^ a b c Bianchi, Cattaneo 2011, p. 496.
  5. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 1956, Esercito registro 42, foglio 323.
  7. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale del regno d'Italia n.276 del 18 novembre 1937, pag.15.
  8. ^ Registrato alla Corte dei conti il 3 novembre 1956, registro 41, foglio 123.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]